Consenso

Brunetta

Utente di lunga data
Tu evidentemente non sei stronza, ma, allerta spoiler, esistono anche le stronze e le matte. Detto ciò, per rovinare la vita a uno non è necessario arrivare al terzo grado di giudizio
Guarda che sono stata tradita con donne.
So bene che ci sono le stronze e le matte.
Però non bisognerebbe accompagnarsi con loro perché la follia fa comodo.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Guarda che sono stata tradita con donne.
So bene che ci sono le stronze e le matte.
Però non bisognerebbe accompagnarsi con loro perché la follia fa comodo.
Certo, ho imparato che è un po' come essere nel mossad. Per quanto dotati di mezzi e occhio clinico, qualcuno potrebbe riuscire a passare. E ovviamente fa notizia lo stronzo che passa, ma non i 100 che fermi in tempo
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo, ho imparato che è un po' come essere nel mossad. Per quanto dotati di mezzi e occhio clinico, qualcuno potrebbe riuscire a passare. E ovviamente fa notizia lo stronzo che passa, ma non i 100 che fermi in tempo
Sinceramente sono sorpresa da queste reazioni.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Sinceramente sono sorpresa da queste reazioni.
Perché? Credi che le stronze vadano in giro col cartello STRONZA in fronte? Certo il pesce marcio dopo 3 giorni puzza, ma a volte già in 2 giorni e mezzo fa in tempo a fare danni
 

Gaia

Utente di lunga data
Nessuno nega questo. Trovo "sciocco" negare che esista anche il resto
Ma io non lo nego, ma esistevano ieri, esisteranno domani e anche fra 100 anni.
Così come esisteranno sempre gli stupratori e gli assassini. E rischiamo di incappare in uno di loro nel cammin di nostra vita.
Però ciò non toglie che l’alternativa non è non riconoscere una forma di reato.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ma io non lo nego, ma esistevano ieri, esisteranno domani e anche fra 100 anni.
Così come esisteranno sempre gli stupratori e gli assassini. E rischiamo di incappare in uno di loro nel cammin di nostra vita.
Però ciò non toglie che l’alternativa non è non riconoscere una forma di reato.
Ma qui nessuno non sta riconoscendo la forma di reato
Stanno dicendo e io condivido che anche per gli uomini esiste il rischio di essere accusati ingiustamente. Esistono i delinquenti ed esistono le stronze. Sicuramente in percentuale diversa
 

danny

Utente di lunga data
Ma non eri tu che dicevi che si parla a cazzo di narcisti? Se sono uomini, se sono donne, invece la diagnosi è più facile?
Si parla a cazzo quando si diagnostica una patologia, non un aspetto caratteriale.
Per la questione caratteriale basta un intuito decente e un QI nemmeno troppo alto, per una diagnosi occorre almeno una laurea specifica.
Se io dico che una persona è egoista, o esibizionista, o narcisista, non sto facendo un abuso di professione medica.
La differenza non è sottile, ma macroscopica.

era reato pure allora
Già.
Intanto siamo in uno stato di diritto e ci sono i tribunali.
Non siamo in un immaginario regime delle in cui si viene incarcerati in base ad accuse senza fondamento. Ci sono i processi con avvocati, pure di ufficio.
Io che guardo tutti i processi che vengono trasmessi in televisione, ho visto che i reati devono essere provati. Addirittura ho visto assoluzioni.
Ho fatto un elenco, ridotto e lacunoso, di forme violente subite da me, fin da bambina.
Non ho denunciato nessuno, sia perché per molti sarei stata ridicolizzata, sia perché reati senza prove, sia perché il percorso è fastidioso.
Sto ancora aspettando che mi si dica che me sono inventata quegli episodi.
Non ho detto e non dirò mai che me ne frego di chi va in galera.
Figuriamoci io?!
Ma se sono quella che capisce anche il serial killer!
Sono stata più volte accusata di essere buonista!
Mentre altri proponevano galera e buttare la chiave, mai ho pensato che la soluzione fosse la punizione.
Forse un pizzico di auto-riflessione non la devo fare io,
Allora, questo è corretto.

Finalmente, direi, potrei avanzare la mia conclusione.

Tutta sta faccenda è stata presentata, non da voi o da nessuno di noi, diversamente, e da persone che avrebbero dovuto avere la giusta sensibilità dovuta al ruolo per spiegare la questione e non aizzare la folla sulla base di una presunta inversione della prova.

Perché tutta questa discussione è stata ovviamente alimentata esternamente e fa leva sulle paure reciproche di genere.
Le paure delle donne e quelle degli uomini.
La sfiducia reciproca.

Eppure bastava spiegare.

No, non lo pretendo da voi.
Noi ripetiamo ciò che altri hanno detto, lo ripetiamo perché a qualcuno dobbiamo pur credere.

Tanto per cominciare, ti risulta che qui dentro io sia mai stato giustizialista?
Secondo, cominciando a mettere i puntini sulle i, visto che ci tieni, qualcuna di voi qui dentro ha preso le distanze da quello che ha detto il presidente del tribunale di Milano? (Anzi hai detto che lui sa e noi non capiamo un cazzo, se ben ricordo).
Terzo, è dall'inizio di questo 3d che chiedo - invano - se qualcuno sappia spiegarmi come si fa a dimostrare un consenso continuativo con onere della prova invertito. Nessuna mi ha risposto.
Quarto, ho sempre sottolineato l'eguaglianza dei cittadini difronte alla legge, faccenda non riconosciuta dal rompiballe di Spleen bensì dalla costituzione della Repubblica.
Quinto, non puoi, a mio avviso, fare della tua esperienza una regola, perchè non è esaustiva e perchè potrei portarti mille e mille casi che ne dimostrano l'incompletezza. Io mi rifiuto quasi sempre di parlare di cose generali parlando di me, e non ne ho perso il vizio perchè so che è inutile.
Sesto mi sono rotto le scatole di cercare di ragionare con gente impegnata a piantare bandierine.
La sesta parte è proprio ciò che stigmatizzo.
E si risolve semplicemente agendo sulla comunicazione.

Le donne hanno paura, gli uomini pure.
Qualcuno alimenta queste paure.

Parliamone.
E soprattutto cerchiamo di capirle, anche se non ci appartengono.

Di cosa ha paura ognuno di noi?
Da Brunetta a Spleen e tutti gli altri.

Io ho paura di una società perennemente in conflitto anche su ciò che dovrebbe garantirne la sopravvivenza: la famiglia.
Che deriva profondamente dalla qualità del rapporto tra uomo e donna e dalla capacità di vivere bene insieme.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Il problema è capire quanto alcool altera il consenso.
Se io bevo 3 birre e sono ancora lucido ma vagamente brillo sono pienamente responsabile delle mie azioni?
Se una donna è nelle mie stesse condizioni, davanti a un giudice sarebbe considerata capace di fornire un consenso valido?
Fino a quante birre quel consenso resta valido? Chi lo decide? Con che parametri?
Probabilmente si finirà ad usare i parametri stabiliti per poter guidare un mezzo di trasporto. Cioè, molto bassi, il che - secondo la mia personale opinione - significa una cosa molto semplice: il sesso va fatto da sobrio, al massimo un (1) aperitivo.

Il fatto che si usi l' alcool per raggiungere uno stato di disinibizione denota una sola cosa indiscutibile: non si riesce a fare sesso se si rimane perfettamente sobri.

Oltre a questa prima considerazione, c' è da aggiungere che il sesso "ludico" (non correlato ad un apprezzamento convinto della personalità del partner) non deve richiedere investimento di tempo.
Come capita da molti anni, in una società che si muove in modo frenetico, il tempo non può essere sprecato e per completare il distacco del sesso dal sentimento vanno prese scorciatoie, cioè sostanze che accelerano l' immersione in una realtà alterata, distorta dal punto di vista comportamentale, dove si allentano i meccanismi inibitori e dove diventa difficile mantenere l'autocontrollo (quello che ostacolerebbe il piacere).

In un contesto nel quale si forma una coppia "occasionale", se si attua una "forzatura" per superare i freni inibitori diventa piuttosto illusorio pensare che si possa pretendere un "consenso informato o pienamente consapevole". Non lo è nemmeno - in realtà -quello che viene richiesto prima di sottoporsi ad un esame medico o ad un intervento chirurgico, figuriamoci come possa esserlo in una situazione di "sballo".

Diciamo che si commette un azzardo e si assume un rischio con cautele minime.
 

spleen

utente ?
La sesta parte è proprio ciò che stigmatizzo.
E si risolve semplicemente agendo sulla comunicazione.

Le donne hanno paura, gli uomini pure.
Qualcuno alimenta queste paure.

Parliamone.
E soprattutto cerchiamo di capirle, anche se non ci appartengono.

Di cosa ha paura ognuno di noi?
Da Brunetta a Spleen e tutti gli altri.

Io ho paura di una società perennemente in conflitto anche su ciò che dovrebbe garantirne la sopravvivenza: la famiglia.
Che deriva profondamente dalla qualità del rapporto tra uomo e donna e dalla capacità di vivere bene insieme.
Io non ho paura, non per me, non dei casi specificati qui dentro. Da giovane mi sono trovato a desiderare follemente una ragazza senza mai agire nel doverla obbligare o di prendermi qualcosa che mi era negato, da sposato, intercettando un moto di malessere di mia moglie ho interrotto all'istante un rapporto, mi sono rivestito e mi sono alzato.
Mi interessa interagire con una persona, non con una bambola di pezza.
Quello che io temo, anzi quello di cui sono certo e che vedo ogni giorno, è lo scivolare progressivo della società verso la polarizzazione. E' naturale che in una società democratica, entro certi limiti, questo accada, è naturale la contrapposizione, che ci siano discussione, non è naturale che per accontentare certe frange si rinunci a principi fondamentali qual è quello sulla eguaglianza davanti alla legge.
Perchè è questo che è stato messo in discussione, se ben si capisce il senso dei commenti sui provvedimenti presi.
Come al tempo dei nazisti ci si concentra su chi sei, non su quello che fai, su quello che è provato, su quello che risulta dalle indagini.
Sei uomo, sei un porco oppressore delle donne punto e basta, e hai torto.

Per capire lo spirito dei tempi basta vedere lo spazio mediatico e le reazioni alla devastazione della sede della Stampa.
Chi lo ha commesso è convintissimo di aver fatto qualcosa di buono.
E' un atto di squadrismo fascista degno degli anni 20. Quello che è messo in discussione non è la posizione del giornale, è la libertà di esprimere le proprie opinioni.
Ecco perchè mi sono stancato, capito?
 
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Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Di cosa ha paura ognuno di noi?
Da Brunetta a Spleen e tutti gli altri.
Io non ho paura di nulla. La paura nasce dalla mancanza di controllo sulla propria vita.
La mancanza di controllo sulla propria vita nasce dalla scelta più o meno consapevole di delegare pezzi più o meno importanti della nostra esistenza, tipo la sicurezza.

Basta fare un semplice esercizio: invece di astrarre il pericolo - e correlativamente il rimedio - e delegare la risposta ad un ente astratto e collettivo come lo stato, ragionare di quel che possiamo fare nel concreto per noi a tempo zero.

Una quindicina di anni fa per un lavoro dovevo entrare a Bari vecchia con un mio amico sindacalista. Entriamo, a piedi, carini sbarbati e pettinati. Ci si avvicinano due coatti locali in motorino con fare attaccabrighe.

Il mio amico scosta la giacca, mostra la pistola nei pantaloni, li guarda e fa: "siamo a posto?" Evaporati.

Con una frase di tre parole e l'atteggiamento giusto.

Voi continuate a delegare la risposta a problemi individuali alla società. Io porto mia figlia al poligono.

Anche perche non c'è miglior deterrente per il consenso di un padre incazzoso e armato.

Ho portato il cane a correre nei prati a fianco al campo zingari della Magliana per tre o quattro anni la sera alle 11. Non mi hanno mai chiesto nemmeno una sigaretta.
 

Nicky

Utente di lunga data
Io non ho paura di nulla. La paura nasce dalla mancanza di controllo sulla propria vita.
La mancanza di controllo sulla propria vita nasce dalla scelta più o meno consapevole di delegare pezzi più o meno importanti della nostra esistenza, tipo la sicurezza.

Basta fare un semplice esercizio: invece di astrarre il pericolo - e correlativamente il rimedio - e delegare la risposta ad un ente astratto e collettivo come lo stato, ragionare di quel che possiamo fare nel concreto per noi a tempo zero.

Una quindicina di anni fa per un lavoro dovevo entrare a Bari vecchia con un mio amico sindacalista. Entriamo, a piedi, carini sbarbati e pettinati. Ci si avvicinano due coatti locali in motorino con fare attaccabrighe.

Il mio amico scosta la giacca, mostra la pistola nei pantaloni, li guarda e fa: "siamo a posto?" Evaporati.

Con una frase di tre parole e l'atteggiamento giusto.

Voi continuate a delegare la risposta a problemi individuali alla società. Io porto mia figlia al poligono.

Anche perche non c'è miglior deterrente per il consenso di un padre incazzoso e armato.

Ho portato il cane a correre nei prati a fianco al campo zingari della Magliana per tre o quattro anni la sera alle 11. Non mi hanno mai chiesto nemmeno una sigaretta.
Ma sai che non so se mi convince questa teoria?
Io ho smesso di avere ansia, quando ho rinunciato al controllo. Quando ho accettato la casualità dell'esistenza e la necessità di continui adattamenti, ho iniziato a sentirmi forte.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Io non ho paura di nulla. La paura nasce dalla mancanza di controllo sulla propria vita.
La mancanza di controllo sulla propria vita nasce dalla scelta più o meno consapevole di delegare pezzi più o meno importanti della nostra esistenza, tipo la sicurezza.

Basta fare un semplice esercizio: invece di astrarre il pericolo - e correlativamente il rimedio - e delegare la risposta ad un ente astratto e collettivo come lo stato, ragionare di quel che possiamo fare nel concreto per noi a tempo zero.

Una quindicina di anni fa per un lavoro dovevo entrare a Bari vecchia con un mio amico sindacalista. Entriamo, a piedi, carini sbarbati e pettinati. Ci si avvicinano due coatti locali in motorino con fare attaccabrighe.

Il mio amico scosta la giacca, mostra la pistola nei pantaloni, li guarda e fa: "siamo a posto?" Evaporati.

Con una frase di tre parole e l'atteggiamento giusto.

Voi continuate a delegare la risposta a problemi individuali alla società. Io porto mia figlia al poligono.

Anche perche non c'è miglior deterrente per il consenso di un padre incazzoso e armato.

Ho portato il cane a correre nei prati a fianco al campo zingari della Magliana per tre o quattro anni la sera alle 11. Non mi hanno mai chiesto nemmeno una sigaretta.
Sicuro? io ho paura di un sacco di cose, ma di solito agisco comunque, il che richiede coraggio. Che coraggio richiede non avere paura di nulla?
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
E rischiamo di incappare in uno di loro nel cammin di nostra vita.
Ma il fattore "te la cerchi" lo abbiamo completamente espunto dalla nostra esistenza?
Mi spiego meglio prima che le carampane inizino a vederci rosso.
Lo stato è una cosa, la persona un'altra.
Lo stato deve giudicare correggere punire ed educare. Coi tempi suoi e le procedure sue.
La persona ha una vita sola, che può essere irrimediabilmente rovinata da un atto di violenza, e nel nostro sistema è quasi sempre costretta a delegare allo stato la risposta alle violenze subite.
Tutta la sega mentale nasce dal fatto che noi ci continuiamo a immedesimare nello stato, che non può funzionare come una persona.
E lo stato ci ha completamente disabituati a gestire la violenza che è inevitabilmente parte della nostra vita. Non ci ha insegnato ad evitarla, a prevenirla, a difenderci, a contrattaccare.
E non lo ha mai fatto perché per lo stato è molto più facile gestire una massa di pecore piuttosto che di individui indipendenti.
È proprio un problema di facilità di gestione.
A me non ha mai aggredito nessuno non perché io sia una specie di Godzilla armato fino ai denti ma perché certe situazioni le ho sempre evitate.
Non mi sono lasciato abbindolare da chi mi voleva raccontare che il mondo è un giardino della Disney, mi sono abituato al fatto che la violenza esiste e ho imparato a gestirla.
Ho imparato a difendermi, a intervenire e sta cosa si vede anche senza fare nulla.
Mia figlia quando sale sul tatami con me sa perfettamente che potrebbe rimediare un occhio nero da papà, ma non è che papà ti vuole meno bene. È allenamento alla vita. È sapere che non la potrò proteggere per sempre. E che quando sarò morto il poliziotto potrebbe non arrivare.
Quindi, lo stato insegnasse il politicamente corretto, io insegno a evitare le situazioni, a defilarsi e attaccare quando serve.
La deescalation è una tecnica. Ma non andare la sera alla stazione o vedere su internet se la zona è sicura prima di andare ad una festa, o prendere un taxi invece di mangiare un sushi in più e andare con i mezzi la notte, è una tecnica pure quella.
Lo stato fa benissimo a dire che una donna non se lo cerca mai. Ragiona ex post. La mia risposta come individuo è diversa. Io devo prevenire, perché poi non c'è mediazione
Spero si capisca il ragionamento.

Ma sai che non so se mi convince questa teoria?
Io ho smesso di avere ansia, quando ho rinunciato al controllo. Quando ho accettato la casualità dell'esistenza e la necessità di continui adattamenti, ho iniziato a sentirmi forte.
Quindi se ti arriva un pugno in faccia lo gestisci con il flusso dei chakra? :LOL:

Sicuro? io ho paura di un sacco di cose, ma di solito agisco comunque, il che richiede coraggio. Che coraggio richiede non avere paura di nulla?
È una condizione mentale.
La paura nasce dall'incertezza.
Io quando so, calcolo.
Quando non so, sto fermo ma non è che sto all'ombra e tremo. Mi attivo e agisco.
 
Ultima modifica:

Gaia

Utente di lunga data
Ma il fattore "te la cerchi" lo abbiamo completamente espunto dalla nostra esistenza?
Mi spiego meglio prima che le carampane inizino a vederci rosso.
Lo stato è una cosa, la persona un'altra.
Lo stato deve giudicare correggere punire ed educare. Coi tempi suoi e le procedure sue.
La persona ha una vita sola, che può essere irrimediabilmente rovinata da un atto di violenza, e nel nostro sistema è quasi sempre costretta a delegare allo stato la risposta alle violenze subite.
Tutta la sega mentale nasce dal fatto che noi ci continuiamo a immedesimare nello stato, che non può funzionare come una persona.
E lo stato ci ha completamente disabituati a gestire la violenza che è inevitabilmente parte della nostra vita. Non ci ha insegnato ad evitarla, a prevenirla, a difenderci, a contrattaccare.
E non lo ha mai fatto perché per lo stato è molto più facile gestire una mazza di pecore piuttosto che una massa di individui indipendenti.
È proprio un problema di facilità di gestione.
A me non ha mai aggredito nessuno non perché io sia una specie di Godzilla armato fino ai denti ma perché certe situazioni le ho sempre evitate.
Non mi sono lasciato abbindolare da chi mi voleva raccontare che il mondo è un giardino della Disney, mi sono abituato al fatto che la violenza esiste e ho imparato a gestirla.
Ho imparato a difendermi, a intervenire e sta cosa si vede anche senza fare nulla.
Mia figlia quando sale sul tatami con me sa perfettamente che potrebbe rimediare un occhio nero da papà, ma non è che papà ti vuole meno bene. È allenamento alla vita. È sapere che non la potrò proteggere per sempre. E che quando sarò morto il poliziotto potrebbe non arrivare.
Quindi, lo stato insegnasse il politicamente corretto, io insegno a evitare le situazioni, a defilarsi e attaccare quando serve.
La deescalation è una tecnica. Ma non andare la sera alla stazione o vedere su internet se la zona è sicura prima di andare ad una festa, o prendere un taxi invece di mangiare un sushi in più e andare con i mezzi la notte, è una tecnica pure quella.
Lo stato fa benissimo a dire che una donna non se lo cerca mai. Ragiona ex post. La mia risposta come individuo è diversa. Io devo prevenire, perché poi non c'è mediazione
Spero si capisca il ragionamento.
E’ chiarissimo e in parte concordo. Dimentichi però che le stragrandi violenze di questa tipologia vengono fatte in famiglia o da persone che si conoscono bene.
 

Nicky

Utente di lunga data
Quindi se ti arriva un pugno in faccia lo gestisci con il flusso dei chakra? :LOL:
Lo gestisco ragionando.
Probabilmente ognuno di noi ha il proprio retroterra, io sono stata cresciuta da un padre che voleva insegnarmi a controllare tutto per sapermi difendere, dal corso di difesa personale al fare ricerche su chi frequentavo. Ho sposato un uomo ipercontrollato e controllante. Per me allontanarmi da questa mentalità è stato un bene.
Chi, magari, è cresciuto nel "disordine", la vive in modo opposto.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Sicuro? io ho paura di un sacco di cose, ma di solito agisco comunque, il che richiede coraggio. Che coraggio richiede non avere paura di nulla?
Il contrario della paura non è il coraggio. Si ha paura anche quando si è coraggiosi, perché è istintivo, trovare il coraggio di fare le cose, dal banale uscire di casa quando si vorrebbe solo continuare a dormire (in senso proprio e figurato) al fare qualcosa da soli, perché se non ci si pensa, a sé, non lo fa nessuno. Anche un intervento chirurgico. Credi che chi entra in sala operatoria non abbia paura? Una paura da matti, incredibile. Ma si fa. Si sorride al chirurgo quando sorride a te (tre volte su quattro, con me l'hanno fatto) e si stringe la mano all'anestesista. Per dire.
 
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