Guia Soncini “ (…)
La settimana scorsa Elon Musk ha fatto un’osservazione brillantissima sulla dicitura «deadnaming», cioè la parola che i credenti nella religione dell’identità di genere usano per definire il peccato mortale di chiamare Asdrubale uno che dalla nascita si chiamava Asdrubale, di chiamarcelo dopo che Asdrubale ha deciso di chiamarsi Violetta.
L’osservazione era «si chiama
deadnaming per questo, perché quella persona è morta», ed era contenuta in una risposta di un’intervista in cui raccontava la storia di uno dei suoi non so più quanti figli (Elon Musk si riproduce più delle ballerine mormone, e io non gli sto dietro). Figlio che a un certo punto ha deciso di non chiamarsi più Xavier Musk ma Vivian Wilson, cognome della madre, prima moglie di Musk (
lui, durante il ballo della festa di nozze, le avrebbe sussurato «in questa coppia sono io l’alfa», che è una cosa che può dire solo un beta smanioso).
Ha raccontato che questo figlio era nato gay e lievemente autistico, e poi è andata come va in California: se non sei trans sei
uncool, e quindi il figlio era morto, dato che ora si riteneva una figlia. (Musk aveva detto al suo biografo d’aver venduto una casa quando lo stesso figlio aveva avuto la fase marxista e gli facevano orrore le proprietà immobiliari, a conferma di quanto gli adulti che tentano di compiacere i figli siano, oltre che pappemolli, pure inefficaci).
Vivian va dal rivale Zuckerberg,
cioè su Threads, a rispondere all’intervista. Dice che nessuno degli episodi d’infanzia raccontati dal padre è mai accaduto (il che non ha alcuna attendibilità: tra un padre che vuole passi la sua versione della storia, e qualcuno che pretende di ricordarsi cosa faceva a quattro anni, è una bella gara di credibilità).
Dice che per essere una stronza morta è abbastanza in forma. Dice che Elon sta traumatizzando per sempre i figli che ha avuto con Grimes tenendoli separati dalla madre (la madre di Grimes ha invece usato il social di famiglia per una serie di tweet passivo-aggressivi sul biglietto per la festa del papà che ha aiutato il nipote a preparare e Elon che si è portato il figlio alle olimpiadi invece di lasciare che andasse a trovare la bisnonna che sta morendo: è il secolo in cui le famiglie dei fantastiliardari vanno a esibire i fatti loro sui social come una volta le famiglie qualunque andavano da Alberto Castagna).
Ma niente di quello che dice conta quanto conta il video che posta a un certo punto, e qui passiamo dalle crisi isteriche delle militanti d’una fazione a quelle della fazione opposta: mi raccomando, non confondetevi con gli screenshot quando dovete darmi alternativamente della transfobica e della vile che soccombe al ricatto del gender.
Il fatto è che, in quel video, Vivian è una ragazza. Non: un maschio che ci prega di percepirlo femmina contando che le nostre buone maniere c’impediscano di spernacchiarlo. Succede, ogni tanto:
ne avevo già scritto quando a “Uomini e donne” c’era una tronista trans. Ogni tanto, c’è qualcuna che passa. «Pass» era l’obiettivo principale dei transessuali, raccontano gli americani della vecchia guardia: passare per qualcuno che sia davvero di quel sesso. È un’idea finita nell’umido da quando i transessuali li chiamiamo transgender, e guai a dire che la transizione è una brutta fatica e tagliarsi il cazzo non è lo stesso impegno che mettersi lo smalto alle unghie e dire ora chiamami Sofia anche se ho la barba.
Questa cosa che la transizione sia una cosa di dolore e spavento e chirurgia è entrata nell’indicibile, il che mi sembra tragico ma anche esilarante:
un anno fa ho scritto che Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, si era «fatta tagliare da un medico degli organi sessuali perché ha deciso di non essere del sesso di cui l’aveva fatta la natura», e di tutte le frasi che mi vengono rinfacciate dicendomi di vergognarmi è quella che più mi fa sembrare ubriachi i rinfacciatori.
Quindi: a chi milita da una parte non puoi dire che una donna trans è una che s’è fatta tagliare il cazzo; a chi milita dall’altra non puoi dire che, se una ci tiene talmente tanto a farsi dire «lei» da tagliarsi degli organi, a me non fa nessuna fatica chiamarla «lei».
Le mode è inutile discuterle, e sappiamo tutti che il primo posizionamento attualmente è
cool e il secondo è
uncool. Quindi hanno tutti esultato per Vivian che gliele cantava a Elon.”