Non ho mai sostenuto una teoria del genere! Mi limito semplicemente ad osservazioni derivanti alcune da esperienze personali, altri sulla base di studi letti.
Ciò che penso è che molte persone hanno "diversi desideri" non coerenti tra loro, se non addirittura contrastanti. Quindi si comportano in maniera diversa in base al desiderio.
Ad esempio una persona che vuole la "famiglia della mulino bianco", però allo stesso tempo vuole una vita libera da vincoli. Quindi in alcuni frangenti si comporterà come persona della mulino bianco, in altri si comporterà in maniera opposta.
NON TUTTI SONO COSI' questo lo sappiamo, così come sappiamo che esistono persone così. Ora quando incontri una persona così può essere che uno ci rimanga male, se non altro perché gli è stata "venduta" un'immagine parziale della persone (ad esempio quella della mulino bianco), mentre gli è stata nascosta un'altra immagine della persona (ad esempio quella che vuole vivere serenamente altre situazioni extra).
Il tutto sta nella chiarezza. Se nascondi qualcosa una ragione ci sarà, o sbaglio?! Quindi non è vince chi fugge, ma sbaglia chi mente! (mi sembra ragionevole). Poi ognuno fa che caz** vuole, però questo vale per tutti, quindi anche per il partner, che arrivato ad un certo punto avrà la libertà di mandare a quel paese.
Se mi stai dicendo che buona parte delle persone non ha la più pallida idea di dove colloca se stessa, sfondi una porta aperta...siamo scimmie.
Fino a non molti mila anni fa manifestavamo il nostro dissenso lanciando i nostri escrementi contro gli altri.
Adesso non lanciamo quelli fisici ma di latrine e vomitatoi emozionali ce ne sono parecchi, sparsi un po' ovunque.
Non penso che "il mulino bianco" e "la libertà" siano desideri.
Siamo scimmie, desideriamo fondamentalmente una cosa: PIACERE. (IL)
Poi impariamo tutta una serie di "ricette" per soddisfare il piacere.
Libertà, stabilità...sono le illusioni di questo secolo.
Cazzate fondamentalmente.
Non siamo stabili, ma in continuo e costante divenire, siamo una parte e non il tutto e quindi non vediamo di là dal nostro naso se non per brevi istanti e quando capita la maggior parte delle volte manco ce ne rendiamo conto perchè i nostri paradigmi di lettura della realtà sono troppo primitivi, siamo sottoposti anche contro il nostro volere al cambiamento e all'indeterminatezza.
E ci muoviamo nella paura, atavica, di trovarci al buio soli e al freddo.
Quando la paura è alla guida...beh...nella ricerca del piacere è facile oscillare fra le varie ricette.
Ho paura di star sola? Mi trovo un maschio. O una femmina, O entrambi.
Sono rassicurata? Mi faccio i cazzi miei e cerco ancora piacere.
Per dire.
Quello che però ci distingue davvero dagli altri mammiferi è il linguaggio, così come è il nostro linguaggio, ossia simbolizzazione e astrazione, e la musica.
Chi oscilla in modo incontrollato, soprattutto senza aver cura di sè (la mancanza di cura dell'altro è solo una delle conseguenze) semplicemente non sa. E spesso non ha desiderio di sapere.
Come posso manifestare chi sono se non so chi sono? Se non l'ho manifestato in primis a me stesso?
D'altro canto, non posso sapere chi sono senza confrontarmi con l'altro.
Partire dal presupposto (parte della ricetta del mulino bianco) che ci si conosca e che davvero si possa arrivare a conoscersi del tutto è un'altra delle illusioni che servono a costruire il mito della stabilità del nostro tempo.
Con l'altro ho due scelte fondamentali:
- mi spoglio per davvero, non per amore dell'altro ma per amore di me stesso. E dono quell'amore di me stesso all'altro permettendogli di penetrarmi davvero (a prescindere da cazzo e figa) e scambiando conoscenza e percorsi. ASSUMENDOMI IL DOLORE che questo processo comporta.
- mi affido alla ricetta per svolgere i compiti evolutivi socialmente assegnati. No mi spoglio. Non mi amo. Non uso l'altro e non mi lascio usare per andar dentro e conoscere chi sono io e chi è l'altro. EVITANDO IL DOLORE e cercando sollievo. (e finendo irrimediabilmente nell'addiction...il sollievo è eco, del piacere...assumere sollievo serve solo ad abbassare la tensione e rimettere nella condizione di averne ancora e sempre più bisogno)
Penso che la maggior parte delle relazioni funzioni nel secondo modo: uso l'altro per confermare me stesso. (e in quel me stesso ci sono le ricettine del mulino bianco, l'arcobaleno degli unicorni....e soprattutto l'amore come gara e come merce di scambio.
Poi arrivano le bastonate nei denti.