Foglia
utente viva e vegeta
Non un molestatore, ma uno cha ha usato violenza. Nella pratica, credo che sia capitata più o meno a tutte la manata sul culo, o la palpata alle tette. Non le ho mai raccontate a nessuno. Concordo sul fatto che non sia una violenza equiparabile a uno stupro. Tuttavia, avendole sperimentate, personalmente credo anche che un segnale, da parte della società, per dire che "non si fa", ci voglia. E mi spiace - aggiungo - in quanto FACENTE PARTE della società, non aver dato un fattivo contributo in tal senso.Sull’ educare concordo e lo faccio. Da qui a definire quest’uomo un molestatore ce ne passa per me
E come si fa a dire "non si fa", se non portando alla luce un caso, e abituando (ABITUANDO) non soltanto la società, ma anche di riflesso il sistema giustizia, a far MATERIALMENTE capire che certe cose non si fanno? Perché "i principi", la morale, l'etica, restano un affare esclusivamente individuale se poi nel concreto non le si fa scendere giù dall'iperuranio.
Poi benissimo: si può parlare di sensibilità. Tu lo depenalizzeresti, io invece sono favorevole a che se ne parli, ne parli la società, e sia un fatto che contribuisca a modificare la percezione di ciò che sino ad oggi è stato considerato deprecabile, ma accettabile. Questo è un discorso che capisco.
Non capisco, invece, il dare la colpa alla società, come fosse altro da noi, il pigliarne distanza e pensare che tutto si possa risolvere cambiandola dall'alto. Però nessuno tocchi il poveretto, finché la coscienza non sarà mutata.
A me pare l'immobilismo più puro. A prescindere da che questo secondo me qualche brutto momento se lo può ben passare, secondo te è esagerato, a un altro frega niente, eccetera eccetera. A me interessa di più la poveretta che mentre lavorava si è beccata la sciaffata sul culo. E di come il fatto che abbia denunciato possa cambiare un certo modo di pensare (certo: non dall'oggi al domani). Come, se, ed in che misura possa contribuire a un cambiamento. Di lui, delle sue sorti, ribadisco, interessa sicuramente meno,