Alberto Pellai in un suo intervento mi disse che non va fatto del nostro meglio, bensì quello che va fatto, che potrebbe anche non essere sentito come il nostro meglio. Tuttavia, seppur consapevole che il mestiere del genitore lo si impari sul campo, oggi abbiamo la fortuna di avere a nostra disposizione gente che ha studiato i comportamenti umani e che ne sa più di noi. Sfruttiamoli ed ascoltiamo, che tutto aiuta.
Il pericolo più grande con i figli è che sono nostri, li abbiamo fatti noi e geneticamente ci assomigliano e assomigliano anche all’altro genitore e ai nonni.
Mia figlia ha gli occhi di mio padre (e del bisnonno paterno) ed è stupendo vederli e vedere anche le stesse espressioni. Ma se mio padre fosse stato un cattivo genitore quella somiglianza straordinaria potrebbe essere inquietante.
Ma soprattutto è evidente che ognuno di noi ha difetti o rimpianti ed è spontaneo non volere che i figli riproducano gli stessi errori, ma ognuno di noi è anche orgoglioso dì qualcosa ed è altrettanto spontaneo desiderare che in questo i figli seguano le nostre orme. Riuscire a evitare sia una cosa, sia l’altra è molto difficile.
È evidente per quanto riguarda gli studi. Ogni genitore vorrebbe che i figli studiassero almeno come lui, meglio di più. Ed è anche evidente che ognuno desidera trasmettere passioni che ritiene belle o che arricchiscano. Può trattarsi del calcio, l’amore per la natura o la musica classica.
I figli ha bisogno di differenziarsi dai genitori o di sentirsi degni dei loro successi. E questo è ciò che crea i maggiori conflitti in adolescenza. Ma generalmente ci si scontra su cose che non sono quelle davvero in gioco.
Rispettare il fatto che sono persone diverse è molto difficile. E non può essere solo salvaguardandosi dicendo che si può anche generare un criminale. Se non ci sono problemi psichiatrici, il figlio criminale è portatore dei nostri geni ed è cresciuto in casa nostra!