Quoto ogni singola parola Danny.
E' un po' tutta questa lunga discussione che si gira attorno allo stesso concetto.
Nel momento in cui non voglio più valori di riferimento a cosa ci si appella per valutare e comprendere un'azione, o per definire le mie responsabilità verso gli altri?
Se il riferimento è solo a un'etica personale, che dovrebbe essere comunque sempre un'adesione a un'etica condivisa, vi è il rischio che qualche persona, come si è letto, manifesti una personale visione delle cose, perlopiù soddisfacendo le proprie tensioni o pulsioni o sulla valutazione dei propri desideri.
Il rischio che l'altro ridiventi "cosa" è palese.
Il desiderio di vendetta per esempio ne è la dimostrazione. Ma anche nel desiderio della donna sposata non si valutano assolutamente le responsabilità individuali nel darvi sfogo. Ci si giustifica con l'uso del termine "amore".
Un amore che si dimostra però esclusivo, orientato verso una singola persona, senza alcuna apertura al prossimo, agli altri.
Ma come può definirsi amore ciò che esclude gli altri?
Io credo che si confonda la concupiscenza con l'amore, che non può non avere un'apertura verso il prossimo.
L'amore è un sentimento positivo.
La nostra epoca, più di ogni altra precedente, si fonda su un'individualismo evidente.
E' del tutto svincolata dal senso di responsabilità l'affermazione che in un tradimento sia solo la moglie (o il marito) fedifraga ad essere chiamata in causa. Nel momento in cui io mi considero parte di una società, dovrei saper valutare le conseguenze delle mie azioni e delle mie decisioni.
Vi è poi la questione della libertà individuale: non vi è alcuna limitazione nella libertà individuale nell'individuare dei valori di appartenenza. Ogni singola persona può decidere se aderirvi o meno, ma lo fa avendone consapevolezza.
Io non condanno, esattamente come fece Gesù, "l'adultera", in quanto io stesso mi sento peccatore. Io stesso mi valuto in determinate azioni che ho commesso negativamente, in poche parole sono stato stronzo anch'io, giusto per intenderci, e per stronzo intendo dire uno che se ne è fregato del fatto che poteva far male a qualcuno e glielo ha fatto.
Ma ho la consapevolezze di averlo fatto, la vergogna per ciò che ho commesso in determinati momenti del mio passato e la volontà di tentare di evitare che accada nuovamente.