Immagino il tuo dialogo con marito.
Allora marito, senti.
io ho riflettuto, eh. Tanto. Più di quanto immagini. E sono arrivata alla conclusione che, insomma, dobbiamo voltare pagina. Perché non si può vivere nel passato. Il passato è passato, no? Cioè, si chiama passato apposta.
Io so che ho sbagliato, ma voglio dire… chi non sbaglia? Non è che sono l’unica persona sulla faccia della Terra ad aver… insomma… sbagliato un attimo di traiettoria emotiva. Non chiamiamolo tradimento, dai, su, che è una parola brutta. Io preferisco dire: “deviazione affettiva temporanea”.
Ora, io credo che se vogliamo ricostruire — e dico ricostruire con la R maiuscola — dobbiamo farlo da zero. Ma proprio zero-zero, tabula rasa, come nei film americani dopo l’apocalisse. Però senza tragedie, eh, perché io le energie negative non le reggo.
E te lo dico chiaro: o smetti di rinfacciarmi tutto ogni cinque minuti, o io me ne vado. Perché io non posso vivere in un clima tossico. Cioè, io ho bisogno di serenità, di armonia, di vibrazioni positive.
Se continui a dirmi che ti ho ferito, che hai sofferto… ecco, mi dispiace, ma così non si va avanti. Io sono qui per guarire, non per farmi venire le gastriti.
Perciò, o lasciamo tutto alle spalle e ricominciamo da capo — come due adulti consapevoli che l’universo vuole la loro evoluzione spirituale — oppure, sinceramente, io raccolgo le mie energie e sparisco.
Ma con affetto, eh.