Appunto.
Da un lato, la mancanza di un sistema assistenziale.
Dall'altro il fatto che si dice che "vorremmo dare tutto a questi figli", mentre in realtà vogliamo darci tutto. Nessuno vuole trovarsi costretto a vivere in alloggi di fortuna. E nessuno vuole "svendere" il proprio tempo di fronte all'altro.
Nessuno vuole rinunciare.
So bene anch'io che in un mondo perfetto dove c'è lavoro ben pagato per tutti, dove soprattutto lo si trova pure a cinquant'anni, dove la cd. "flessibilità" e' un concetto che rema (inspiegabilmente) contro il mercato stesso del lavoro, saremmo tutti capaci di avere belle case, soldi adeguati, e tempo a volontà da passare coi figli.
Ho amiche ad oggi prese ancora con l' "inserimento" dei figli nell'asilo pubblico

Siamo a novembre.
Che facciamo?
Facciamo stare a casa il papà, così siamo in due a non lavorare?
Tutto può essere normato: spero bene che pillon sappia, che il posto fisso a tempo indeterminato oggi non e' una regola. Spero sappia la realtà non solo di chi è in proprio, ma anche delle cd. partite iva di fatto subordinate. Della precarietà dei contratti a termine, della effettiva distorsione di quelli a progetto. Degli orari su turni. E ne tenga conto, nel "riformare". Perché è in base a quello, che poi tradurremo la sua "bigenitorialita' paritaria". Potrei anche andare oltre, e dire che se parità di orari si traduce nello "stai con la baby-sitter", allora forse sarebbe il caso di verificare se l'altro coniuge preferisce implementare l'attività lavorativa, o magari stare con il figlio. Quello che mi viene da dire e' che non possiamo affidare le basi di una riforma sull'ottimismo. Posti di lavoro ad orario "calmierato", con stipendi che consentono acquisti o affitti di (almeno) trilocali per entrambi e baby sitter che a sto punto fronteggino gli inserimenti all'asilo. Per non parlare delle vacanze dilatate a dismisura. I tre mesi estivi. Eccetera. Mi verrebbe da dire ben venga una legge che auspica tutto questo, in una con il raddoppio (specialmente al sud) delle opportunità lavorative. Ad una futura discriminazione che si baserà per entrambi i generi sulle (anche solo potenzialità) di trovarsi separati "con figli al 50", eccetera eccetera.
Non fosse che non partiamo da questo.
Partiamo da una legge che "obbliga a...".
E da tante "teste" che in virtù del solo fatto che quella legge "esiste", sono pronte a dire "io quindi ho diritto a....", al di là dell'evidenza di cui nessuno si preoccupa. E.... A cose poi fatte, quando vi è un rimedio da porre, quando i mediatori non bastano più, quando i Tribunali devono applicare una legge.... Come siamo messi in punto assistenti sociali? Che quelli stanno già oberati