Ero io che lo chiedevo...
Da un certo punto di vista mi hai fatto tenerezza.
Dall'altro punto di vista sei in una fase in cui qualunque cosa ti si possa dire che non confermi il TUO sentire è perfettamente inutile.
Per un po' ancora non ci sentirai da questo orecchio.
All'incirca alla tua età ho vissuto una cosa molto simile...mi ricordo che la sensazione era stata quella di un treno nei denti.
Così liberatoria e...dolce.
Non ho ascoltato nessuno. Ho fatto quello che io ritenevo di fare.
E' stato un disastro durato 10 anni.

Avevamo impostato una relazione tutta costruita sulle reciproche cicatrici, uno lo specchio comprendente l'altro.
Uno la consolazione dell'altro. Noi, lo spazio rifugio dal brutto mondo...
Per un po' eravamo anche stati io e lui contro il mondo...
Entrambi profondamente....mancanti. Ognuno di se stesso.
Abbiamo pagato, e caramente, entrambi la nostra ingenuità.
Rifarei tutto.
Compreso il dolore e anche la perdita di investimento su di me.
E la fatica e il dolore successivi.
Che dire...ho grassettato quelle frasi, sono tutte autoreferenti.
Parlano di te. Dei tuoi bisogni. Hai dato la carta d'identità del tuo percorso, dei tuoi desideri. Delle tue mancanze fino a questo momento.
Non c'è NOI. Ci sei solo tu, desideri e aspettative. Sogni ed attribuzioni.
Una relazione non è impostata su queste basi.
In una relazione ci sono due IO, che mettono in comune risorse e limiti in uno spazio co-costruito e com-partecipato da entrambi che viene chiamato NOI.
Una relazione è scambio (e non io ti do perchè tu mi dia) e offerta.
E' assunzione del rischio. (no, non mi butto e vedo come va...che non è assunzione del rischio)
Vedi tu se ragionarci. Oppure no.
Dubito tu ora sia in grado di farlo.
Sei in botta, sballata di ossitocina e dopamina.
E' presto.
EDIT: per quanto riguarda il sottolineato...lo so che è un mondo strano e che oggi come oggi fare il lavoro per cui si è pagati anche impegnandosi per farlo bene suona addirittura eroico!
Ma se è un medico non sta facendo niente di speciale.
Sta facendo il suo lavoro. E il suo lavoro è servire. Secondo scienza e coscienza.
Deontologicamente...con te, non sta facendo nè l'uno nè l'altro.
Che almeno lo faccia bene col paziente.