Io ho capito che il tuo punto di vista, è quello di una persona che ha fatto l’insegnante. Se un insegnante dovesse decidere su 30 alunni quali sarebbero meritevoli di investirci tempo, tanti di noi non sarebbero qui a scrivere. Ma è un punto di vista tuo, in cui hai investito una vita di formazione.
Oltre a te si muove un mucchio di gente che non parte pensando di doversi porre da insegnante, e che non ha necessariamente neppure interesse a voler conoscere altre culture, anche questo puoi considerarlo parte del diverso.
Per quanto riguarda l’arricchimento mi sembra un punto di vista "turistico", in cui si parla di valore aggiunto. Ma vedi un conto è partire in viaggio per uno di quei paesi poveri, in cui si cerca un contatto anche con realtà estreme, un altro è viverci dentro. Un conto è essere il turista di passaggio, che si entusiasma per un pezzo di artigianato locale magari, un altro è trovarsi nelle stesse strade ed essere un tontolone italiano cresciuto col volemose bene e i concetti radicatissimi di bene e male, che col bene ti si aprono le porte del paradiso, o nella versione più moderna del karma che torna indietro (al pari della grazia o punizione divina) che deve patteggiare e tirar fuori una quadra con culture dove può cadere una base che tu dai per scontata, e quella base equivale ad un diritto.
Poi che la mia generazione sia cresciuta rivoltata da quella americana te ne do ragione. Ma questo è passato.
Sai bene come la tua generazione abbia ricevuto accuse riguardo ai danni ambientali, e altro ancora. Anche questo è passato.
Il cambiamento di cui si parla ora è già avvenuto, è già passato. I figli sono i semi. Tu non ne vedrai le conseguenze.
La mia visione non è razzista, semplicemente è la stessa che viene applicata per altre specie viventi, anche vegetali.
Per quanto possa sembrare poco credibile leggendo questo forum, i miei coetanei nel reale mediamente io li vedo sempre in modalità treno, non so te come vedevi i tuoi a 50 anni. Treno per dire che stanno correndo, per lavorare, per portare avanti mille attività, per trovare soluzioni. Non puoi imporgli di fare girare le cose diversamente, perchè gli fai sbarcare un popolo di persone che stanno a zero con tutto. Non hanno tempo ne le risorse per occuparsene. Non hanno un approccio da insegnante davanti una classe di alunni.
Questi argomenti riguarderanno chi verrà dopo sai, i tuoi nipoti. Esattamente come oggi si pagano le conseguenze delle vaccate prodotte in precedenza.
Non credo facciano a gara, fa parte della loro cultura.
Nel periodo di natale continuavano a comparirmi banner di Amnesty International che invitavano a firmare una petizione per la liberazione di Manahel al-Otaibi.
Il tasto collegato al banner non portava alla petizione, ma alla pagina generale delle donazioni. Così ho dovuto cercare.
Manahel al-Otaibi. 30 anni, nata in Arabia Saudita, istruttrice di fitness e blogger, il 16 novembre 2022 viene convocata dalla polizia, dove viene interrogata per la sua attività sui social e per come si esibisce senza vestiti adeguati. Al termine dell’interrogatorio, viene trasferita nella prigione di al-Malaz a Riyadh senza un mandato di arresto. Il 18 gennaio 2023 il suo caso viene trasferito ad un tribunale speciale per i crimini antiterrorismo e il 19 luglio 2023 viene costretta a confessare da un avvocato di stato e si rifiuta. Il 5 novembre 2023 si fermano i contatti con i suoi parenti. Il 9 gennaio 2024 viene condannata per aver commesso reati terroristici senza la sua famiglia ne fosse informata. Il 14 aprile 2024 Manahel al-Otaibi riesce a contattare la sua famiglia a cui racconta di avere una gamba spezzata a causa dei ripetuti abusi e di non avere cure mediche. Il 3 novembre 2024 viene confermata la condanna a 11 anni di carcere.
Sai io leggendo mi sono augurata che morisse, che morisse prima possibile, o che potesse trovare la forza di raggiungere qualche oggetto per uccidersi, che nelle sue conoscenze legate al fitness ne abbia per sapere qualche punto del corpo da colpire per riuscire ad uccidersi velocemente, senza una prolungata agonia.
A noi sembra sconvolgente, completamente senza senso una simile condanna. Qualcosa di folle, abominevole.
Ma l’attacco terroristico, riconosciuto nel suo paese, non è altro che culturale.
Non ho trovato molte informazioni su Manahel al-Otaibi, non so in che famiglia sia cresciuta, cosa le abbia fatto credere di poter fare dei video come fosse una ragazza americana o europea, di poter parlare liberamente.
Ovvero messa semplicemente, quando si parla di altre culture, bisogna capire che ciò che noi diamo per scontato, può girare molto diversamente, e quel diversamente altrove si chiama normalità.