Ad inizi anni 2000, conobbi un uomo, sposato con figlia mia coetanea, che perse letteralmente la testa per me. Questo iniziò ad inseguirmi per i locali: una sera, scappando da lui in auto, a furia di guardar solo lo specchio retrovisore, ebbi un piccolo incidente.
Me lo ritrovai davanti un'altra volta, volle parlarmi, non gli diedi la possibilità, pensò bene di scaraventarmi contro il portone di un palazzo "Adesso mi stai ad ascoltare, brutta troia". Urlai aiuto più volte, dall'altra parte della strada passò un ragazzo che osservò tutta la scena ma tirò dritto.
All'epoca non esisteva il reato di stalking: non ti credono adesso e minimizzano, figuriamoci se fossi andata a denunciarlo in quel periodo!
Mi devo considerare fortunata perché ho la possibilità di poterlo raccontare?
Ho sbagliato a parlare educatamente con quel pazzo che mi era stato descritto da un'amica in comune "brava persona, affidabile, padre di famiglia"?
Devo stare attenta a come mi vesto, trucco, atteggio, respiro, altrimenti potrei scatenare i bassi istinti di queste bestie?
Devo abbassare lo sguardo quando cammino per strada da sola onde evitare una qualsiasi probabile colpa?