Stamane, sul presto, ho ricevuto la telefonata di una persona cara, la quale mi ha aggiornato sugli ultimi messaggi del forum. Io non passavo di qui da un pò e, visto che nella telefonata il racconto era lardellato da occhi indiscreti pseudo grande fratello, contributi esterni da pseudo Paolo Crepet e manifestazioni di condivisione appassionata da pseudo fanclub, sono entrato a leggere. Con dispiacere ho avuto la sensazione che dentro questo thread si stiano accumulando alcuni ingredienti troppo simili a quelli usati per confezionare il peggio della televisione di oggi. E questo mi dispiace davvero, perché un forum come questo, a cui peraltro devo molto, non lo merita.
La mia penna, a quanto pare, ha l'accelerazione facile ed il vizio di non fermarsi ai semafori. Almeno a giudicare dai verbali che mi arrivano da qui. Tuttavia non credo che abbia la capacità di investire pedoni e di farli finire all'ospedale. Anzi, di pedoni io qui proprio non ne vedo! Il mio inchiostro è spesso caustico, ma ho la capacità di ascoltare, ravvedermi, riparare le lacerazioni e chiedere scusa, se necessario. Il ricevere consensi e manifestazioni di stima solleticherebbe il narcisismo di chiunque. Sulla ipotizzata ipertrofia del mio narciso, sto lavorando da tempo. Penso che, quella sì, sia un segno di immaturità, spesso tipicamente maschile, se lasciata andare. Il fatto che qui abbia parlato soprattutto di me lo ritengo normale. Potrei sbagliare, ma ho interpretato questo forum come un luogo di condivisione delle proprie esperienze. Sono sempre stupito dall'attenzione che, a volte mio malgrado, continuo a ricevere. Ho cercato di dare delle spiegazioni a tutto questo. La mia storia è assolutamente ordinaria, persino banale. Ricordo di averlo scritto sin dall'inizio. Il mio dolore credo sia assolutamente comune. Probabilmente è la mia sensibilità ad essere fuori dal comune e, abbinata alla capacità di descrivere i miei stati d'animo a tinte forti e per immagini, ha prodotto degli effetti suggestivi. Mi è capitato di rileggere il morto recentemente. L'ho letto prima di andare in tribunale per la presidenziale. Ci sono stato male. Ho rivissuto momenti terribili e mi sono reso conto di quanto fossi fuori di me. Le oscillazioni pazzesche di cui ero preda erano frutto di un dolore di cui oggi porto ferite profonde. Ferite in parte, solo in parte, rimarginate. Altre ferite ancora sanguinano e le sto lentamente curando. Alcune ferite neppure mi rendo conto di averle, talmente si nascondono in profondità: non smetterò mai di cercarle. La diagnosi dell'anonimo sedicente professionista non mi stupisce affatto. Tranne i concetti tecnici da lui utilizzati e sui quali non ho la competenza per pronunciarmi, tutte le considerazioni "leggibili" da lui svolte, le avevo già individuate e scritte proprio su questo forum. Anzi, sono lieto, finalmente, di sentire una voce fuori dal coro e che, togata con i crismi di una professionalità dichiarata, possa finalmente fugare miti e false costruzioni che sempre più si stavano addensando intorno alla mie frasi. Il coro era diventato, a dirla tutta, davvero imbarazzante per i miei gusti e strideva sempre più clamorosamente con quello che sono nella vita reale. Sulle mie estreme fragilità nel fronteggiare il tradimento ho scritto più volte. Le ho volutamente esibite e messe a nudo per poterle osservare in prima persona ed avere l'aiuto di occhi esterni per riuscire a dimensionarle quanto più oggettivamente possibile. In altre parole ho ricercato continuamente la consapevolezza di quello che mi stava realmente accadendo, di quali fossero le sollecitazioni a cui ero sottoposto, di quali forze disponessi per fronteggiarle e di come utilizzarle per uscire dal tunnel in cui mi trovavo. Le mie oscillazioni, contraddizioni, follie, malesseri, fragilità, però, erano e sono rimaste legate e circoscritte all'episodio del tradimento. Il tradimento ha tirato fuori una parte di me che non conoscevo e che ho dovuto affrontare necessariamente. Qui ho avuto un aiuto ed un conforto dei quali non smetterò mai di essere riconoscente. Ormai sono mesi, precisamente da quando ho chiesto la separazione da mia moglie, che non soffro più di certe oscillazioni. Affronto difficoltà anche pesanti, ne affronterò molte altre, ma sono tornato me stesso. Quello di sempre. Uno come tanti che, come tanti, ha dei sogni e cerca di realizzarli, ha dei princìpi e cerca di orientarvi i propri comportamenti, ha dei progetti e cerca di realizzarli. Non volevo provocare tanto clamore nell'esporre i miei sogni e le mie emozioni, come mi è stato detto, in modo troppo letterario. Capisco di aver creato un gigantesco fuori tema che, se guardato da prospettive errate, non mi somiglia e che con questo post vorrei sopire. Per questi motivi, che per onestà ho ritenuto di dover comunque spiegare, ho devitalizzato, sterilizzato questo thread. Non era mia intenzione diventare un eroe. Non era mia intenzione infrangere il record dei contatti per thread. Non era mia intenzione diventare un modello comportamentale. Non credo di essere dotato di particolare coraggio, l'ho scritto mille volte, così come non credo di essere imbelle, mi tocca scriverlo adesso. Non mi vanto della mia forte emotività: ho, ancora, scritto più volte che ne farei volentieri a meno. La corretta lettura di tutto quanto ho scritto andrebbe fatta ricordando i tempi in cui si è sviluppata e, soprattutto, che era frutto di un dolore profondo e devastante. Forse, il condizionale è d'obbligo non essendo io un medico, tracciare una diagnosi senza la minima interlocuzione con l'altra persona, senza averne la conoscenza storica e senza neppure averlo mai visto, è professionalmente un azzardo. Ipotizzare addirittura che Diana, qualora fosse la mia donna, soffra di masochismo mi sembra, francamente, un pò forte. E' vero: somiglia troppo all'analisi di un entomologo. Come è azzardato far diventare un eroe una persona che si racconta su un forum, altrettanto lo è tracciare delle ipotesi ammantate di credibilità scientifica basate esclusivamente sul racconto di un dolore. Se a farlo è un sedicente professionista, non ho ancora capito quale sia esattamente la tua professione, anonimo A., vengono meno persino le attenuanti generiche. Eppure, tutte le osservazioni da lui fatte, le avevo già affrontate e, peraltro, scritte proprio su questo forum. Lui mi ha dato qualche ulteriore spunto. La sua certezza sul fatto che non avrei riflettuto sulle sue parole, mi lascia perplesso. Mi sembra che lo sto facendo. Non posso fare neppure a meno di riflettere criticamente non solo verso me stesso, ma anche verso i miei interlocutori. Io non sono un medico, non sono uno psicologo, non sono uno psichiatra. La mia professione, però, guarda caso, si esprime proprio attraverso l'analisi del comportamento delle persone. Da questa analisi devo poi trarre delle conclusioni che, inevitabilmente, vanno ad incidere profondamente su quelle persone. Ho studiato a lungo le tecniche di analisi. L'interpretazione della gestualità, la ricerca della scissione tra il linguaggio verbale e non verbale. Ho molti anni di esperienza alle spalle. Mi hanno insegnato, proprio degli psicologi, che il primo obbligo professionale che corre, in simili frangenti, e dal quale non si può mai, MAI, prescindere, è il contatto con i soggetti esaminati. Contatto reale. Per non parlare dell'interlocuzione. Ogni ipotesi in assenza di contatto sarebbe, E', un azzardo. Giocare d'azzardo in fase di analisi è, nel mio lavoro, considerata una condanna a morte. Dal punto di vista professionale, s'intende. Quindi, caro A., prendo le tue osservazioni per quello che sono e che devono per forza essere: impressioni che vanno svestite da qualsiasi dignità scientifica. E ci rifletto, malgrado le tue divinazioni, come ho sempre riflettuto sui consigli che qui mi sono stati dati. Mi suggerisci di lasciar perdere i miei voli. Ha ragione Lancillotto: ormai sono cose trite e ritrite. Il volo era solo un paradigma. Il riferimento reale era, l'ho scritto abbondantemente, alla mia sensibilità. Dovrei rinunciare a quella? Se mi spieghi come fare, giuro che mi rimbocco le maniche seduta stante!
Leggo che starei cercando un donna come mia moglie. La mia vita sentimentale, qui, è fuori tema. Garantisco, devi credermi, che la realtà è lontanissima dalle tue previsioni. Sulla realtà che sto vivendo ci si potrebbe scrivere un romanzo. Lo dico senza vanto: sembra che il destino si stia divertendo con me. Sarebbe un romanzo basato su una storia molto diversa da questa, però, e lungi da me farlo diventare materiale per studi più o meno seri o oggetto di trastullo per gente preda di crisi d'astinenza da televisione nelle tristi pause caffè impiegatizie lombarde.
Sul disturbo bipolare, non solo ci ho riflettuto, ma sono andato persino a documentarmi. Mi chiedo se tu abbia letto le date dei miei interventi. Mi chiedo anche se tu abbia letto davvero con attenzione tutti i miei interventi. Nel periodo di massimo dolore, effettivamente, passavo repentinamente, imprevedibilmente, tra diversi stati emotivi. Leggo che la psicosi maniaco depressiva è connotata da momenti di depressione dell'umore (melanconia: perdita del sonno, dell'appetito, tristezza, senso di vuoto) a cui si alternano momenti di esaltazione dell'umore (mania: euforia, comportamento disorganizzato, inconcludente, azioni avventate, delirio d'onnipotenza ecc.). Leggo ancora che nel caso tipo il ritmo di alternanza è regolare, nei restanti periodi si manifesta una completa normalità. Sulla fase depressiva riconosco il mio stato d'animo nel momento di massimo tormento: ma stiamo parlando di oltre 6 mesi fa. Sulla fase maniacale, scusa, ma proprio non mi sono mai sentito in quel modo. Ma certo, io non sono un medico e non posso mica farmi un'auto esame! Tuttavia, vorrei farti presente che queste mie oscillazioni hanno avuto un inizio preciso ed una fine altrettanto precisa. E chiedo a tutti, qui, se quando hanno saputo di essere stati traditi dalla persona amata, sottolineo amata, non hanno passato fasi terribili di disperazione, alternate a fasi di lucidità (non certo di euforia). Se nessuno ha passato questi stati, giuro che corro da uno psichiatra o psicologo. Magari potresti curarmi tu. Ti va? Io però ti avviso che non sono Briatore! Ma sono certo che lo faresti anche gratis, vero?
Quanto al fermarmi a riflettere, potresti spiegarmi meglio cosa dovrei fare secondo la tua opinione? Sono mesi che rifletto, che mi viviseziono, cerco confronti e punti di vista oggettivi. Dopo tanto lavoro penso di essermi fatto un quadro. Penso poi di averlo affrontato a viso aperto e di aver semplicemente ripreso a vivere. Ma se vuoi darmi altri consigli o altri spunti di riflessione, io sono ben contento di riceverli. Te lo assicuro. Magari se tu fossi intervenuto ai tempi del morto, forse mi avresti aiutato di più, ma anche il curare le mie ferite è una parte piuttosto complicata. Potresti aiutarmi a vedere quelle che proprio non riesco a vedere, sebbene so benissimo di averle da qualche parte.
Sulle tue preoccupazioni che qualcuno possa prendermi ad esempio, vorrei tranquillizzarti! Qui ci sono delle teste pensanti, non delle persone che si fanno plagiare. Siamo tutti adulti. Anche Otella, che saluto, così giovane, da quel che scrive mi sembra una ragazza ricca di buon senso e di equilibrio. Oltre che di umiltà. Dote, questa, che diventa merce rara ad una certa età. E tu ne sei la dimostrazione ennesima. Ma comunque non posso che tornare a ringraziarti per aver ridimensionato un coro in cui non mi riconoscevo.
Penso di aver risposto più o meno a tutti i punti che hai toccato. Tranne il rapporto adolescenza/età adulta. Su questo ho risposto abbondantemente in precedenza. Se hai tempo e voglia, prova a leggere con maggiore attenzione quanto espongo. Dopodiché ti sarei grato se argomentassi meglio le tue affermazioni e se, nel farlo, prendessi in considerazione, citandole, le mie spiegazioni. Solo in questo modo è possibile passare dal regime delle sentenze a quello della comunicazione. Più che gettare il sasso e metterti a guardare cosa accade, forse dovresti impegnarti un pò di più. Qui c'è tanta serietà, simpatia, anche cazzeggio, e c'è del dolore. Dolore reale. Merita rispetto. Forse, su questo, potresti sforzarti di riflettere un pò anche tu.
Grazie.