Non mi sembra tanto O.T.
Credo che sia stato spontaneo ricordare i tempi della scuola e dei primi approcci sentimentali e sessuali.
L’innamoramento induce a pensare all’assoluto e che quel sentimento durerà per sempre, per noi e per l’altro, dandoci sicurezza, riconoscimento reciproco, ma anche valore sociale.
Ne ha accennato
@danny, evidenziando come si sentisse escluso dal mondo delle relazioni, avendo impulsi che non venivano corrisposti, contrariamente ad altri.
È una forma di empatia questo flashback.
Non credo proprio che la giovane età possa spiegare nulla.
Con tutti i padri di famiglia con decenni di matrimonio che ammazzano la moglie e, a volte, figli e si suicidano, vediamo che la variabile età non c’entra.
Io sono anche stufa delle spiegazioni semplicistiche e di attribuzione dei delitti a un sistema di (dis)valori che alcuni definiscono patriarcato, che mi pare non c’entri niente.
Quello che mi sembra evidente è la difficoltà a reggere l’abbandono. Certo la giovane età ci fa trovare tutto più stridente, perché l’abbandono dovrebbe apparire meno grave, quando hai evidentemente un mondo, anche relazionale, davanti.
Perché c’è questo attaccamento morboso alla partner che fa sentire precipitare nel baratro di fronte alla perdita?