Faccio parte di più di uno di quei gruppi fb. Il punto principale è il lamento per l’amministrazione che non rende quel luogo un immaginario paesino del passato dove i ciliegi erano in fiore a novembre


. Dove persone provenienti da “Corleone” o cugini di Vallanzasca si lamentano della delinquenza.

Potrei quindi dire che siamo accumunati dalla fantasia che ci fa giudicare sempre insopportabile il presente, con poca voglia di modificarlo se non facendo la carbonara con la ricetta perfetta.
Non concordo sui 200 anni. Noi
ci consideriamo eredi di una storia millenaria e ci sentiamo orgogliosamente eredi degli acquedotti romani così come dell’arte millenaria e Rinascimentale.
La retorica del popolo di eroi, di
santi, di
poeti, di artisti, di
navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori di mussoliniana memoria non era una sua invenzione, ma uno slogan riuscito perché già nel pensiero comune e dava orgoglio anche al contadino analfabeta che faceva parte di una maggioranza. La retorica era stata tale da creare un orgoglio smisurato e non proporzionato alle reali condizioni. Forse per questo ora si è diffuso l’insopportabile lamento? Lamento che ritrova orgoglio solo nelle vittorie dello sport, per decenni solo sporadicamente nel calcio, oggi anche negli altri sport?
Però facciamo finta di non sapere che siamo parte del G7 e che abbiamo una ricchezza pari ai paesi che ammiriamo e che attira immigrati.
Credo che, al di là della distribuzione iniqua del benessere, credo che nelle nostre fantasie il benessere reale dovrebbe essere quello dei sobborghi tranquilli dei telefilm americani con il prato e il dondolo, con la buona scuola come se la scuola buona a cui fanno riferimento gli americani non fosse quella frequentata da figli di borghesi con possibilità economiche.
Certamente quei sobborghi non esistono e neppure ci piacerebbero e i film e le serie più recenti hanno demolito quella fantasia di vita armoniosa (uguale ai disegni dei libriccini dei Testimoni di Geova) con Pleasantville e le Casalinghe disperate, anche se le strade piene di famiglie senzatetto sono ancora fuori dalla rappresentazione americana, per cui possiamo inorridire per i nostri senzatetto.
Io credo che ci siano enormi energie e impegno in Italia e lo dimostra il numero enorme di persone che fanno volontariato e lo fanno perché si sentono parte di un tessuto sociale.
Ma qui sta uscendo solo la lingua.
Forse dovremmo chiederlo agli stranieri. Ma stranieri che non abbiano pregiudizi.