Nessuno di noi è completametne padrone, con la mente, della propria anima e del proprio cuore. Possiamo volerperdonare ocn la mente e non riuscirci con il cuore; possiamo anche perdonare con il cuore ma la persona perdonata non è più la stessa della persona che amavamo. Un tradimento cambia noi, cambia il passato, cambia la persona che ha tradito. Il "dopo" non è mai come il prima. Non può esserlo. IL "dopo" è un'altra cosa e comporta regole del tutto nuove. Può capitare che uno si innamori di nuovo della persona che ha tradito ma è un nuovo amore. Oppure può capitare che per quanto apprezzi quella persona, questa persona non è più la stessa, è diversa e non riesci ad amarla.
Così si vive in una contraddizione permanente con se stessi, contraddizione che spiana la strada a tante altre contraddizioni derivate (come posso voler bene e non desiderare quella persona? come posso fidarmi ancora e nondimeno non dimenticare...).
Consideriamo che il tradito, per quanti errori possa aver compiuto, non è alla base della situazione: alla base della situazione è il tradimento. La responsabilità maggiore (non esclusiva, poi dipende dai casi, ma comunque maggiore) è del traditore. E l'infelicità che correda quella contraddizione è originata da quell'evento e non da incapacità dei due soggetti oggi. Una infelicità che non può essere una condanna.
Se è possibile (capisco che non è sempre possibile e spesso nemmeno facile) occorrerebbe, non fosse che per onestà, chiarire le cose. Se possibile bisognerebbe avere la forza di dire: "guarda, non ce la faccio". Questa dichiarazione non è un fallimento, non nasce da una debolezza/incapacità: nasce dal fatto che la situazione è diversa e nessuno ha la bacchetta magica. Impossibile far finta sempre che tutto va bene, impossibile dire sempre di sì quando il cuore dice no.
Questa frase, questa ricerca di colloquio, non chiude tutto: dirla non equivale a dire: "lasciamo perdere tutto; ci abbiamo provato ma non è andata". Questa frase rilancia la palla nel campo del coniuge che può, reso consapevole, impegnarsi (impegnarsi lui!) per rimediare. Non è detto che ci riesca ma non è detto nemmeno il contrario. Molto dipende da quanto tu posa, realmente, amare quella persona e da quanto quella davvero ami te. Avete provato e conviene provarci ancora. Consapevoli che il successo non è garantito e che un eventuale fallimento non dipende da cattiva volontà e, soprattutto, non dipende da te.