Avere subito un tradimento non ti rende intrinsecamente migliore di chi quel tradimento lo ha subito.
Non siamo ragazzini.
Andiamo a vedere chi ha ragione e perché.
Poi si decide.
Non prima.
Concordo sulla prima parte (credo che il secondo "subito" sia in realtà un "agito"

).
Sull'andare a vedere chi ha ragione e perché, per poi decidere, invece non concordo, se non per un discorso meramente di natura legale (e quindi economica). Per il resto della ragione, nella vita di coppia, me ne faccio ben poco. Me ne faccio certamente di più di un ascolto di me stessa (apprezzo, stimo e rispetto ancora quel signore che mi dorme a fianco? Questa per me è la domanda

). La "ragione" attiene come dicevo alla valutazione di un giudizio o di un accordo da omologarsi in Tribunale, o al più (questo sì) ad un confronto in cui non è, per così dire, una vincita, ma il frutto di un confronto, in cui è possibilissimo che emergano anche le mancanze dell'altro. Ma ripeto: occorre essere in presenza di stima dell'altro, e non sempre succede quando le corna sono una sorta di reazione.
Ragionando per estremi. Tu conosci la mia storia. Se avessi tradito il mio ex, mi avresti dato "torto"? Tu no, perché appunto conosci abbastanza bene tutti i retroscena. Ma credi che me ne sarei fatta molto della mia "ragione", con l'ex? O davanti al Tribunale, magari con le prove del tradimento (sì, magari con altre prove si sarebbe potuto temperare il fattaccio per dire che la comunione morale era finita da mo', ma intanto quel che restava erano le corna

, mica i pestaggi mai denunciati

). Questo vorrei dire, e chi tradisce lo dovrebbe sapere: che davanti a un tradimento, persino quando le "ragioni" sono più di chi lo ha agito, restano soprattutto le corna fatte (chi ha fatto le corna a chi), perché è quel fatto che viene per così dire cristallizzato. Quello che c'è stato prima è.... Passato, e non solo nel tempo, ma anche in sordina. E avere ragione, nel senso in cui lo intendi tu, presuppone avere due parti all'ascolto l'una dell'altra, e non per stabilire "vittorie", ma per prendersi responsabilità, in un contesto che dà per scontato (quando scontato non è) il mantenimento di un rispetto e di una stima reciproca che porta ad ascoltare, e non appunto semplicemente a difendere le proprie posizioni. Che in questo caso della "ragione" ce ne si fa ben poco, se non eventualmente in Tribunale
