Quello che mi dispiace è il mio essere fraintesa, per me le persone sono tali a prescindere dal colore della pelle, io sono sempre stata per il vivi e lascia vivere, non ho mai giudicato orientamento sessuali, religione, orientamento politico, niente di niente, sono sempre stata abituata a giudicare le persone in base al loro modo di porsi e comportarsi.
Quello che mi lascia basita è il razzismo al contrario, io trovo terrificante non poter esprimere sdegno quando vedo comportamenti che mai sono stati accettati nella nostra società, mi sento rispondere sempre che invece di cercare di migliorare la situazione bisogna andare a cercare la feccia italiana che si è comportata di cacca all'estero...è un po' come giustificare un ragazzino che non si comporta bene a scuola prendendo spunto da quelli che fanno peggio di lui invece di porgli davanti un paragone costruttivo, è una gara al ribasso.
A questo punto alzo le mani, spero veramente di sbagliarmi io perché ciò significherebbe non essere andati alla deriva.
Circe non sei l'unica ad avere questi pensieri ma in genere le persone giudicano, giudicano qualsiasi boiata. Non necessariamente in modo malevolo, anche se non è detto non possa ferire.
Questa spada di damocle del razzismo crea un ulteriore distacco, perchè non si parla di africani, di rumeni, di qualsiasi altra nazionalità, diventano tutti. Perchè non vi è dialogo, costruzione, osservazione. Diventa qualcosa di lontano. E da lontano tutto può essere.
E si finisce in uno scontro che non porta a niente. Rimane fermo tra italiani. Sempre con alle spalle il senso di colpa per non essere cresciuti in tempi di guerra, e i racconti sentiti da tantissimi di noi da nonni, di povertà, dei nostri emigranti, ect. sempre ricchi anche si parla di stipendi che non schiodano dai 1500 euro. Persi in un confronto con un popolo anziano che va avanti a riportare i discorsi nel loro tempo di apice, della loro età adulta. E se loro tornano 50enni, tu torni 20enne.
Nelle grandi città si crea una concentrazione, Milano ne è un esempio. Poichè gli immigrati raggiungono le proprie comunità. A Milano succede da decenni.
Ma è una situazione che ad oggi si sta creando in molte altre città, anche se non sempre se ne parla a livello nazionale, come accade per Milano.
Dove arrivano nordafricani si alza la criminalità. E per quanto sia stata giovane, e non sia stata certo blindata in un oratorio, bande composte da decine e decine di ragazzini nordafricani che pur essendo nati e avendo studiato in Italia arrivano alla soglia dei 20 anni senza avere padronanza della lingua, e con una cultura del denaro malsana, mi chiedo cosa faranno tra 10 o 20 anni, considerando che la guerra tra spacciatori già se la fanno ora.
E i loro genitori, in quanto poveri e arrivati da contesti poveri, anch'essi intoccabili, e non si può dire cosa non hanno catapultato in ste figliate stile conigli.
@danny ha scritto
Non si può convivere se saltano tutte le regole di una comunità.
Ma altre nazionalità creano delle comunità con le loro regole.
Si dice che non sentono di avere una cittadinanza. Italo-africani. Intanto si potrebbe partire da un nome. No, non vogliono.
Sono comunità chiuse.
Mi dispiace, ma le persone hanno sempre una maschera, dietro cui ci sono sempre e solo i loro interessi.
Al di là di chi è seriamente convinto che il problema si risolverà da solo, perché ha fiducia nel processo di integrazione, il resto fa sempre e solo i suoi interessi.
Non si risolverà, prenderà altri nomi.
Probabilmente come in america, vi sarà una sorta di identità legata al lavoro, o persino all'azienda a cui si appartiene.
La faccio breve ma un rumeno -integrato- (integrato=lavora in regola), non molto tempo fa, mi ha raccontato che la pizza preferita, sua e dei suoi due figli, è la pizza col kebab, che prende da un marocchino (sarebbe una pizzeria da asporto ma lui ha detto dal marocchino). I suoi bimbi fanno i salti di gioia quando la domenica ogni tanto vanno a prendere la pizza col kebab.
La pizza col kebab.
Da piccola pure mio padre mi portava in un posto ogni tanto la domenica, si mangiava il panino con la porchetta.
Ecco la pizza col kebab nel menu italiano, più o meno qualcosa di questo tipo. Solo che tu dovresti poter dire che ti fa cagare una pizza, non sentire che devi stare zitto perchè sia mai che passi per razzista.