Ciao
Leggendo a me sembra che sia proprio quest'uomo a tener sullo sfondo il suo dramma.
E riflettevo che questo tipo di situazioni esplodono come se fossero apparse dal nulla.
Bombe che uno straniero improvvisamente butta in mezzo ad un campo di pace e serenità.
Ma non è semplicemente così.
Nessuna situazione appare dal nulla, detonando dal e nel niente.
Leggendo, non trovo da commentare oltre.
In questo dramma l'appiglio è l'azienda di famiglia.
Forse è che l'azienda è un qualcosa di concreto e ordinato a cui appigliarsi in un momento in cui tutto il resto è non solo confuso, ma rimesso in discussione.
Una grossa differenza fra un tradimento che viene scoperto nel sesso e questo, che pare di sesso non ne abbia, è che nel tradimento in cui c'è la scopata - per intendersi - la mente del tradito si può concentrare sul fatto compiuto: ha scopato e con chi. (come se poi il tradimento fosse la scopata).
I pensieri dell'altro mentre tradisce appartengono al territorio del dubbio.
In questo caso il tradimento è nelle parole. Scritte.
Non c'è neppure la scopata su cui ridirigere la ferita.
Non è che ci si può chiedere "ma scopava meglio di me?" oppure "era più figo di me?" Non si può dire "gli ormoni.." "la chimica".
Qui ci sono parole, a quanto pare pesantissime e mai pronunciate prima in nessuna forma, che sono andate a toccare in modo piuttosto preciso e senza nessuna scorciatoia per scaricare sul corpo.
Qui c'è un altro, evanescente e che ha raccolto quelle parole, che di concreto ha solo il reddito di cittadinanza.
forse se ci fosse un corpo su cui fare guerra...ma quel corpo non c'è.
Qui le parole, le chat sono la rappresentazione del pensare.
Raccontano gli immaginari. Le fantasie.
Che altro non sono che i territori dell'animo in cui si crea e si celebra l'esclusività.
Quest'uomo non parla qui della sua emotività. Ha evitato di rispondere alle domande a riguardo.
Racconta di come veicola l'emotività attraverso le manifestazioni del suo corpo. Belle potenti fra l'altro.
Per come scrive non mi sembra particolarmente allenato alla manifestazione e alla comunicazione (con la necessaria traduzione) delle emozioni.
E trovo sempre piuttosto "di superficie" (non superficiale, sia ben chiaro) il descrivere ben funzionante una relazione perchè si ride insieme e si cena insieme e si lavora insieme.
Questi non sono indicatori di intimità.
Sono indicatori di buona collaborazione. Potrei descrivere così anche relazioni con persone che mi stanno sentitamente sui coglioni.
Io continuo a rimanere convinta di quello che ho scritto nell'altro post.
Questa coppia avrebbe bisogno di un intervento di un terzo capace di far emergere la comunicazione.
E
@tommy61 a mio parere farebbe bene consultare uno specialista. Le sue manifestazioni fisiche sono quantomeno un campanello di allarme, non solo fisico, ma emotivo.
Poi capisco anche che rimettere tutto in gioco, terapie comprese, a 60 anni non è come farlo a 30 o 40.
Ho la sensazione che l'azienda continui a svolgere il suo ruolo...contenitore di tanto altro che non è aziendale.
Perlomeno però è un contenitore e non un territorio fuori dalla mappa e tutto da esplorare.
E dopo un treno nei denti, forse prima di mettersi in cammino senza mappe è saggio rimanere fermi e dove si sa a memoria dove si stanno mettendo i piedi.
(ovviamente, non è risolutivo di nulla. Ma porta sollievo. Anche nei termini della tenuta di controllo in una situazione in cui il controllo si è vaporizzato in 1,2,3. )