Questi i G7 Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti.
Ci siamo.
Forse i soldi potrebbero esserci.
Il problema è come usarli.
Pensiamo al passato, che dovrebbe essere maestro.
Anche l’immigrazione interna ha creato problemi. Non ha funzionato né lasciar fare, né la creazione dei quartieri. Senza restare su Milano, è noto a tutti che creare Scampia non è stata una grande idea. Una volta l’ho detto a una riunione e un genitore mi ha stroncata con “io sono di Scampia.” Ora è dell’hinterland, la moglie professoressa delle medie e lui impiegato delle poste, la figlia laureata. Ma non ha trovato interventi utili, li ha creati lui.
Ma non si può sempre fare conto sulle capacità individuali. Altrimenti va bene tutto. Rizzoli e Del Vecchio erano Martinit e pure mio padre, ma ci saranno stati anche degli spostati.
Io non credo utili le case popolari intese come quartieri autonomi e non penso che basti metterci i servizi. Era una visione che creava ghetti, come ghetti di lusso sono Milano2 e Milano3. Questi ultimi belli, costosi, abitati da ricchi, ma comunque destinati a forme di decadenza, perché anche i ricchi invecchiano.
Credo più a una distribuzione delle famiglie in difficoltà. Ne ho visto e letto con altre forme di integrazione a New York.
Potrebbe essere una buona soluzione. E non è che poi si creerebbero altri problemi, è ovvio, ma sono più facilmente gestibili e anche in numero inferiore, se non si creano difficoltà di partenza.
È come per l’inserimento dei disabili a scuola. Prima erano in scuole speciali che avrebbero dovuto avere personale specializzato e offrire migliori opportunità di apprendimento e formazione. Questi non erano argomenti irragionevoli. Ma non hanno funzionato.
L’inserimento nella scuola di tutti ha dato risultati migliori.
Ma anche in questa buona iniziativa si trovano pecche, se non vi sono risorse.
Ma non è responsabilità dei disabili.
Ugualmente ci sono esperti sull’argomento che hanno studiato tutti le diverse soluzioni adottate con le difficoltà, problemi e correzioni.
Se i ghetti di immigrati meridionali sono diventati ghetti di altre etnie, si vede che sono i quartieri dedicati che non funzionano.
E nel frattempo di trovare un nuovo modello e attuarlo?
Nel frattempo ci vogliono strutture e personale.
E ci vuole una politica generale che dia a tutti possibilità.
L'immigrazione è una risorsa, per noi, che emigriamo a nostra volta, per chi viene da noi, per la crescita economica e industriale.
Il problema è che deve avvenire con una struttura organizzativa dello stato adeguata per non creare troppi problemi.
I modelli ghetto esistono da almeno un secolo da noi.
Già dalla cancellazione dei quartieri popolari del centro Milano nell'800, si è voluto intervenire relegando i poveri e gli immigrati dalle campagne lontani dall'area più di valore dal punto di vista immobiliare, in aree circoscritte ed esterne, periferiche o satellitari.
L'esempio più clamoroso è Ponte Lambro, un quartiere milanese dimenticato fino a qualche anno fa anche dalle mappe ATM.
Questo tipo di impostazione è essenzialmente moderna e prevede la divisione per classi delle aree delle città.
La trovi a Rio de Janeiro come nelle città africane, a New York come a Parigi, per esempio ma non a Napoli.
Hai citato Scampia, ma a Napoli i quartieri spagnoli portano immigrati e poveri direttamente in centro, e anche Forcella non può dirsi periferia.
A livello urbanistico i ghetti sarebbero da evitare ma questo impatterebbe sulla qualità di vita della classe borghese, che a parole è pro immigrazione, nella realtà non abiterebbe mai al Corvetto e PAGA per non farlo
Dove esistono queste divisioni la sicurezza è difficile da mantenere. In Kenya hai le guardie armate fuori dai quartieri borghesi e la tua vita vale un cazzo dentro uno slum.
Da noi a Milano si è voluto gettare l'immondizia metaforicamente nella zona del Corvetto (e non solo), da sempre la più povera, in maniera da togliere spaccio, marocchini, barboni e negri dalla vista di quelli che abitano o transitano in aree di maggior pregio.
Non ci sono riusciti del tutto, dato che oggi sono andati a fuoco dei materassi anche all'Arco della Pace
Il problema è che tu devi affrontare tutti i problemi connessi con l'immigrazione, compresa la gestione criminale sussidiaria ad essa, con progetti, personale, leggi, risorse adeguate.
Ti porto un esempio: sfratti facili in caso di insolvenza.
E poi pena certa per la microcriminalità.
E tante altre piccole cose che ovviamente latitano totalmente.
Per cui, non facendo assolutamente un caxxo lo stato, si invoca il razzismo ogni volta giusto per indicare il solito dito in vece della Luna