Ci sono due soluzioni, molto diverse, per l'assimilazione di culture differenti.
La prima è il tentativo di sradicare la cultura identitaria di origine creando apolidi già dalla seconda generazione. E' quello che si tenta di fare da noi, o si spera.
A mio parere non può funzionare. Mettere contro i figli alle famiglie d'origine è una scommessa su cui non mi sento di puntare.
I figli nascono e crescono in comunità di persone culturalmente simili, i filippini stanno con i filippini, i peruviani con i peruviani, etc.
La scuola tenta questa operazione alle elementari, ma i risultati negli anni successivi mostrano le difficoltà a operare con questi criteri.
Chiariamo: è una questione individuale. Figli nati in famiglie già poco legate al territorio d'origine fanno poca fatica, altri nati e cresciuti in una comunità ne fanno tanta. Con il tempo questa soluzione mostra davvero tutti i suoi limiti perché le comunità crescono. Nel grande magazzino che ho di fronte a casa i dipendenti sono solo cinesi, non assumono italiani. La comunità è chiusa, ma non pensate che filippini o peruviani siano più aperti. Più le comunità crescono numericamente, più ovviamente le possibilità di mescolanza diminuiscono.
Io lo vedo con l'immigrazione italiana: i pugliesi, i napoletani etc mantengono ancora caratteristiche identitarie d'origine, anche in quelli che ora sono i figli e i nipoti. Da noi è accaduto perché i numeri lo consentivano, e del resto Milano è diventate la città delle mafie in Italia non per niente. Se pensate, la mafia è una comunità con una fortissima identità, che si è mantenuta. Anche nel modo di pensare.
Questo sistema pertanto per me è ormai superato.
Il secondo modo è quello USA. Quartieri con comunità ben definite culturalmente, differenze evidenti e palesi a livello culturale, ma teoricamente una legislazione che renda tutti pari.
Da noi il problema lo rappresenta la comunità musulmana, principalmente: è ovvio che una crescita della stessa dovrà accompagnarsi a una trasformazione dell'Italia che conceda sempre più spazi a loro.
Non credo che gli italiani siano preparati o disponibili a questo.
Alla fine il problema sarà la contrapposizione che si creerà.
D'altronde, ai neri negli USA non sono bastati secoli per avere parità di diritti e non è stato indolore.
Sono cose che si dimentica di dire, ogni volta.