Amarax
Utente di lunga data
Come sempre, partendo da un caso, quello di Ttiste, si arriva a parlare di sè, delle proprie esperienze e dei propri traumi subiti.
Peccato che si parli molto meno dei traumi fatti subire ai figli. Comprensibile che si voglia negarli, indubbiamente tutti (salvo eccezioni patologiche) vogliono bene ai figli, ma può accadere di essere travolti dagli eventi e far loro del male.
Triste è adulto (giovane e probabilmente ancora fragile, anche se un tempo a quell'età si "tirava il carretto" per la famiglia) e da adulto deve reagire. Non credo che ora lo stia facendo, credo che abbia bisogno di un aiuto esterno ai genitori (psicologo, parente, insegnante,..) che lo sostenga in questa fase.
Non credo che lui dovrebbe entrare ora in una terapia con i genitori, una terapia familiare si potrà fare in una fase di calma non in mezzo alla tempesta. Ora sarebbe caricare lui di un ruolo che non gli compete e i genitori sarebbero sviati dal confronto tra loro.
Concordo con Feddy che ora sarebbe entrare nella loro camera da letto, cosa che è da evitare assolutamente.
E' poi naturale che i figli adulti, mentre vivono una situazione o dopo, giudichino i genitori e lo faranno proprio sulla coerenza e valutando le azioni compiute.
Come genitori bisogna metterlo in conto e considerarlo.
Da quando ho avuto figli la mia vita è totalmente cambiata e credo che ogni genitore lo capisca. Non ho più fatto nulla che ritenessi rischioso e il primo pensiero in situazioni di pericolo (incidenti vissuti o paventati) è sempre stato per loro.
Per me è inconcepibile che si possano compiere atti che, se conosciuti dai figli, potrebero far loro del male e, comunque, poi bisogna assumersene la responsabilità.
Comportarsi da tiranni che pretendono di non essere giudicati dai figli mi pare molto ...infantile.
Io dico sempre che se commetto degli errori lo faccio nella più profonda buona fede e che non dico di essere infallibile mai