Direi proprio di no, ma non mi è chiaro da dove nasca l'idea che qui propugnamo l'idea che vivere a Milano sia imprescindibile. Io credo sia un racconto da social media, che mostra i milanesi tutti a fare colazioni da venti euro.
Quello che si dovrebbe capire, però, è che i problemi che si vedono qui sono problemi che anticipano quelli del resto di Italia. Se qui non ci verrà più nessuno, una minoranza potrà restare nelle città di origine, dove, ovviamente, i prezzi degli immobili saliranno, e molti altri all'estero, con un danno per tutta Italia.
Milano è imprescindibile per alcuni mercati.
Se lavori in ambiti come le startup, la moda o la comunicazione, non puoi sottrarti al network milanese: i contatti si costruiscono solo lì, partecipando a quella vita sociale artificiosa e patinata che è tipica della città.
E te lo dice uno a cui il modo di rapportarsi dei “fuffaguru” milanesi — quadrati, inamidati, da commedia — fa girare i coglioni in un modo secondo solo al prete pedofilo.
Ma c’è un discorso più profondo dietro.
Milano è l’unico posto in Italia dove i sogni si avverano, se sogni abbastanza forte.
L’economia italiana ha un pregio e un difetto che la rendono unica al mondo: è interamente transgenerazionale. Da noi si ragiona per famiglie. È quasi impossibile, in qualunque altro contesto, sfondare da soli senza poter contare su ciò che è stato costruito da chi è venuto prima di te.
Tranne pochissime eccezioni, se sei un figlio di nessuno e vuoi davvero emergere, Milano è quel luogo dove l’humus della socialità e della quotidianità ti permette, se hai un progetto valido, di portarlo avanti, trovare sostegno, chiudere accordi, ottenere capitali.
Forse perché la città è fatta di persone tendenzialmente sole e interamente concentrate sul business.
Non esiste freelance — di qualunque settore — che, passando per Milano, non veda raddoppiare il proprio fatturato. A meno che non sia proprio un coglione fatto e finito.
Per me questa cosa ha un peso enorme.
Io sono uno che si è fatto da solo.
Frequento persone che si sono fatte da sole.
E ho passato la vita a masticare e sputare gente nata meglio di me, ma che ha sprecato tutto perché cresciuta nella bambagia.
Ecco perché a Milano ci sto, sì, ma non più di tre giorni al mese.
