condivisibile l'idea che si attui una qualche forma di tutela sugli spazi pubblici della rete, condivisibile la richiesta di poter ritirare contenuti postati volontariamente di cui ci si pente.
però: a leggere i discorsi tuoi e di e brunetta mi viene da dire che voi veramente state male.
cosa c'entra la frase che ho evidenzito?
cioè: confidenti o non confidenti che fossero, questa cerebroguasta (cit.) ha mandato a QUATTRO persone QUATTRO il video in cui lei praticava una fellatio.
in nome di quale libertà? esattamente, cosa ci vedete di INGENUO in questo?
non è che perchè questi atti di estrema liberalizzazione e diffusione di momenti intimi sono stati sdoganati dai professionisti del marketing che tengono venti centimetri di pelo sullo stomaco diventa o debba diventare un "così fan tutti": e in effetti non lo è, E PER FORTUNA, @
danny, perchè per quanto mi sforzi di pensare quale donna non abbia mai mandato il video di una fellatio praticata da se stessa su un pirla qualsiasi al proprio amico, fidanzato, fratello, collega di lavoro (almeno a quattro sennò non vale) non me ne viene in mente manco una, a parte questa povera ragazza di cui tanto si parla.
la rete , fra l'altro non c'entra veramente un cazzo di nulla con questa vicenda, se non che è uno dei contesti sociali più ampi in cui tutti siamo inseriti VOLONTARIAMENTE, perchè a quanto sembra in rete si socializza di più, si rimorchia di più, si vive di più.
e in un qualsiasi contesto sociale da quando l'uomo è apparso sulla terra si impara a vivere, a relazionare, a sopravvivere, ad adeguarsi, a TUTELARSI. come? guardando quel che fanno gli altri, e facendo esperienza.
Si impara a costruire anche forme di solidarietà che tutelino chi non ci arriva, ma non è che quando si commettono atti inconsulti contro se stessi sia un diritto acquisito avere la rete di salvataggio. se ti dice culo ce l'hai, sottoforma di amici che riescono a stoppare la tua dabbenaggine, altrimenti incappi in casi come questi. e anche la confidenza, come abbiamo imparato molto su questo forum ( altro contesto sociale) si impara a darla a chi pensiamo che la meriti: salvo poi trovarci a fare qualche errore di valutazione, e a imparare a non commetterlo più.
purtroppo questi quattro imbecilli al massimo pagheranno una multa per aver diffuso contenuti privati senza l'autorizzazione dell'interessata, il che ha poco o niente a che fare con il delitto morale che hanno commesso: idem per il o i quotidiani on-line che hanno reso virale questo video ( a quanto ho capito: anche se, come ripeto, dalle parti del mio cervello certe cose non diventano virali manco per scherzo): ma se i primi a commettere atti inconsulti su noi stessi siamo noi non è che debba esistere il comitato di tutela e di salvezza a impedircelo.