Angela Carini vs. Imane Khelif

spleen

utente ?
La classificazione mammiferi è per la specie, non per i singoli, vi sono nascite intergenere e altro.
”Cresciute le bimbe con sindrome di Morris (2) sono spesso belle ragazze tra cui riconosciamo attrici famose con tratti androgini, un po' maschili un po' femminili, ricordiamo Charlize Theron, Naomi Campbell, Kim Novak. Ben 1 neonato su 13.000 presenta questa anomalia che appartiene al gruppo dei disturbi intersessuali.”
Io capisco chi ha problemi di questo tipo, anche solo mentali. Non fanno male a nessuno. Ringrazio il cielo che non riguarda i mie figli.
Ma se può non piacere una donna non depilata, può non piacere una donna col pisello o un uomo senza.
Allora se hai la sindrome di Morris te ne stai fuori dalle competizioni dove gareggia il sesso femminile.
Cromosoma XX.
Se non sei in grado di fare una cosa non la fai. Punto.
E' ora di finirla con questo falso egualitarismo per il quale uno alto un metro ed un cazzo si sente una merda se non può fare il corazziere, e tutti a battergli pacche sulle spalle per consolarlo di quello che non è, di quello che non potrà mai essere, di quello che non sarà mai.
Il disconoscimento della realtà oggettiva è il cancro che si sta divorando l'occidente. Il nuovo puritanesimo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Allora se hai la sindrome di Morris te ne stai fuori dalle competizioni dove gareggia il sesso femminile.
Cromosoma XX.
Se non sei in grado di fare una cosa non la fai. Punto.
E' ora di finirla con questo falso egualitarismo per il quale uno alto un metro ed un cazzo si sente una merda se non può fare il corazziere, e tutti a battergli pacche sulle spalle per consolarlo di quello che non è, di quello che non potrà mai essere, di quello che non sarà mai.
Il disconoscimento della realtà oggettiva è il cancro che si sta divorando l'occidente. Il nuovo puritanesimo.
Ma se hai la sindrome di Morris, appari una donna proprio perché non vi sono gli effetti degli androgeni e quindi la muscolatura è femmile *.
Quindi non è quello il problema.
Il problema è di cervello e di una disforia, ovvero di una percezione di non corrispondenza tra mente e corpo. Non per nulla per tanto tempo è stata considerata un disturbo psichiatrico. Se non lo è più considerato è perché il disturbo deve essere sentito dal paziente, non da te o me. Se chi si sente così non vuole risolvere la percezione adattandola alla realtà del corpo reale, viene accettato che possa cambiare il corpo.
A chi fa male, oltre che a sé stesso?
Ai genitori, forse. Che non se la sentono di chiamare Maria, Mario.
Nella vita reale mi è capitato di incrociare delle trans e finto di vederle donne. Credo di aver dato un attimo di gioia a un essere umano che deve essere stato proprio male per negare se stesso e il proprio corpo.
Il self-id è altra cosa. Sinceramente mi sembra assurdo.
E come la Rowiling e altre sono contraria.
Concordo con la Soncini. Segue l’articolo della Soncini.




*Generalità
La sindrome di Morris - conosciuta anche come sindrome da insensibilità agli androgeni o femminizzazione testicolare - è una condizione congenita che risulta dalla pregiudicata sensibilità delle cellule di un individuo maschio agli androgeni.
Gli androgeni sono gli ormoni sessuali maschili; il loro massimo esponente è il testosterone.
In base al livello di insensibilità, i medici hanno riconosciuto l'esistenza di una sindrome da parziale insensibilità agli androgeni e di una sindrome da completa insensibilità agli androgeni. Nel primo caso, il paziente può essere portatore di genitali maschili e femminili; nel secondo caso, presenta l'apparato genitale esterno di una donna, pertanto è considerato una persona di sesso femminile.
Purtroppo, non esiste alcun rimedio terapeutico che ripristini la sensibilità delle cellule agli androgeni; gli unici trattamenti oggi disponibili sono di tipo sintomatico.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Guia Soncini “ (…)
La settimana scorsa Elon Musk ha fatto un’osservazione brillantissima sulla dicitura «deadnaming», cioè la parola che i credenti nella religione dell’identità di genere usano per definire il peccato mortale di chiamare Asdrubale uno che dalla nascita si chiamava Asdrubale, di chiamarcelo dopo che Asdrubale ha deciso di chiamarsi Violetta.


L’osservazione era «si chiama deadnaming per questo, perché quella persona è morta», ed era contenuta in una risposta di un’intervista in cui raccontava la storia di uno dei suoi non so più quanti figli (Elon Musk si riproduce più delle ballerine mormone, e io non gli sto dietro). Figlio che a un certo punto ha deciso di non chiamarsi più Xavier Musk ma Vivian Wilson, cognome della madre, prima moglie di Musk (lui, durante il ballo della festa di nozze, le avrebbe sussurato «in questa coppia sono io l’alfa», che è una cosa che può dire solo un beta smanioso).

Ha raccontato che questo figlio era nato gay e lievemente autistico, e poi è andata come va in California: se non sei trans sei uncool, e quindi il figlio era morto, dato che ora si riteneva una figlia. (Musk aveva detto al suo biografo d’aver venduto una casa quando lo stesso figlio aveva avuto la fase marxista e gli facevano orrore le proprietà immobiliari, a conferma di quanto gli adulti che tentano di compiacere i figli siano, oltre che pappemolli, pure inefficaci).


Vivian va dal rivale Zuckerberg, cioè su Threads, a rispondere all’intervista. Dice che nessuno degli episodi d’infanzia raccontati dal padre è mai accaduto (il che non ha alcuna attendibilità: tra un padre che vuole passi la sua versione della storia, e qualcuno che pretende di ricordarsi cosa faceva a quattro anni, è una bella gara di credibilità).

Dice che per essere una stronza morta è abbastanza in forma. Dice che Elon sta traumatizzando per sempre i figli che ha avuto con Grimes tenendoli separati dalla madre (la madre di Grimes ha invece usato il social di famiglia per una serie di tweet passivo-aggressivi sul biglietto per la festa del papà che ha aiutato il nipote a preparare e Elon che si è portato il figlio alle olimpiadi invece di lasciare che andasse a trovare la bisnonna che sta morendo: è il secolo in cui le famiglie dei fantastiliardari vanno a esibire i fatti loro sui social come una volta le famiglie qualunque andavano da Alberto Castagna).


Ma niente di quello che dice conta quanto conta il video che posta a un certo punto, e qui passiamo dalle crisi isteriche delle militanti d’una fazione a quelle della fazione opposta: mi raccomando, non confondetevi con gli screenshot quando dovete darmi alternativamente della transfobica e della vile che soccombe al ricatto del gender.

Il fatto è che, in quel video, Vivian è una ragazza. Non: un maschio che ci prega di percepirlo femmina contando che le nostre buone maniere c’impediscano di spernacchiarlo. Succede, ogni tanto: ne avevo già scritto quando a “Uomini e donne” c’era una tronista trans. Ogni tanto, c’è qualcuna che passa. «Pass» era l’obiettivo principale dei transessuali, raccontano gli americani della vecchia guardia: passare per qualcuno che sia davvero di quel sesso. È un’idea finita nell’umido da quando i transessuali li chiamiamo transgender, e guai a dire che la transizione è una brutta fatica e tagliarsi il cazzo non è lo stesso impegno che mettersi lo smalto alle unghie e dire ora chiamami Sofia anche se ho la barba.

Questa cosa che la transizione sia una cosa di dolore e spavento e chirurgia è entrata nell’indicibile, il che mi sembra tragico ma anche esilarante: un anno fa ho scritto che Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, si era «fatta tagliare da un medico degli organi sessuali perché ha deciso di non essere del sesso di cui l’aveva fatta la natura», e di tutte le frasi che mi vengono rinfacciate dicendomi di vergognarmi è quella che più mi fa sembrare ubriachi i rinfacciatori.

Quindi: a chi milita da una parte non puoi dire che una donna trans è una che s’è fatta tagliare il cazzo; a chi milita dall’altra non puoi dire che, se una ci tiene talmente tanto a farsi dire «lei» da tagliarsi degli organi, a me non fa nessuna fatica chiamarla «lei».

Le mode è inutile discuterle, e sappiamo tutti che il primo posizionamento attualmente è cool e il secondo è uncool. Quindi hanno tutti esultato per Vivian che gliele cantava a Elon.”
 

hammer

Utente di lunga data
Allora se hai la sindrome di Morris te ne stai fuori dalle competizioni dove gareggia il sesso femminile.
Cromosoma XX.
Se non sei in grado di fare una cosa non la fai. Punto.
E' ora di finirla con questo falso egualitarismo per il quale uno alto un metro ed un cazzo si sente una merda se non può fare il corazziere, e tutti a battergli pacche sulle spalle per consolarlo di quello che non è, di quello che non potrà mai essere, di quello che non sarà mai.
Il disconoscimento della realtà oggettiva è il cancro che si sta divorando l'occidente. Il nuovo puritanesimo.
Io lo definirei il nuovo nazismo.

Nelle società umane gli idioti sono sempre esistiti.
I problemi iniziano a sorgere quando cominciano a concentrarsi in organizzazioni stabili (movimenti, partiti, ecc).
Cosi è stato in Germania tra gli anni 20 e 30 dello scorso secolo.
Risultato: 50 milioni di morti.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Non seguo le Olimpiadi, ma la notizia di oggi, che ha fatto molto scalpore, è che nell'incontro di box femminile, si sfideranno la Carini contro Khelif. Peccato che quest'ultimo sia un transgender per cui, biologicamente uomo, con testosterone in quantità industriali e, sicuramente con una potenza e prestanza fisica superiore alla nostra Carini. Una lotta impari in poche parole.
Critiche a pioggia dal mondo della politica. Non è che con questa inclusione stiamo un po' cagando fuori dal vaso?
Il personaggio in questione è stato anche escluso dai mondiali di box femminile perché, ovviamente, non rispettava le regole d'ingaggio ma, alle Olimpiadi di Parigi, è stato accettato.
Io invece sto seguendo le Olimpiadi, pare che non sia vero che è un transgender. "Lei" sostiene di essere stata in mezzo a un complotto.
Comunque sono d'accordo con te, e aggiungo che più si vuole "includere", più si crea esclusione, invece. Paradossalmente. E non lo dico solo io. L'ha detto anche la figlia di uno che conosco, dichiaratamente lesbica.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io invece sto seguendo le Olimpiadi, pare che non sia vero che è un transgender. "Lei" sostiene di essere stata in mezzo a un complotto.
Comunque sono d'accordo con te, e aggiungo che più si vuole "includere", più si crea esclusione, invece. Paradossalmente. E non lo dico solo io. L'ha detto anche la figlia di uno che conosco, dichiaratamente lesbica.
Ma essere omosessuali non c’entra niente con la disforia di genere.
Voglio vedere un omosessuale che si accompagna a un trans e come è contento di non trovare il pisello.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Ma essere omosessuali non c’entra niente con la disforia di genere.
Voglio vedere un omosessuale che si accompagna a un trans e come è contento di non trovare il pisello.
La citazione della ragazza lesbica non voleva essere un paragone con la pugile. Era per dire che a parlare del paradosso del concetto di inclusione è una delle parti "in causa". So cos'è la disforia di genere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La citazione della ragazza lesbica non voleva essere un paragone con la pugile. Era per dire che a parlare del paradosso del concetto di inclusione è una delle parti "in causa". So cos'è la disforia di genere.
E io ho detto che non è in causa per il solo motivo di essere lesbica.
Potrebbe aver sensibilità maggiore di una etero o no.
 

spleen

utente ?
Ma se hai la sindrome di Morris, appari una donna proprio perché non vi sono gli effetti degli androgeni e quindi la muscolatura è femmile *.
Quindi non è quello il problema.
Il problema è di cervello e di una disforia, ovvero di una percezione di non corrispondenza tra mente e corpo. Non per nulla per tanto tempo è stata considerata un disturbo psichiatrico. Se non lo è più considerato è perché il disturbo deve essere sentito dal paziente, non da te o me. Se chi si sente così non vuole risolvere la percezione adattandola alla realtà del corpo reale, viene accettato che possa cambiare il corpo.
A chi fa male, oltre che a sé stesso?
Ai genitori, forse. Che non se la sentono di chiamare Maria, Mario.
Nella vita reale mi è capitato di incrociare delle trans e finto di vederle donne. Credo di aver dato un attimo di gioia a un essere umano che deve essere stato proprio male per negare se stesso e il proprio corpo.
Il self-id è altra cosa. Sinceramente mi sembra assurdo.
E come la Rowiling e altre sono contraria.
Concordo con la Soncini. Segue l’articolo della Soncini.




*Generalità
La sindrome di Morris - conosciuta anche come sindrome da insensibilità agli androgeni o femminizzazione testicolare - è una condizione congenita che risulta dalla pregiudicata sensibilità delle cellule di un individuo maschio agli androgeni.
Gli androgeni sono gli ormoni sessuali maschili; il loro massimo esponente è il testosterone.
In base al livello di insensibilità, i medici hanno riconosciuto l'esistenza di una sindrome da parziale insensibilità agli androgeni e di una sindrome da completa insensibilità agli androgeni. Nel primo caso, il paziente può essere portatore di genitali maschili e femminili; nel secondo caso, presenta l'apparato genitale esterno di una donna, pertanto è considerato una persona di sesso femminile.
Purtroppo, non esiste alcun rimedio terapeutico che ripristini la sensibilità delle cellule agli androgeni; gli unici trattamenti oggi disponibili sono di tipo sintomatico.
Ma dobbiamo star qui a disquisire se uno sia o si senta? Se ci sia o ci faccia?
Nello sport conta la lealtà e dovrebbe essere chi decide chi gareggia a garantirla, non in base a una visione politica, in base alla realtà oggettiva e del buonsenso.
Che una pugile, anzi un pugile, sia messo a combattere contro una donna è un fallimento della lealtà sportiva, prima di tutto.

Poi stamattina leggo che per un sedicente esperto, non sia possibile procedere a verifiche sul sesso del tipo, neanche abassarsi i pantaloni davanti ad un medico debba provocare chissà quale trauma.
Io le mutande alla visita di leva me le sono abbassate senza tante storie, e hanno verificato anche se avessi avuti i gingilli in ordine. Vivere in una società dove ognuno faccia che cazzo gli pare a danno degli altri non va bene, per me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma dobbiamo star qui a disquisire se uno sia o si senta? Se ci sia o ci faccia?
Nello sport conta la lealtà e dovrebbe essere chi decide chi gareggia a garantirla, non in base a una visione politica, in base alla realtà oggettiva e del buonsenso.
Che una pugile, anzi un pugile, sia messo a combattere contro una donna è un fallimento della lealtà sportiva, prima di tutto.

Poi stamattina leggo che per un sedicente esperto, non sia possibile procedere a verifiche sul sesso del tipo, neanche abassarsi i pantaloni davanti ad un medico debba provocare chissà quale trauma.
Io le mutande alla visita di leva me le sono abbassate senza tante storie, e hanno verificato anche se avessi avuti i gingilli in ordine. Vivere in una società dove ognuno faccia che cazzo gli pare a danno degli altri non va bene, per me.
Ma hai ragione!
Infatti io restituirei l’onore alle sorelle Press e alle nuotatrici della DDR.
Del resto, nonostante gli ormoni, aveva vinto Novella Calligaris.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E noi non possiamo farci nulla se loro stessi si "emarginano" o anche si sentono non accettati dando colpe ed "altro" ad "altri"..
Però non dobbiamo autoassolverci, quando fino a pochi anni fa si facevano battute e film interi basati sulla presa in giro dei froci. Non facciamo finta che non sia successo.
Come tutti i film in cui le donne venivano regolarmente menate, come cosa normale.
Troviamo un equilibrio.
 

Nicky

Utente di lunga data
È un caso particolare, è nata come bambina. Non ha fatto nessun intervento, solo le analisi hanno dimostrato un problema che colpisce una piccola parte di persone.
Non so, non è qualcosa che si possa decidere in senso assoluto, trovo giusto che valutino caso per caso.
Diverso è per chi soffre di disforia di genere e segue un percorso di cambio sesso, in questi caso c'è comunque un percorso, in cui credo si possa accettare la rinuncia a gareggiare negli sport.
 

Brunetta

Utente di lunga data
È un caso particolare, è nata come bambina. Non ha fatto nessun intervento, solo le analisi hanno dimostrato un problema che colpisce una piccola parte di persone.
Non so, non è qualcosa che si possa decidere in senso assoluto, trovo giusto che valutino caso per caso.
Diverso è per chi soffre di disforia di genere e segue un percorso di cambio sesso, in questi caso c'è comunque un percorso, in cui credo si possa accettare la rinuncia a gareggiare negli sport.
Mi fa piacere per voi (non ti do del voi, ma molti dei giovani qui intervengono) che siate giovani e, non potendo documentarsi su tutta la storia recente, non sappiate moltissimo del problema dello sport, soprattutto olimpico, e del genere nelle gare.
Fin dagli anni sessanta si è posto il problema di donne che ovviamente tali erano anche a una visita medica (nessuno pensava fosse un abuso di potere) ma che avevano una muscolatura poco consueta tra le donne.
La maggior parte di queste donne poco femminili, nell’atletica e nel nuoto, erano dei “paesi dell’est“, intendo con ciò l’Unione Sovietica e i paesi che erano sotto la sua influenza.
La guerra fredda era fatta anche di conquista dello spazio e della conquista di titoli olimpici e record mondiali.
Non so quale follia potesse far pensare che conquistare più medaglie potesse corrispondere a una prova di migliore sistema politico ed economico.
È evidente che, salvo campioni isolati o, forse specialità che predispongono al successo per determinate caratteristiche fisiche (v. etiopi o kenioti per le lunghe distanze), più vi è benessere, più persone possono dedicarsi allo sport.
Quindi è normale che gli Stati Uniti siano sempre stati il paese che raccoglieva più medaglie.
I paesi dell’est, per dare una immagine di successo sportivo, si sono impegnati non solo a selezionare e preparare gli atleti, ma hanno introdotto il doping ormonale.
Era famoso il caso delle sorelle Press che nell’atletica venivano considerate… poco donne.
Sono stati così introdotti i controlli del sesso ormonale e genetico.
Capisco che la poveretta Imane Khelif, già con il problema di una sindrome che non la rende, diciamo, graziosa, possa voler gareggiare e trovare una soddisfazione nello sport.
Ma se gli ormoni le danno quell’aspetto, le daranno anche i muscoli.
Non so come si possa fare per non farla gareggiare.


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Pincopallino

Utente di lunga data
Ma dobbiamo star qui a disquisire se uno sia o si senta? Se ci sia o ci faccia?
Nello sport conta la lealtà e dovrebbe essere chi decide chi gareggia a garantirla, non in base a una visione politica, in base alla realtà oggettiva e del buonsenso.
Che una pugile, anzi un pugile, sia messo a combattere contro una donna è un fallimento della lealtà sportiva, prima di tutto.

Poi stamattina leggo che per un sedicente esperto, non sia possibile procedere a verifiche sul sesso del tipo, neanche abassarsi i pantaloni davanti ad un medico debba provocare chissà quale trauma.
Io le mutande alla visita di leva me le sono abbassate senza tante storie, e hanno verificato anche se avessi avuti i gingilli in ordine. Vivere in una società dove ognuno faccia che cazzo gli pare a danno degli altri non va bene, per me.
Frase che ricorderò per sempre: tira su il pisello. 😂😂😂
 

spleen

utente ?
Mi fa piacere per voi (non ti do del voi, ma molti dei giovani qui intervengono) che siate giovani e, non potendo documentarsi su tutta la storia recente, non sappiate moltissimo del problema dello sport, soprattutto olimpico, e del genere nelle gare.
Fin dagli anni sessanta si è posto il problema di donne che ovviamente tali erano anche a una visita medica (nessuno pensava fosse un abuso di potere) ma che avevano una muscolatura poco consueta tra le donne.
La maggior parte di queste donne poco femminili, nell’atletica e nel nuoto, erano dei “paesi dell’est“, intendo con ciò l’Unione Sovietica e i paesi che erano sotto la sua influenza.
La guerra fredda era fatta anche di conquista dello spazio e della conquista di titoli olimpici e record mondiali.
Non so quale follia potesse far pensare che conquistare più medaglie potesse corrispondere a una prova di migliore sistema politico ed economico.
È evidente che, salvo campioni isolati o, forse specialità che predispongono al successo per determinate caratteristiche fisiche (v. etiopi o kenioti per le lunghe distanze), più vi è benessere, più persone possono dedicarsi allo sport.
Quindi è normale che gli Stati Uniti siano sempre stati il paese che raccoglieva più medaglie.
I paesi dell’est, per dare una immagine di successo sportivo, si sono impegnati non solo a selezionare e preparare gli atleti, ma hanno introdotto il doping ormonale.
Era famoso il caso delle sorelle Press che nell’atletica venivano considerate… poco donne.
Sono stati così introdotti i controlli del sesso ormonale e genetico.
Capisco che la poveretta Imane Khelif, già con il problema di una sindrome che non la rende, diciamo, graziosa, possa voler gareggiare e trovare una soddisfazione nello sport.
Ma se gli ormoni le danno quell’aspetto, le daranno anche i muscoli.
Non so come si possa fare per non farla gareggiare.


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Se la federazione della boxe, l'aveva squalificata un motivo c'era, no? Ed era proprio una questione di controllo ormonale.
Se poi alle olipiadi fanno gareggiare cani e porci il problema lo abbiamo ed è bello grosso, per la credibilità della faccenda.
Poi, voglio dire, se ci sono dei dubbi, anche il minimo dubbio, non gareggi. Punto.
Partecipare alle olimpiadi non è un diritto acquisito da chichessia, devi avere caratteristiche stringenti e non ambigue.
Per me.
Poi siccome le olimpiadi sono sempre state sta specie di carrozzone dove la politica ha voluto e potuto mettere il naso (e anche altro), ormai va bene tutto.
Per poi scontrarsi con le federazioni degli sport che ovviamente tanto malleabili non sono. Proprio per parlare di boxe, alle olimpiadi di Rio, visti gli scandali la federazione mondiale ha radiato (non messo sotto accusa o sospeso, radiato proprio) tutti i giudici e gli arbitri degli incontri.
Questo per dire che se si vuole, pulizia la si può fare.
 

spleen

utente ?
Frase che ricorderò per sempre: tira su il pisello. 😂😂😂
All'infermiere che faceva i controlli prima hanno fatto il test del tre.
Doveva saper contare perlomeno fino a tre. 😁
Poi noi sognavamo che a farci il controllo fosse una dottoressa tipo la Fenech, e ci siamo trovati uno con la barba e gli occhiali spessi mezzo dito...:ROFLMAO:
 
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