Educazione

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Perchè serviva da specchio a tutti quelli che sentivano, anche dubitando, anzi perchè proprio dubitando, di essere genitori migliori. 😁
I bambini venivano indotti a essere insopportabili.
Però proponeva un modello educativo con regole e limiti che è molto rassicurante per i bambini.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Una domanda.
Chi di voi giocava abitualmente da bambino con parecchi amichetti di diverse età in cortile a nascondino, guardie e ladri e similari?
Passavate più ore con gli amici o davanti alla TV?
Chi di voi non ha mai giocato se non saltuariamente a questi giochi?

Per chi ha giocato: chi stabiliva le regole?
Giocato sempre in strada da piccola
Mai accaduto nulla
Che bei tempi
Le regole...i più grandi ..
Fino a che si è potuto siamo stati tutti insieme...
Io però ero la più piccola con mia cugina...
Quando i grandi sono diventati troppo grandi...
Ognuno per la sua strada ..
Peccato...
Adesso i bambini che possono giocare senza sorveglianza al parco sono il numero minore ..
Sono tutti li con tate mamme zie nonni...
Mai da soli...
Non hanno un minimo di indipendenza..
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Giocato sempre in strada da piccola
Mai accaduto nulla
Che bei tempi
Le regole...i più grandi ..
Fino a che si è potuto siamo stati tutti insieme...
Io però ero la più piccola con mia cugina...
Quando i grandi sono diventati troppo grandi...
Ognuno per la sua strada ..
Peccato...
Adesso i bambini che possono giocare senza sorveglianza al parco sono il numero minore ..
Sono tutti li con tate mamme zie nonni...
Mai da soli...
Non hanno un minimo di indipendenza..
Menomale che ci sono degli adulti a sorvegliare.
Dai su!
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Menomale che ci sono degli adulti a sorvegliare.
Dai su!
Guarda che se andiamo avanti di sto passo manco all università da soli li mandano...
Non dico di lasciarli da soli a 5 anni
Ma a 10 anni un ora al parco da soli la potranno fare o no?
 

Marjanna

Utente di lunga data
Comunque siete un poco catastrofisti, non è che i giovani non girino da soli. Io ne vedo, non bambini certo. E almeno da me il sindaco (attuale) ha fatto molto per i giovani, è padre anche lui.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Guarda che se andiamo avanti di sto passo manco all università da soli li mandano...
Non dico di lasciarli da soli a 5 anni
Ma a 10 anni un ora al parco da soli la potranno fare o no?
Non diciamo cose diverse.
Però i bambini liberi, ma sorvegliati, non è un male.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Comunque siete un poco catastrofisti, non è che i giovani non girino da soli. Io ne vedo, non bambini certo. E almeno da me il sindaco (attuale) ha fatto molto per i giovani, è padre anche lui.
Io ne vedo in giro soli fin troppi.
 

iosolo

Utente di lunga data
Forse sono quella più vicina ad avere bambini anche se avendo 12 e 15 anni ormai per me ora sono ragazzi.
Io penso che molto spesso invece le richieste di accudimento fatte dalla società ai genitori di oggi sono molte di più di quelle che venivano fatte ai nostri genitori, la società e di conseguenza la norma, tende ad avere un idea di "protezione" diversa. A volte può essere eccessiva ma nasce dalla percezione del pericolo, o anche, al contrario della percezione del benessere, con cui ogni genitore si trova a doversi confrontare.

Lasciare un bambino di meno di 10 anni al parco solo, senza sorveglianza di nessuno, in realtà non è un attitudine e un abitudine dei genitori di oggi, dovuta, secondo me, a una dimensione diversa della piazza, dei compagni di gioco di età molto diverse e perché perdendo la dimensione di paese/quartiere, in cui tutti conoscono tutti, si fa fatica a verificare chi frequenta chi.
Meno bambini "tranquilli" soli in piazza si finisce che in piazza trovi soli quelli più indisciplinati e problematici che spesso rimangono soli solo per una forma di disinteresse dei genitori. Questi ragazzetti, sono diventati un po' il problema del quartiere, per schiamazzi, per attrezzature rotte, e per mancanza di educazione nei confronti degli adulti e degli spazi comuni. Mancata educazione? Genitori assenti? Il problema quindi è che i genitori sono troppo presenti o che lo sono poco?
Come in ogni cosa secondo me ci vuole equilibrio, ma l'equilibrio si può ottenere, solo con la consapevolezza di qual è il contesto in cui ti trovi e come poterti muovere al meglio al suo interno.
Nonostante questo comunque da me in piazza ci sono molti ragazzi e bambini che giocano, di solito ci sono un paio di genitori, che lasciano i ragazzi li e magari vanno a fare la spesa e poi vanno a riprenderli, oppure c'è sempre un adulto a sorvegliarli da lontano.
Devo dire che anch'io sotto i 10/12 anni ero in cortile sotto al palazzo e non mi era permesso di uscire dal cancello, proprio perché vivevo in una città come Roma, dispersiva e non a misura di bambini, neanche 30/35 anni fa. Quindi secondo me ogni cosa va sempre contestualizzata al posto e anche alle condizioni.

Per rispondere poi a @danny anche io vedevo i cartoni della mia generazione e fanno parte della mia infanzia, ma non come elemento solitario ma come elemento di aggregazione con i miei coetanei allora come adesso.
Noi giocavamo ad Holly e Benji ad esempio, e alle 16 con l'inizio di Bim Bum Bam, tutti in casa a vedere le corse infinite sul campo, per poi metterlo in pratica nel cortile del palazzo... io ero Tom (nemmeno mi era andata troppo male). Poi c'era Lady Oscar e Candy con cui cazzeggiare con la tua compagna di banco in attesa della puntata successiva (chi non si è innamorata di Andre o Terence?).
La cosa che amavamo fare era condividere storie e momenti, come tutti quelli di quella età.
Io ricordo ancora la sala giochi del quartiere dove ci vedevamo con quattro spicci che dovevi dosare bene. Anche se poi c'era campana, i quattro cantoni e altri giochi idioti che si potevano fare ed erano ugualmente divertenti.
Insomma a una persona della mia età secondo me quando gli ricordi i Visitors ad esempio, non si ricorderà nemmeno la trama o altro, ma si ricorderà quando facevamo le schifezze alle elementari per far finta di toglierci la pelle. Ricordi quella spensieratezza li.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Forse sono quella più vicina ad avere bambini anche se avendo 12 e 15 anni ormai per me ora sono ragazzi.
Io penso che molto spesso invece le richieste di accudimento fatte dalla società ai genitori di oggi sono molte di più di quelle che venivano fatte ai nostri genitori, la società e di conseguenza la norma, tende ad avere un idea di "protezione" diversa. A volte può essere eccessiva ma nasce dalla percezione del pericolo, o anche, al contrario della percezione del benessere, con cui ogni genitore si trova a doversi confrontare.

Lasciare un bambino di meno di 10 anni al parco solo, senza sorveglianza di nessuno, in realtà non è un attitudine e un abitudine dei genitori di oggi, dovuta, secondo me, ha una dimensione diversa della piazza, dei compagni di gioco di età molto diverse e perché perdendo la dimensione di paese/quartiere, in cui tutti conoscono tutti, si fa fatica a verificare chi frequenta chi.
Meno bambini "tranquilli" soli in piazza si finisce che in piazza trovi soli quelli più indisciplinati e problematici che spesso rimangono soli solo per una forma di disinteresse dei genitori. Questi ragazzetti, sono diventati un po' il problema del quartiere, per schiamazzi, per attrezzature rotte, e per mancanza di educazione nei confronti degli adulti e degli spazi comuni. Mancata educazione? Genitori assenti? Il problema quindi è che i genitori sono troppo presenti o che lo sono poco?
Come in ogni cosa secondo me ci vuole equilibrio, ma l'equilibrio si può ottenere, solo con la consapevolezza di qual è il contesto in cui ti trovi e come poterti muovere al meglio al suo interno.
Nonostante questo comunque da me in piazza ci sono molti ragazzi e bambini che giocano, di solito ci sono un paio di genitori, che lasciano i ragazzi li e magari vanno a fare la spesa e poi vanno a riprenderli, oppure c'è sempre un adulto a sorvegliarli da lontano.
Devo dire che anch'io sotto i 10/12 anni ero in cortile sotto al palazzo e non mi era permesso di uscire dal cancello, proprio perché vivevo in una città come Roma, dispersiva e non a misura di bambini, neanche 30/35 anni fa. Quindi secondo me ogni cosa va sempre contestualizzata al posto e anche alle condizioni.

Per rispondere poi a @danny anche io vedevo i cartoni della mia generazione e fanno parte della mia infanzia, ma non come elemento solitario ma come elemento di aggregazione con i miei coetanei allora come adesso.
Noi giocavamo ad Holly e Benji ad esempio, e alle 16 con l'inizio di Bim Bum Bam, tutti in casa a vedere le corse infinite sul campo, per poi metterlo in pratica nel cortile del palazzo... io ero Tom (nemmeno mi era andata troppo male). Poi c'era Lady Oscar e Candy con cui cazzeggiare con la tua compagna di banco in attesa della puntata successiva (chi non si è innamorata di Andre o Terence?).
La cosa che amavamo fare era condividere storie e momenti, come tutti quelli di quella età.
Io ricordo ancora la sala giochi del quartiere dove ci vedevamo con quattro spicci che dovevi dosare bene. Anche se poi c'era campana, i quattro cantoni e altri giochi idioti che si potevano fare ed erano ugualmente divertenti.
Insomma a una persona della mia età secondo me quando gli ricordi i Visitors ad esempio, non si ricorderà nemmeno la trama o altro, ma si ricorderà quando facevamo le schifezze alle elementari per far finta di toglierci la pelle. Ricordi quella spensieratezza li.
Concordo su tutto.
Sempre ci sono stati genitori apprensivi e genitori “menefreghisti“, metto tra virgolette perché sono fermamente convinta che ogni genitore fa il meglio che può, anche quando può poco. Fa il meglio che può perché i figli sono emanazione di sé e se davvero vengono trascurati o pressati, accade perché i genitori rifiutano parti di sé o vorrebbero che i figli avessero riconoscimenti e opportunità che loro non hanno avuto.

Premesso questo, è singolare che oggi i figli appaiano maleducati non per reale assenza dei genitori, ma per assenza in determinate circostanze in cui contenerli (io non parlo mai di sgridarli.) sarebbe o fastidioso per i genitori o limitante di una presunta libertà di espressione.
Leggevo proprio ieri ricordi un mio contatto fb, che è una trans, di partecipazione a scorribande con il fratello e i suoi amici. Una volta che il fratello non c’era, quei ragazzini lo avevano costretto a rapporti orali. Aveva 8 anni. Bellissima la libertà di giocare nei campi?
 

iosolo

Utente di lunga data
Concordo su tutto.
Sempre ci sono stati genitori apprensivi e genitori “menefreghisti“, metto tra virgolette perché sono fermamente convinta che ogni genitore fa il meglio che può, anche quando può poco. Fa il meglio che può perché i figli sono emanazione di sé e se davvero vengono trascurati o pressati, accade perché i genitori rifiutano parti di sé o vorrebbero che i figli avessero riconoscimenti e opportunità che loro non hanno avuto.

Premesso questo, è singolare che oggi i figli appaiano maleducati non per reale assenza dei genitori, ma per assenza in determinate circostanze in cui contenerli (io non parlo mai di sgridarli.) sarebbe o fastidioso per i genitori o limitante di una presunta libertà di espressione.
Leggevo proprio ieri ricordi un mio contatto fb, che è una trans, di partecipazione a scorribande con il fratello e i suoi amici. Una volta che il fratello non c’era, quei ragazzini lo avevano costretto a rapporti orali. Aveva 8 anni. Bellissima la libertà di giocare nei campi?
Credo che è questo il punto, eliminare frustrazioni.
Il presunto benessere immediato è poco faticoso per l'adulto.
Perché dire un no è faticoso innanzitutto, soprattutto se non è legato a un problema di sicurezza ma di valore.
Insomma se vedi un bambino che fa cose pericolose come maneggiare un coltello, non avrai problemi a dire no, anche perché è un no condiviso da tutti. Ma se tu devi dire no a uno schiamazzo che è disturbante ma non legato alla sicurezza, dovrai entrare in conflitto prima con lui, cercando di spiegare le motivazioni del tuo agire, fargli probabilmente capire perchè lui no e gli altri si, e poi magari avrai un genitore o più genitori (o nonni, zii, magari anche l'altro genitore) che interverranno con: "lascialo fare che male fa, sono ragazzi", rendendo tutto ancora più complicato.
Diciamo che se cominci presto a dire no, i bambini di solito ti seguono e capiscono le regole, capiscono anche che i capricci e le insistenze sono non tollerate, senza necessità di punizioni, se altrimenti capiscono che tu non sei abbastanza forte per sostenere quelle regole, alla fine ti prenderanno per stanchezza.
Essere forti delle regole però è sintomo di una buona dose di sicurezza ma è difficile esserlo con tutte i condizionamenti esterni che ci sono oggi. Comprensivi di manuali, educatori al limite del folle e una società sempre più distratta.
Io mi sono sentita sicura del mio ruolo (anche se non proprio sempre sempre) perché concorde con mio marito sulla stessa idea di educazione e poi dove vacillavo pensavo sempre a quelli che erano i valori trasmessi a me che sono e rimangono i miei punti fissi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che è questo il punto, eliminare frustrazioni.
Il presunto benessere immediato è poco faticoso per l'adulto.
Perché dire un no è faticoso innanzitutto, soprattutto se non è legato a un problema di sicurezza ma di valore.
Insomma se vedi un bambino che fa cose pericolose come maneggiare un coltello, non avrai problemi a dire no, anche perché è un no condiviso da tutti. Ma se tu devi dire no a uno schiamazzo che è disturbante ma non legato alla sicurezza, dovrai entrare in conflitto prima con lui, cercando di spiegare le motivazioni del tuo agire, fargli probabilmente capire perchè lui no e gli altri si, e poi magari avrai un genitore o più genitori (o nonni, zii, magari anche l'altro genitore) che interverranno con: "lascialo fare che male fa, sono ragazzi", rendendo tutto ancora più complicato.
Diciamo che se cominci presto a dire no, i bambini di solito ti seguono e capiscono le regole, capiscono anche che i capricci e le insistenze sono non tollerate, senza necessità di punizioni, se altrimenti capiscono che tu non sei abbastanza forte per sostenere quelle regole, alla fine ti prenderanno per stanchezza.
Essere forti delle regole però è sintomo di una buona dose di sicurezza ma è difficile esserlo con tutte i condizionamenti esterni che ci sono oggi. Comprensivi di manuali, educatori al limite del folle e una società sempre più distratta.
Io mi sono sentita sicura del mio ruolo (anche se non proprio sempre sempre) perché concorde con mio marito sulla stessa idea di educazione e poi dove vacillavo pensavo sempre a quelli che erano i valori trasmessi a me che sono e rimangono i miei punti fissi.
Un’altra cosa che blocca è la paura che il bambino non voglia più bene al genitore.
È palesemente insensato, ma così è.
 

iosolo

Utente di lunga data
Un’altra cosa che blocca è la paura che il bambino non voglia più bene al genitore.
È palesemente insensato, ma così è.
Forse è vero.
Io credo che i miei mi apprezzano molto di più invece proprio per la mia rigidità in certi contesti. Sento come parlano delle mamme degli amichetti che si lasciano sopraffare senza capacitarsene... ecco una cosa che mai potrò tollerare è un figlio che dice ai genitori: "stati zitto!", "sei una stupida" o qualcosa di simile. Purtroppo ce ne sono e tanti ma per arrivare a quel punto, quanti NO hai omesso?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
noi sparivamo per tutto il giorno, abbiamo fatto anche bei danni, ricordo :LOL:
Idem.
E facevo il bagno nella Martesana, nel Villoresi e nell’Adda.
Oggi tutto proibito, ma Sabato pomeriggio un tuffo (a testa) nell’Adda l’ho fatto comunque.
E tutti a dire, ma no è vietato, e‘ inquinato, si annega.
Ma va cagher.
 
Top