Andromeda4
Utente di lunga data
Già. Ma tu lo sai DOPO che ci sei andato. Se non l'hai fatto non puoi criticare.Forse hanno un po’ esagerato.
Però magari non è stato male evitare le feste. Io li ho sempre mandati. Ma non erano sto divertimento.
Già. Ma tu lo sai DOPO che ci sei andato. Se non l'hai fatto non puoi criticare.Forse hanno un po’ esagerato.
Però magari non è stato male evitare le feste. Io li ho sempre mandati. Ma non erano sto divertimento.
Io ero bravissima a scuola e molto educata. Poi scappavo dalla finestra di notte per sbaciucchiarmi con il fidanzatino.Dipende dall'età, dal motivo, dalla persona.
Io ero polemica solo nelle discussioni sui massimi sistemi, ma su quello con me non c'è speranza
Per il resto, tendo a iperadattarmi e, quindi, raramente se mi dicevano di no contestavo la decisione, tanto sapevo già i motivi. Non ho mai dato preoccupazioni, a scuola ero impeccabile, mattane non ne facevo, era tutto molto tranquillo. Ma certe abilità ho poi dovuto costruirle con il tempo, affrontando anche le cose da cui volevano proteggermi.
Non penso ci sia una "regola", un sistema educativo che vale sempre e per tutti, perché le persone non sono automi tutti uguali.
No io sono una tranquillona.Io ero bravissima a scuola e molto educata. Poi scappavo dalla finestra di notte per sbaciucchiarmi con il fidanzatino.
Dicevo che ero in un posto e poi ero in un altro.
Io sono stata terribile da adolescente. Solo la loro pazienza ci voleva a non prendermi a sberle ogni minuto.
Il primo filarino l’ho adocchiato a 13 anni (1 media all’incirca). Ci sono stata appresso quasi tre anni e poi lui ha capitolato (porello,non poteva fare altro).No io sono una tranquillona.
Poi i ragazzi mi son piaciuti tardi.
Però leggendo le situazioni odierne, mi sembra quasi alcuni adulti si trovino una sudditanza imposta senza sapere come gestirla in altro modo, senza passare per duri, cattivi, insensibili.Grazie.
Mi sono imposta pochissimo. Io ho sviluppato l’idea che le persone debbano poter vivere.
Per dire a scuola i miei bambini (l’espressione è professionale) sono sempre usciti in corridoio o nell’atrio a giocare. Poiché ogni tanto si cambia aula, mi sono trovata con colleghe che li tenevano costantemente chiusi in classe. Ovviamente quelle colleghe mi odiavano, perché ovviamente i loro bambini erano inquieti, sentendo gli altri correre e gridare. Una volta una mi ha detto che loro non erano abituate e che mi chiedevano di tenerli in classe. Ho risposto “no”. Finita lì. Mi dispiace che neanche con l’esempio abbiano dato ai bambini l’ora d’aria, consentita anche ai detenuti.
È un aneddoto per dire che non ho mai considerato necessario uniformare le mie scelte al contesto.
Vale anche con i figli. I miei figli forse erano straordinariamente miti? Può essere. Ma non li tenevo in cella.
Ho fatto accenno al fatto che sempre c’è stato chi poteva stare fuori con i coetanei. In certi contesti di piccoli paesi, dove i genitori sentono che c’è controllo sociale, sin da piccoli i figli giocano fuori tra loro anche dopo cena, in estate, e questo continua anche in adolescenza.
Io no, i miei erano restrittivi, ma basta sentire o leggere di Patty Pravo o altri personaggi e scoprire che avevano molta autonomia.
Questo atteggiamento permissivo si è diffuso negli anni, forse anche per gli esempi di fiction.
Non solo.Si, hanno esagerato, lo dico con tranquillità perché non c'è nessun rancore o recriminazione; semplicemente, a una certa età i genitori li vedi per ciò che sono e ti accorgi se c'erano delle dinamiche sbagliate. Non è per le feste, è perché, a causa di questa iperprotezione, non siamo cresciute con un senso di sicurezza.
Se lo fai, e io l'ho fatto, è perché a tua volta lo consideri una tappa fondamentale della vita di una persona.Però leggendo le situazioni odierne, mi sembra quasi alcuni adulti si trovino una sudditanza imposta senza sapere come gestirla in altro modo, senza passare per duri, cattivi, insensibili.
Alle 3 di notte mi sembra normale che un adulto possa considerare di poter dormire, o comunque poter calcolare di avere delle ore per poter stare a casa propria, non di trovarsi a girare di notte per portare i loro figli in discoteca perchè "è così o lo fanno lo stesso" (con che soldi poi non so).
A 15 anni mi sembra veramente tutto troppo precoce.
Concordo. C’è paura di sembrare cattivi.Però leggendo le situazioni odierne, mi sembra quasi alcuni adulti si trovino una sudditanza imposta senza sapere come gestirla in altro modo, senza passare per duri, cattivi, insensibili.
Alle 3 di notte mi sembra normale che un adulto possa considerare di poter dormire, o comunque poter calcolare di avere delle ore per poter stare a casa propria, non di trovarsi a girare di notte per portare i loro figli in discoteca perchè "è così o lo fanno lo stesso" (con che soldi poi non so).
A 15 anni mi sembra veramente tutto troppo precoce.
13 anni in prima media? pluribocciata?Il primo filarino l’ho adocchiato a 13 anni (1 media all’incirca). Ci sono stata appresso quasi tre anni e poi lui ha capitolato (porello,non poteva fare altro).
Io di pensieri ne ho dati tanti perchè ero come due persone. Brava a scuola e molto educata fuori e poi terribile in casa.
Eppure, alla fine sono crescita abbastanza secondo i loro standard. Secondo me non ci avrebbero scommesso.
Se si parla di queste situazioni da adulti, il cuccaggio ect. sono esperienze, ma non solo il cuccaggio, tutto quello che un giovane vive ampliando i contesti in cui si sposta, lasciando il se bambino per una formazione più adulta. Nel fare esperienze si sbaglia, si fanno errori. Tutto questo diventa un bagaglio. E la presenza dei genitori, dentro la protezione vi è il poter sbagliare.Se lo fai, e io l'ho fatto, è perché a tua volta lo consideri una tappa fondamentale della vita di una persona.
Una parte necessaria della crescita.
Qualcosa che ti puoi lasciare alle spalle, proprio per la considerazione di una tappa compiuta definitivamente della tua vita.
E per questo non intendo andare a ballare, ma soprattutto quella classica operazione di cuccaggio tipica delle disco, con rapporti occasionali, che ti danno, appunto, la misura di un certo tipo di relazioni.
Meglio essere adolescenti quando l'età lo consente che continuare a farlo a 40 anni.
Anni fa la figlia età medie di una mia amica era stata invitata a una festa. La mamma era contenta che fosse stata invitata, ci teneva che fosse socializzata. Ma la figlia era recalcitrante.Già. Ma tu lo sai DOPO che ci sei andato. Se non l'hai fatto non puoi criticare.
Ma non ricordo bene l’età che avevo in quella classe. Ricordo solo che ero in prima e lui in secondo e al primo sguardo io lo volli, vuoi avvinta d’amore perpetuo13 anni in prima media? pluribocciata?
La notte e le tenebre, specie per noi vamp... ehm ehm, hanno un fascino tutto particolare.Se si parla di queste situazioni da adulti, il cuccaggio ect. sono esperienze, ma non solo il cuccaggio, tutto quello che un giovane vive ampliando i contesti in cui si sposta, lasciando il se bambino per una formazione più adulta. Nel fare esperienze si sbaglia, si fanno errori. Tutto questo diventa un bagaglio. E la presenza dei genitori, dentro la protezione vi è il poter sbagliare.
Non sono contro questo. Mi sembra manchi un passaggio nel passare da bambino, al fare festini in piena notte, obbligando i propri genitori a cambiare i propri ritmi di vita.
Io qui leggo di imposizioni, per vivere dei contesti che non potrebbero vivere altrimenti. Che è logico, fai girare in piena notte da solo/a un 15enne? Non lo farei neppure io ovviamente. Ma non vedo perchè debba esserci questa struttura. Un locale, una discoteca, è un capannone. Dentro un capannone ci puoi entrare a qualsiasi ora.
Invece deve essere di notte, stravolgendo gli orari di persone che magari il giorno dopo alle 8 devono essere in un contesto lavorativo?
E qui si capolve la situazione, pare che un figlio dica "caro genitore, senti va in questo modo, regolati te".
Ma ci vanno portati in macchina da mamma e papàLa notte e le tenebre, specie per noi vamp... ehm ehm, hanno un fascino tutto particolare.
E' innegabile.
Da giovanissimo andavo in discoteca il pomeriggio.
Terribile.
non so, io non ho mai contestato i miei e sono fin troppo assertivo, comunque; mia sorella ha sempre contestato e ne ha ricavato solo sberle e scelte sbagliate nella vita. Non è necessario essere "contro" per affermarsi, per meTi dirò.
Io credo che sia giusto dare motivi di contestazione.
Si cresce così. Contestando l’autorità si cerca il proprio io.
Io ho contestato tantissimo.
ma veramente tanto. A un certo punto talmente contestavo che sono diventata rappresentante di istituto almeno li potevo contestare serena.
Ho passato settimane intere in punizione.
Eppure, oggi io sono sicura di me.
Per me non è stato un danno e nemmeno per i miei fratelli.
Ognuno ha il proprio carattere, come figlio, ma anche come genitore.non so, io non ho mai contestato i miei e sono fin troppo assertivo, comunque; mia sorella ha sempre contestato e ne ha ricavato solo sberle e scelte sbagliate nella vita. Non è necessario essere "contro" per affermarsi, per me
mio figlio ha iniziato a 6 anni a porre il contraddittorio, adesso è sostenibile solo perchè ha capito che non è indipendente; ti dice 'va bene, ma sono convinto di aver ragione lo stesso e te lo dimostro quando vorrai'. A volte lascio fare, a volte gli dico che si fa comunque come dico iocomunque io credo che mi possa contraddire solo chi è un mio pari.
In tribunale mi può contraddire la parte che porta interessi contrari ai miei.
Un figlio non può essere un contraddittore perché semplicemente non è un tuo pari.
Quando avrà abbracciato le responsabilità di un adulto, allora potrà contraddire.
Pensa, io mai promosso eccetto in quinta. Solo bocciature o rimandatoMa non ricordo bene l’età che avevo in quella classe. Ricordo solo che ero in prima e lui in secondo e al primo sguardo io lo volli, vuoi avvinta d’amore perpetuo
Comunque mai bocciata in vita mia e mai rimandata.
C'è una percezione di insicurezza più diffusa.Ma ci vanno portati in macchina da mamma e papà
Escono fanno tre passi, e sono che li aspettano in macchina. Magari in pigiama perchè stavano a letto.