Mi sono fatta paura da sola.

bravagiulia75

Utente di lunga data
Certo che dipende dai genitori. Ad Halloween voleva andare ad una festa ad un’ora di macchina da casa. Ma assolutamente no! Anche se ci andavano tutti. Il punto però è che oggi certe cose le chiedono, io non me lo facevo venire nemmeno in mente.
Anche ai miei tempi c’erano comunque compagni che giravano di notte, forse hai ragione, ma la maggioranza delle mie conoscenze era come me, forse perché chi si somiglia si piglia?
Ricordo però che a 17 anni sono partita per l’Inter rail, siccome il mio ragazzo aveva un anno in più, mia madre mia aveva lasciato anticipare il viaggio della maturità. Mi ero molto stranita di aver avuto il permesso di farlo.
Oggi non è più moda, per fortuna.
l'interail va ancora di moda
e i ragazzi lo fanno
mia figlia non è riuscita purtroppo a vincere i biglietti quindi non l 'ha fatto
è un esperienza indimenticabile
in ogni caso fa viaggi di frequente
 

Brunetta

Utente di lunga data
Era già un po' sfumata l'ondata, ma a dire il vero noi eravamo ragazze tranquille.
Io sono la seconda, le regole sono state uguali per entrambe, perciò sapevo già cosa era consentito o no.
Non mi interessava andare in discoteca, ma se c'è una festa e tutta la classe ci va, è brutto dover dire di no. Oppure il teatro, essendo la sera non avevo il permesso. Su quello a volte mi impuntavo, perché mi creava problemi con i professori che volevano che vedessimo gli spettacoli teatrali.
Comunque il discorso è sempre stato, di te mi fido, degli altri no e quindi ti voglio sotto la mia protezione.
Forse hanno un po’ esagerato.
Però magari non è stato male evitare le feste. Io li ho sempre mandati. Ma non erano sto divertimento.
 

ivanl

Utente di lunga data
Era già un po' sfumata l'ondata, ma a dire il vero noi eravamo ragazze tranquille.
Io sono la seconda, le regole sono state uguali per entrambe, perciò sapevo già cosa era consentito o no.
Non mi interessava andare in discoteca, ma se c'è una festa e tutta la classe ci va, è brutto dover dire di no. Oppure il teatro, essendo la sera non avevo il permesso. Su quello a volte mi impuntavo, perché mi creava problemi con i professori che volevano che vedessimo gli spettacoli teatrali.
Comunque il discorso è sempre stato, di te mi fido, degli altri no e quindi ti voglio sotto la mia protezione.
beh, così forse era un pò troppo
 

Nicky

Utente di lunga data
Forse hanno un po’ esagerato.
Però magari non è stato male evitare le feste. Io li ho sempre mandati. Ma non erano sto divertimento.
Si, hanno esagerato, lo dico con tranquillità perché non c'è nessun rancore o recriminazione; semplicemente, a una certa età i genitori li vedi per ciò che sono e ti accorgi se c'erano delle dinamiche sbagliate. Non è per le feste, è perché, a causa di questa iperprotezione, non siamo cresciute con un senso di sicurezza.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si, hanno esagerato, lo dico con tranquillità perché non c'è nessun rancore o recriminazione; semplicemente, a una certa età i genitori li vedi per ciò che sono e ti accorgi se c'erano delle dinamiche sbagliate. Non è per le feste, è perché, a causa di questa iperprotezione, non siamo cresciute con un senso di sicurezza.
Perché dicevano “di te mi fido, degli altri no e quindi ti voglio sotto la mia protezione”, ma capivate che vi stavano dicendo che voi non eravate in grado di proteggervi da sole.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Gli adolescenti (il termine stesso indica che sono in crescita) fanno quello che i genitori consentono.
Il problema sta nei genitori, non nei ragazzini.
Ormai i miei figli sono adulti e questo fa apparire lontano il tempo della loro adolescenza. Ma non è lontano. Anche quando erano loro adolescenti e pure quando lo ero io e pure prima c’era chi stava in giro di notte.
Non è questione che “se uno vuol fare, fa comunque“ , come si dice da sempre.
È questione di fare in modo di esporre a esperienze graduali in modo che siano in grado di affrontarle.
Ho chiesto ai miei figli adulti se avrebbero voluto fare di più. Hanno detto che sono stati molto contenti dei limiti che ho imposto.
A 15 anni? Magari a Milano era diverso. Io ricordo gli inverni di ormai altri tempi, pieni di buio. Forse l'inquinamento luminoso non era ai livelli odierni, nelle case si era molto attenti a non tenere molte luci accese, e d'inverno era decisamente più freddo di oggi. Inoltre tutte le attività si fermavano di notte e nei fine settimana. Il che faceva percepire una società che andava a letto.
Io diversamente da altri miei coetanei non avevo veri divieti, mio padre diceva "vuoi andare, vai", ma era chiarissimo che dovevo regolarmi da sola. Ricordo che una volta ero andata al ristorante cinese con una mia amica (16 anni), tornata alle 22 circa con autobus e non trovata coincidenza con altro autobus (non c'erano più corse dopo le 20), imitando la mia amica -che aveva telefonato al padre- avevo chiamato casa anche io. Mi avevano buttato giù il telefono. Ero tornata a piedi. Che per i tempi era tutto molto tranquillo, rispetto ai livelli di oggi, ma io non ero abituata a girare di notte, e non era mio uso fare tutta quella strada a piedi. Quando ero arrivata a casa, i miei erano a letto. Dormivano. Forse mia madre ascoltava i rumori, ma non era alzava. Il giorno dopo nessuno diceva una parola, chiedeva niente.
Questi insieme ad altri episodi mi facevano capire che non potevo fare cazzate e pensare di avere supporto.
Pure crescendo, quando ho potuto girare in macchina con amici, e bere alcolici, non sono mai arrivata a livelli "over". Mi fermavo prima. Sapevo che dovevo pensare a me stessa, che non potevo aspettarmi che altri lo facessero per me. Ero quella che rimaneva sempre lucida.
Però sai, anche io se fossi genitore, pur capendo che dei freni vanno imposti, non riuscirei a essere tanto dura.
Noterai che ho usato il termine "dura", perchè comunque -pur essendo cose sorpassate- so che in quegli anni certi episodi li avevo vissuto in modo sofferto.
E credo che questa lettura, probabilmente, nei miei coetanei che oggi hanno figli di 15 anni, possa essere una chiave da valutare. A prescindere dalle voci degli espertoni, poi gli episodi si vivono nella semplice quotidianità.
Tu hai una dote tua, o forse l'hai sviluppata nel tempo, di saperti imporre senza passare per estrema. Di arrivare a dei punti fermi senza privare di un dialogo. Non ho visto tante persone come te.
 

Gaia

Utente di lunga data
Si, hanno esagerato, lo dico con tranquillità perché non c'è nessun rancore o recriminazione; semplicemente, a una certa età i genitori li vedi per ciò che sono e ti accorgi se c'erano delle dinamiche sbagliate. Non è per le feste, è perché, a causa di questa iperprotezione, non siamo cresciute con un senso di sicurezza.
I miei finché non ho avuto la patente mi hanno accompagnata alle cose che non andava a configgere coi loro impegni, con la stessa motivazione e in più dicendomi che le loro cose erano più importanti delle mie.
Una volta avuta la patente mi hanno serenamente lasciato l’auto, m ala benzina dovevo metterla io coi soldi miei.
Zero democrazia in casa mia.
Trattati esattamente come gli adulti che pretendevano di essere.
Oggi vi vedo troppo succubi di questi ragazzi.
 

Nicky

Utente di lunga data
Zero democrazia in casa mia.
Non so cosa intendi, ma in casa mia non si è mai posta una questione di democrazia o dittatura, loro erano i genitori e prendevano le decisioni di loro competenza, come è normale.
Ma non mi hanno mai proibito qualcosa per il gusto di dimostrare che erano i più forti, anche perché in quel caso mi sarei ribellata, conoscendomi. Le prese di posizione irrazionali le tollero poco.
Se ci proibivano le cose, era sempre per un motivo logico, di protezione e cura e questo ha fatto tutta la differenza del mondo, perché era un gesto d'amore.
Solo che vedevano pericoli ovunque!!!
E io, infatti, sono tuttora una persona molto ansiosa.
 

Gaia

Utente di lunga data
Non so cosa intendi, ma in casa mia non si è mai posta una questione di democrazia o dittatura, loro erano i genitori e prendevano le decisioni di loro competenza, come è normale.
Ma non mi hanno mai proibito qualcosa per il gusto di dimostrare che erano i più forti, anche perché in quel caso mi sarei ribellata, conoscendomi. Le prese di posizione irrazionali le tollero poco.
Se ci proibivano le cose, era sempre per un motivo logico, di protezione e cura e questo ha fatto tutta la differenza del mondo, perché era un gesto d'amore.
Solo che vedevano pericoli ovunque!!!
E io, infatti, sono tuttora una persona molto ansiosa.
A me non spiegavano. Mi dicevano no. E quindi io chiedevo perché no?
mi rispondevano una volta e io insistevo e allora era no perché lo dico io.
Una volta dissi che in casa non c’era libertà di espressione.
e mio padre mi disse che era esattamente così, almeno finché non avessi avuto qualcosa di sensato da dire e quindi da ascoltare.
Mi disse pure che in casa sua si faceva come diceva lui e che a casa mia sarei stata libera di organizzarmi come meglio credevo.
Poi in realtà i miei hanno molto puntato ad esempio sulla mia istruzione, si sono interessati alla mia vita, ma stando sempre dietro la porta senza incedere i miei spazi personali (ad esempio fidanzatini o amici).
Resta che io sono cresciuta molto sicura di me e mi sono sempre sentita protetta e amata.
Ma non sono mai stati miei amici e io talvolta li ho anche odiati e li ho molto contestati a una certa età.
Secondo me il sistema è stato perfetto nel complesso.
Oggi siamo pari e oggi sono miei ‘amici’
 

ivanl

Utente di lunga data
A me non spiegavano. Mi dicevano no. E quindi io chiedevo perché no?
mi rispondevano una volta e io insistevo e allora era no perché lo dico io.
Una volta dissi che in casa non c’era libertà di espressione.
e mio padre mi disse che era esattamente così, almeno finché non avessi avuto qualcosa di sensato da dire e quindi da ascoltare.
Mi disse pure che in casa sua si faceva come diceva lui e che a casa mia sarei stata libera di organizzarmi come meglio credevo.
Poi in realtà i miei hanno molto puntato ad esempio sulla mia istruzione, si sono interessati alla mia vita, ma stando sempre dietro la porta senza incedere i miei spazi personali (ad esempio fidanzatini o amici).
Resta che io sono cresciuta molto sicura di me e mi sono sempre sentita protetta e amata.
Ma non sono mai stati miei amici e io talvolta li ho anche odiati e li ho molto contestati a una certa età.
Secondo me il sistema è stato perfetto nel complesso.
Oggi siamo pari e oggi sono miei ‘amici’
il neretto è stata spesso la mia risposta a mio figlio quando contestava una mia decisione; e, ogni volta, mia moglie mi ha cazziato dicendo che è sbagliato rispondere così, si deve invece spiegare la ratio della cosa in modo che il figlio capisca che è per un motivo ponderato e ragioni sulla correttezza della scelta, senza invece fare esattamente il contrario solo per ripicca.
Non so, forse ha ragione lei, anche se secondo i nostri genitori a nostro figlio abbiamo spiegato fin troppo le nostre scelte, invece di zittirlo quando diventava polemico.
Ora è un continuo contraddittorio, in effetti :LOL:
 

Brunetta

Utente di lunga data
A 15 anni? Magari a Milano era diverso. Io ricordo gli inverni di ormai altri tempi, pieni di buio. Forse l'inquinamento luminoso non era ai livelli odierni, nelle case si era molto attenti a non tenere molte luci accese, e d'inverno era decisamente più freddo di oggi. Inoltre tutte le attività si fermavano di notte e nei fine settimana. Il che faceva percepire una società che andava a letto.
Io diversamente da altri miei coetanei non avevo veri divieti, mio padre diceva "vuoi andare, vai", ma era chiarissimo che dovevo regolarmi da sola. Ricordo che una volta ero andata al ristorante cinese con una mia amica (16 anni), tornata alle 22 circa con autobus e non trovata coincidenza con altro autobus (non c'erano più corse dopo le 20), imitando la mia amica -che aveva telefonato al padre- avevo chiamato casa anche io. Mi avevano buttato giù il telefono. Ero tornata a piedi. Che per i tempi era tutto molto tranquillo, rispetto ai livelli di oggi, ma io non ero abituata a girare di notte, e non era mio uso fare tutta quella strada a piedi. Quando ero arrivata a casa, i miei erano a letto. Dormivano. Forse mia madre ascoltava i rumori, ma non era alzava. Il giorno dopo nessuno diceva una parola, chiedeva niente.
Questi insieme ad altri episodi mi facevano capire che non potevo fare cazzate e pensare di avere supporto.
Pure crescendo, quando ho potuto girare in macchina con amici, e bere alcolici, non sono mai arrivata a livelli "over". Mi fermavo prima. Sapevo che dovevo pensare a me stessa, che non potevo aspettarmi che altri lo facessero per me. Ero quella che rimaneva sempre lucida.
Però sai, anche io se fossi genitore, pur capendo che dei freni vanno imposti, non riuscirei a essere tanto dura.
Noterai che ho usato il termine "dura", perchè comunque -pur essendo cose sorpassate- so che in quegli anni certi episodi li avevo vissuto in modo sofferto.
E credo che questa lettura, probabilmente, nei miei coetanei che oggi hanno figli di 15 anni, possa essere una chiave da valutare. A prescindere dalle voci degli espertoni, poi gli episodi si vivono nella semplice quotidianità.
Tu hai una dote tua, o forse l'hai sviluppata nel tempo, di saperti imporre senza passare per estrema. Di arrivare a dei punti fermi senza privare di un dialogo. Non ho visto tante persone come te.
Grazie.
Mi sono imposta pochissimo. Io ho sviluppato l’idea che le persone debbano poter vivere.
Per dire a scuola i miei bambini (l’espressione è professionale 😂) sono sempre usciti in corridoio o nell’atrio a giocare. Poiché ogni tanto si cambia aula, mi sono trovata con colleghe che li tenevano costantemente chiusi in classe. Ovviamente quelle colleghe mi odiavano, perché ovviamente i loro bambini erano inquieti, sentendo gli altri correre e gridare. Una volta una mi ha detto che loro non erano abituate e che mi chiedevano di tenerli in classe. Ho risposto “no”. Finita lì. Mi dispiace che neanche con l’esempio abbiano dato ai bambini l’ora d’aria, consentita anche ai detenuti.
È un aneddoto per dire che non ho mai considerato necessario uniformare le mie scelte al contesto.
Vale anche con i figli. I miei figli forse erano straordinariamente miti? Può essere. Ma non li tenevo in cella.
Ho fatto accenno al fatto che sempre c’è stato chi poteva stare fuori con i coetanei. In certi contesti di piccoli paesi, dove i genitori sentono che c’è controllo sociale, sin da piccoli i figli giocano fuori tra loro anche dopo cena, in estate, e questo continua anche in adolescenza.
Io no, i miei erano restrittivi, ma basta sentire o leggere di Patty Pravo o altri personaggi e scoprire che avevano molta autonomia.
Questo atteggiamento permissivo si è diffuso negli anni, forse anche per gli esempi di fiction.
 

Gaia

Utente di lunga data
il neretto è stata spesso la mia risposta a mio figlio quando contestava una mia decisione; e, ogni volta, mia moglie mi ha cazziato dicendo che è sbagliato rispondere così, si deve invece spiegare la ratio della cosa in modo che il figlio capisca che è per un motivo ponderato e ragioni sulla correttezza della scelta, senza invece fare esattamente il contrario solo per ripicca.
Non so, forse ha ragione lei, anche se secondo i nostri genitori a nostro figlio abbiamo spiegato fin troppo le nostre scelte, invece di zittirlo quando diventava polemico.
Ora è un continuo contraddittorio, in effetti :LOL:
Ti dirò.
Io credo che sia giusto dare motivi di contestazione.
Si cresce così. Contestando l’autorità si cerca il proprio io.
Io ho contestato tantissimo.
ma veramente tanto. A un certo punto talmente contestavo che sono diventata rappresentante di istituto almeno li potevo contestare serena.
Ho passato settimane intere in punizione.
Eppure, oggi io sono sicura di me.
Per me non è stato un danno e nemmeno per i miei fratelli.
 

Gaia

Utente di lunga data
il neretto è stata spesso la mia risposta a mio figlio quando contestava una mia decisione; e, ogni volta, mia moglie mi ha cazziato dicendo che è sbagliato rispondere così, si deve invece spiegare la ratio della cosa in modo che il figlio capisca che è per un motivo ponderato e ragioni sulla correttezza della scelta, senza invece fare esattamente il contrario solo per ripicca.
Non so, forse ha ragione lei, anche se secondo i nostri genitori a nostro figlio abbiamo spiegato fin troppo le nostre scelte, invece di zittirlo quando diventava polemico.
Ora è un continuo contraddittorio, in effetti :LOL:
comunque io credo che mi possa contraddire solo chi è un mio pari.
In tribunale mi può contraddire la parte che porta interessi contrari ai miei.
Un figlio non può essere un contraddittore perché semplicemente non è un tuo pari.
Quando avrà abbracciato le responsabilità di un adulto, allora potrà contraddire.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ti dirò.
Io credo che sia giusto dare motivi di contestazione.
Si cresce così. Contestando l’autorità si cerca il proprio io.
Io ho contestato tantissimo.
ma veramente tanto. A un certo punto talmente contestavo che sono diventata rappresentante di istituto almeno li potevo contestare serena.
Ho passato settimane intere in punizione.
Eppure, oggi io sono sicura di me.
Per me non è stato un danno e nemmeno per i miei fratelli.
Credo che esista una base caratteriale che porta a vivere le stesse cose in modo diverso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
comunque io credo che mi possa contraddire solo chi è un mio pari.
In tribunale mi può contraddire la parte che porta interessi contrari ai miei.
Un figlio non può essere un contraddittore perché semplicemente non è un tuo pari.
Quando avrà abbracciato le responsabilità di un adulto, allora potrà contraddire.
Ma neanche. Sarà sempre qualcuno che ha meno esperienza di te. Anche se sei una casalinga che non si è mai mossa dal paesino e il figlio ha girato il mondo. Avrà più esperienze, ma non maggiore maturità.
 

Nicky

Utente di lunga data
il neretto è stata spesso la mia risposta a mio figlio quando contestava una mia decisione; e, ogni volta, mia moglie mi ha cazziato dicendo che è sbagliato rispondere così, si deve invece spiegare la ratio della cosa in modo che il figlio capisca che è per un motivo ponderato e ragioni sulla correttezza della scelta, senza invece fare esattamente il contrario solo per ripicca.
Non so, forse ha ragione lei, anche se secondo i nostri genitori a nostro figlio abbiamo spiegato fin troppo le nostre scelte, invece di zittirlo quando diventava polemico.
Ora è un continuo contraddittorio, in effetti :LOL:
Dipende dall'età, dal motivo, dalla persona.
Io ero polemica solo nelle discussioni sui massimi sistemi, ma su quello con me non c'è speranza 😂
Per il resto, tendo a iperadattarmi e, quindi, raramente se mi dicevano di no contestavo la decisione, tanto sapevo già i motivi. Non ho mai dato preoccupazioni, a scuola ero impeccabile, mattane non ne facevo, era tutto molto tranquillo. Ma certe abilità ho poi dovuto costruirle con il tempo, affrontando anche le cose da cui volevano proteggermi.
Non penso ci sia una "regola", un sistema educativo che vale sempre e per tutti, perché le persone non sono automi tutti uguali.
 

Gaia

Utente di lunga data
Ma neanche. Sarà sempre qualcuno che ha meno esperienza di te. Anche se sei una casalinga che non si è mai mossa dal paesino e il figlio ha girato il mondo. Avrà più esperienze, ma non maggiore maturità.
Ma lì però parli con un adulto che vive con le proprie forze. E allora io credo che ci possa essere un contraddittorio alla pari.
Diversamente non può esserci. E.m come se io tenessi conto delle opinioni dei miei cani solo perché sono esseri viventi.
 

white74

Utente di lunga data
il neretto è stata spesso la mia risposta a mio figlio quando contestava una mia decisione; e, ogni volta, mia moglie mi ha cazziato dicendo che è sbagliato rispondere così, si deve invece spiegare la ratio della cosa in modo che il figlio capisca che è per un motivo ponderato e ragioni sulla correttezza della scelta, senza invece fare esattamente il contrario solo per ripicca.
Non so, forse ha ragione lei, anche se secondo i nostri genitori a nostro figlio abbiamo spiegato fin troppo le nostre scelte, invece di zittirlo quando diventava polemico.
Ora è un continuo contraddittorio, in effetti :LOL:
Io ho sempre cercato di spiegare i miei no a mia figlia. La prima volta. Alla seconda insistenza per la stessa cosa diventava:”perché lo dico io”
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Era già un po' sfumata l'ondata, ma a dire il vero noi eravamo ragazze tranquille.
Io sono la seconda, le regole sono state uguali per entrambe, perciò sapevo già cosa era consentito o no.
Non mi interessava andare in discoteca, ma se c'è una festa e tutta la classe ci va, è brutto dover dire di no. Oppure il teatro, essendo la sera non avevo il permesso. Su quello a volte mi impuntavo, perché mi creava problemi con i professori che volevano che vedessimo gli spettacoli teatrali.
Comunque il discorso è sempre stato, di te mi fido, degli altri no e quindi ti voglio sotto la mia protezione.
Uguale i miei. Niente gite scolastiche, figurati, uscite serali idem. Trovavo un muro. Mi vergognavo a dire sempre di no, la scusa ufficiale anche per me era la cosiddetta sfiducia negli altri. Che implicitamente era sfiducia verso di me, perché era come dire che non sapevo scegliermi le compagnie.
 

white74

Utente di lunga data
Quando era piccola la cosa era impostata sul :” quando sarai grande farai come ti pare”
Ora siamo sul:” quando sarai in grado di mantenerti…” 🤣
 
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