Non ho parole

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

soleluna80

Utente di lunga data
io invece trovo quasi divertente come venga tacciato di egoismo il padre che vorrebbe far riposare in pace la figlia ....... PERCHE' TOGLIE LO STRUMENTO DI BEATIFICAZIONE DELLE SUORINE ........ saremo ben stronzi tutti? ste porelle
è tremendo. le persone che manifestano davanti alla clinica, sembra che facciano un sit in contro il prezzo del pane, non si rendono conto del dolore del padre che ha perso la figlia 17 anni fa? Credono forse sia felice di prendere una decisione del genere?
 
O

Old latriglia

Guest
è tremendo. le persone che manifestano davanti alla clinica, sembra che facciano un sit in contro il prezzo del pane, non si rendono conto del dolore del padre che ha perso la figlia 17 anni fa? Credono forse sia felice di prendere una decisione del genere?
perchè secondo te c'è qualcosa che gli funziona nel cranio a quelli?

facile che quando i figli hanno l'influenza li scaricano alle nonne ...
 

soleluna80

Utente di lunga data
perchè secondo te c'è qualcosa che gli funziona nel cranio a quelli?

facile che quando i figli hanno l'influenza li scaricano alle nonne ...
ma infatti....se avessero il minimo rispetto starebbero a casa a fare una carezza ai loro figli, pregando Dio perchè a loro non succeda mai quel che è successo a Eluana
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
Senza la legge, non si potrà mai autorizzare una persona (il padre) a lasciarne morire un'altra (la figlia)


...e il padre sta cercando l'autorizzazione ad un stato che con le sue leggi attuali non prevede di dare una risposta in tal senso, quindi questa autorizzazione non potrà averla per ora.


Con profondo rispetto e totale ammirazione e solidarietà per il padre: credete che in 17 anni non sia mai stato nella situazione di poter staccare la corrente da solo?? ...e non credete che da 17 anni (ininterrottamente, giorno e notte...SEMPRE) questo corpo sia ormai proprietà di quelle suore?
Mi rendo conto perfettamente che il padre non riesce nè a staccare la spina da solo, nè a trovare pace finchè la figlia non riposi in pace.

Intanto, senza una legge con modalità attuative precise, non si può autorizzare, e se quel povero cristo decidesse che sua figlia non esiste più, e non andrebbe più in ospedale, quanti di noi gli direbbero: bravo???
Non farti fuorviare dai modi di dire. "staccare la spina" non otterrebbe un effetto immediato, un corpo in quelle condizioni può andare avanti per parecchi giorni, non è sotto una macchina cuore/polmone. Se il padre, quel padre, avesse potuto, credo lo avrebbe fatto, anche considerando che sarebbe soo passato da una galera ad un'altra, ma con la consapevolezza di aver posto fine ad una violenza nei confronti non di sua figlia, ma di ciò che restava.
(ci si scandalizza quando si profana una tomba, perchè non lo si fa quando si profana il guscio vuoto di un'essere?)
 

Iago

Utente di lunga data
...

...ieri notte il nostro Silvio ne ha fatta un'altra delle sue, nelle prossime ore (perchè ormai è una gara contro il tempo, -e neanche è carino!!-) vedremo gli sviluppi.
 

lale75

Utente di lunga data
...ieri notte il nostro Silvio ne ha fatta un'altra delle sue, nelle prossime ore (perchè ormai è una gara contro il tempo, -e neanche è carino!!-) vedremo gli sviluppi.
"Non dobbiamo deludere la Chiesa" questo pare abbia detto. Se volevo farmi governare dai preti andavo a vivere al Vaticano, caxxo.
Comunque non credo potrà fare molto. Grazie a Dio questa non è una questione di politica ma di coscienza personale e non ha l'appoggio totale della maggioranza, basta leggere le dichiarazioni di Bossi
 

soleluna80

Utente di lunga data
lale75;502764[B ha detto:
]"Non dobbiamo deludere la Chiesa"[/B] questo pare abbia detto. Se volevo farmi governare dai preti andavo a vivere al Vaticano, caxxo.
Comunque non credo potrà fare molto. Grazie a Dio questa non è una questione di politica ma di coscienza personale e non ha l'appoggio totale della maggioranza, basta leggere le dichiarazioni di Bossi

ma non eravamo uno stato laico?
 
O

Old cornofrancese

Guest
"Non dobbiamo deludere la Chiesa" questo pare abbia detto. Se volevo farmi governare dai preti andavo a vivere al Vaticano, caxxo.
Comunque non credo potrà fare molto. Grazie a Dio questa non è una questione di politica ma di coscienza personale e non ha l'appoggio totale della maggioranza, basta leggere le dichiarazioni di Bossi
eh, ma ha anche l'appoggio di parte delle opposizioni... questo è bipartisan
 

lale75

Utente di lunga data
L'UDC di Casini e qualche cattolico alla Binetti del PD. Per il resto, gli schieramenti mi sembrano ben distinti.
In che senso?n io ho letto una dichiarazione di Bossi stamattina che diceva che pur non essendo sicuro che lui, come padre, farebbe una cosa del genere, non è il governo a poter decidere della vita e della morte. Mi pare più che condivisibile
 
O

Old giobbe

Guest
Dal giornale Avvenire.


INTERVISTA
il fatto
La moglie del carabiniere assassinato in Iraq nel 2003 racconta il suo rapporto con la Englaro e con il padre «Rispetto Beppino e provo sempre affetto per lui, ma non è giusto quello che sta facendo»
Vi racconto Beppino ed Eluana

Parla la vedova Coletta: ragazza libera e senza alcuna cannula


DA ROMA PINO CIOCIOLA
H a chiamato ancora papà Beppino ieri mattina poco prima delle nove: « Ma nemmeno l’hai accompagnata E­luana? », gli ha detto subito. Mar­gherita Coletta è la vedova di Giu­seppe, carabiniere assassinato a Nasiriyah il 12 novembre 2003, nel­l’attentato che spazzò la base ita­liana 'Maestrale', carabiniere che non aveva mai ucciso e che sce­glieva le missioni all’estero per aiu­tare i bimbi più indifesi, quelli col­piti dalla guerra. Lo faceva per ri­trovare il sorriso di suo figlio Pao­lo, morto a sei anni stroncato dal­la leucemia: « Quando capimmo che era finita e i medici ce lo spie­garono chiaramente – racconta lei – facemmo interrompere la che­mioterapia ». Margherita in questi mesi è volata dalla Sicilia a Lecco per andare a trovare Eluana, accompagnata da Beppino. Spesso e a lungo l’ha ac­carezzata, l’ha baciata, le ha parla­to. E spesso ha parlato col papà, scontrandosi anche duramente, ma senza che mai lui le negasse il dialogo: in qualche modo for­se sono diventati amici. Ecco perché ancora ieri mattina lei gli ha telefonato dicen­dogli: «Speravo che coi gior­ni fossi rinsavito».
Cos’ha provato, Margherita, entrando nella stanza di E­luana?

La prima volta mi sono fermata sulla soglia della sua porta. Pen­savo di essere più forte. Ho re­spirato a fondo, poi sono entra­ta. Quando l’ho vista, abituata com’ero alle foto di lei ragazza, mi ha scosso, oggi è una don­na. Ma poco dopo è diventa­to tutto così normale, come fossi a trovare una persona in ospedale. Anzi, ho senti­to tanta dolcezza e nessun ribrezzo o pena. Né ho visto alcun 'sacco di patate', co­me qualcuno descrisse E­luana, ma una persona che è tutt’altro. Una persona.
La sensazione più bella?

Quando l’ho accarezzata.
Con la sensazione netta, net­tissima, che lei avvertisse le carezze. Certo è che pensavo d’andare a dare io a lei, inve­ce ho ricevuto assai più di quanto le abbia dato.
Cosa?

La maggiore certezza nelle cose in cui credo. La con­sapevolezza che non si può ridurre una persona alla sua forma fisica.
Papà Beppino la accom­pagnava in quella stan­za?

Sì. La prima volta che l’ho incontrato mi ave­va fatto molta tenerez­za: pensavo a mio ma­rito Giuseppe, a quan­do è morto nostro fi­glio. E poi mi sem­brava quasi di parla­re con mio padre: mi diceva «sei una bir­ba ».
Adesso è cambiato qualcosa?

Rispetto comun­que Beppino e provo sempre grande affetto per lui. Ma non è giusto quello che sta facendo. I figli non sono di nostra proprietà: ci sono soltanto affida­ti. Ci prendiamo cura di loro, li aiu­tiamo, li assistiamo e semmai li ac­compagniamo alla morte, prepa­randoli se deve accadere, anche da piccoli. Ma lui non si rende conto di tutto questo, si sente incapace di tornare indietro: credo sia so­prattutto lui in uno stato simile a quello vegetativo. Quando si risve- glierà da questo torpore si renderà conto e starà male, tanto.
Lei che rapporto ha, Margherita, col papà di Eluana?

Ci siamo confrontati tante volte, ma è sempre stato cortese con me. È convinto di quanto fa, for­se perché non vede più Eluana come lui la vorrebbe. Ma a me pa­re evidente che in qualche modo sia stato plagiato da tanta gente alla quale non interessa nulla di Eluana. E lui ora è strumentaliz­zato, è finito in un vortice: ha an­che momenti nei quali io credo vorrebbe tornare indietro, perché non pare convinto fino in fondo di quanto sta facendo, ma non ne ha la forza.
Com’era trattata Eluana nella ca­sa
di cura lecchese?
Come una regina. Le suore che le stanno accanto ogni giorno la cu­rano, la lavano, la profumano, la portano a spasso sulla carrozzella. Addirittura la depilano, perché E­luana come ogni ragazza non sop­portava d’avere peli sulle gambe.
E come sta?

Lei è una donna. Una donna di trentotto anni: ha la mia stessa età. Ha il ciclo mestruale come ogni donna. Apre gli occhi di giorno e li chiude la notte. Respira benissimo e da sola, serenamente. Il suo cuo­re batte da solo, tenace e forte. Ci sono momenti nei quali forse sor­ride e altri nei quali forse socchiu­de gli occhi. Ma quanti sanno dav­vero che Eluana non è attaccata a nessuna macchina? Quanti sanno che nella sua stanza non c’è un macchinario, ma due orsacchiotti di peluche sul suo letto? Che non ha una piaga da decubito? Che in di­ciassette anni non ha preso un an­tibiotico?
La notte scorsa hanno portato E­luana a morire: lei, Margherita, co­sa
sta provando?
Ho un pugnale dentro. Prego, spe­ro fino all’ultimo che lui si renda conto di quel che sta facendo.
Quanto sia sbagliato. Quanto non sia paterno. Quanto non sia uma­no. Io so che lui soffre dentro di sé, e tanto.
Ci ha parlato appena ieri mattina: secondo lei cosa prova Beppino?

Non so come possa vivere con un peso addosso come questo: Elua­na da diciassette anni è in quelle condizioni, ma lui fino a ieri mat­tina non si era mai svegliato sa­pendo che sua figlia sta per mori­re.
Come mai, Margherita, lei e suo marito Giuseppe decideste d’in­terrompere la chemioterapia a vo­stro
figlio?
Paolo ne aveva fatti quattro cicli, ne mancavano due, ma ormai il male a­veva invaso tutto il suo corpo e i medi­ci ci spiegarono be­ne la situazione. I dolori e il vomito e tutte le devastazio­ni provocate dalla chemio a quel pun­to sì che sarebbero stati accanimento terapeutico: così ci fermammo, affi­dandoci e affidando Paoletto a Dio.
Perché invece con Eluana non ci sarebbe accanimento terapeutico?

Ma Eluana non ha una malattia, non è terminale, non ha un dolo­re, non ha un macchinario nella stanza, non c’è nulla che possa far pensare ad un accanimento per te­nerla in vita! È accudita, curata, a­mata. La si deve solamente aiuta­re a mangiare!
Beppino però sostiene che la mor­te di Eluana servirà a liberarla...

Liberarla da cosa? Come fa lui a sa­pere che lei è in catene? Una per­sona che soffre lo si vede. Non lo capisco proprio cosa voglia dire Beppino, cerco di sforzarmi, ma non ci arrivo.
Quella giovane donna da ieri è ri­coverata nella sezione maschile

del 'Reparto Alhzeimer' della cli­nica udinese 'La Quiete'...

Ma si rende conto?! È lì, da sola, con nessuno che la conosce, che l’ha curata, che la ama, perché le suo­re di Lecco la amano: se sapesse ie­ri sera ( lunedì, ndr) quando ho chiamato suor Rosangela come piangeva. Anzi, mi permetta di rin­graziare proprio le suore della ca­sa di cura 'Beato Talamone' e tut­te le persone che per quindici an­ni hanno avuto quella tale cura per Eluana.
Margherita, ma perché lei decise d’andare a trovarla?

Non lo so. Una sera ero a casa, ho visto la notizia al telegiornale e ne ho avuto il desiderio. So di non valere nulla, ma ho cercato il nu­mero di Beppino, perché volevo fargli sentire la mia vicinanza. L’ho chiamato, gli ho spiegato chi ero e che sarei stata felice se avessi potuto incontrare Eluana. Lui fu molto gentile, mi disse: «Signora, davanti al suo dolore m’inchino e mi fa piacere se viene». Appena poi arrivai a Lecco, mi chiese su­bito: «Margherita, tu da che par­te stai?».
Lei cosa gli rispose?

«Beppino, io non sto dalla parte di nessuno: sono venuta a trovare E­luana come se tu fossi venuto a tro­vare un mio parente caro»: andai da lei non per far cambiare idea a Beppino né per altro, solo perché mi era sembrato giusto farlo.
Come mai lei ha accetta­to di raccontare tutto que­sto solamente adesso?

Beppino sa che io non a­vrei mai detto nulla e l’ha visto finora. Però è giunto il momento di dare voce a Eluana.
Un’ultima domanda, Margherita: ha speran­ze
per Eluana?
La prima volta andai a trovarla nel novem­bre scorso: le promisi che sarei tornata per Natale e Beppino, certo e tranquillo, mi disse: «A Natale non ci sarà più». Io le sussurrai nell’orec­chio sotto voce « non ti preoccupare, ci rivedia­mo » e così poi è stato.
 

Miciolidia

Utente di lunga data
tanto per aggiugerne solo una ..

ma ricordo male. o è la chiesa che ci ricorda che durante il Passaggio si passa a miglior vita?


e Fatela passare davvero ad una Vita migliore..santo Iddio!

Presumono tutti di potersi sostituire ad una volontà di una Madre che l'ha partorita e di un Padre che l'hanno amata piu' di ogni altra cosa.

Bastardi..non si fermano davanti a nulla pur di esercitare un potere che manco Cristo ( e magari si manifestasse a questo punto ) puo' esercitare.

E lo scrivo con tutto il rispetto Possibile verso coloro che Credono.

A meno che si voglia condannare anche i genitori per omicidio....

Eluana perdoni il mio sfogo.
 

brugola

Utente di lunga data
io li trovo davvero vergognosi.
tutti quelli che si permettono di parlare di eluana.
che cosa ne sanno loro?
cosa pensa quella dell'intervista? che il padre voglia farla crepare perchè si è stufato???

che paese di merda
 
O

Old giobbe

Guest
io li trovo davvero vergognosi.
tutti quelli che si permettono di parlare di eluana.
che cosa ne sanno loro?
cosa pensa quella dell'intervista? che il padre voglia farla crepare perchè si è stufato???

che paese di merda

Forse ne sa qualcosa più di te, visto che lo conosce personalmente.
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
Quando si genera un figlio si mette al mondo un condannato a morte.
I genitori hanno il dovere non di evitare la morte, cosa impossibile almeno al momento, ma di rendere sopportabile la "detenzione" in attesa della sentenza dando al proprio figlio la possibilità di rendere fruttuosa e significativa la propria esistenza, questo attraverso amore ed insegnamento. Procrastinare la "sentenza" senza che vi sia ragione di vivere è solo egoismo.
 
O

Old giobbe

Guest
Dal giornale Avvenire.

5 Febbraio 2009

L'appello di suor Albina
«Guardatela, vi accorgerete che vive»


«A scoltate il battito del cuore di Eluana, osservate il suo respiro, accarezzatela. Vi accorgerete che è viva, che è una persona viva. Non un caso clinico». L’ultimo appello per Eluana Suor Albina Corti lo indirizza ai sanitari della casa di riposo «La Quiete» di Udine, dove la giovane donna è stata ricoverata dopo che il padre l’ha prelevata dalla casa di cura «Beato Talamoni» di Lecco. Una replica indiretta ad Amato De Monte, il medico che ha viaggiato verso Udine in ambulanza insieme alla giovane per poche ore, ma evidentemente sufficienti per fargli dichiarare che Eluana Englaro è morta 17 anni fa, nella notte del terribile incidente stradale che le procurò gravi lesioni cerebrali.

In un colloquio difficile e commovente, la direttrice della struttura lecchese rompe a fatica e per l’ultima volta la consegna del silenzio in un pomeriggio piovoso e triste. Lo fa per amore della donna in stato vegetativo che è stata curata con amore dalle suore Misericordine per 15 anni. Lo fa per raccontare la sofferenza e il dolore che stanno provando in queste ore tutti i collaboratori della struttura, dai medici al personale infermieristico. Lo fa per ribadire che Eluana è viva. Al secondo piano della clinica, nella stanza dove la donna è stata ricoverata nell’aprile 1994, Suor Rosangela, che l’ha assistita quotidianamente, sta riordinando gli ultimi effetti di Eluana. Le foto non ci sono più. Non vuole parlare con noi, non l’ha mai fatto.

La direttrice resta in piedi sulla soglia della camera e negli occhi di suor Albina si leggono tutti i ricordi, le sofferenze come i momenti belli. Passano medici e infermieri del reparto. Sono tutti rigorosamente schivi, ma con gli occhi umidi. È ancora vivo il ricordo felice della giornata di Natale, quando Suor Rosangela ha accompagnato Eluana nella cappella, giù nel giardino. È stata l’ultima volta che sono potute uscire insieme. Suor Albina confessa di non aver più avuto la forza di salire al secondo piano da quando l’ambulanza ha portato via la degente all’una e mezza di martedì mattina. Per lei, per loro Eluana è diventata una figlia ed è stata trattata, sottolineano, come una paziente normale e con la tenerezza e che si riserva a una bambina appena nata, a una persona di famiglia.

Suor Albina, cosa ricorda di quei drammatici 30 minuti in cui Eluana è stata prelevata?
Ci siamo sentite addolorate e impotenti. L’abbiamo vista partire per andare verso il patibolo, come abbiamo detto a luglio. Ma anche se eravamo preparate al peggio, non ci aspettavamo che avvenisse così all’improvviso, pensavamo che il momento fosse più in là, più lontano nel tempo. Beppino Englaro è arrivato senza preavviso in una notte tetra di pioggia con l’ambulanza. Questo ha reso il distacco ancora più brutto e triste. Sono rimasta giù a lungo davanti all’uscita a fissare il vuoto quando è partita.

Avete parlato per l’ultima volta con il padre in quelle ore convulse?
No, è stato tutto freddo. Ci ha consegnato il decreto per far dimettere Eluana. A questo punto era inutile aggiungere altro. Ripeto, non lo giudichiamo. Con lui il rapporto in questi anni è stato corretto, anche se le nostre opinioni sono opposte alle sue.

Cosa avete detto ad Eluana?
Il suo medico curante l’ha accarezzata e le ha detto di non avere paura, che l’avrebbero portata in una stanza più grande, in un posto più bello. Penso che abbia capito.

E lei, come l’ha congedata?
L’ho salutata nel modo più naturale, con un bacio. Non ho potuto dirle altro, era troppo forte il mio dolore. Le parole che non le ho detto quella notte voglio esprimerle ora e spero gliele riferiscano: "Eluana, non avere paura di quello che ti succederà. Noi ti siamo vicini e soprattutto ti è vicino un Padre che ti accoglierà nelle sue braccia e un giorno ci ritroveremo a condividere la grande gioia di stare insieme".

Vuol dire qualcosa al personale sanitario che la sta assistendo in Friuli in attesa del distacco del sondino per l’alimentazione?
Vogliamo inviare un appello ai nuovi operatori: accarezzate Eluana, osservate il suo respiro e ascoltate il battito del suo cuore. Sono i tre elementi che vi porteranno ad amarla, perché lei non è un caso, ma una persona viva.

E a Beppino Englaro?
Ripeto ancora una volta che, qualora cambiasse idea, nella nostra clinica c’è sempre posto per sua figlia. Lasci vivere Eluana e la lasci a noi. Non è ancora troppo tardi.

Cosa farete ora?
È l’ultima volta che parliamo di questa vicenda. Accogliamo l’appello al silenzio e alla preghiera del Cardinale Tettamanzi. Ma non smetteremo di pregare perché le menti si illuminino ed Eluana possa vivere.

Paolo Lambruschi
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Top