Ah... eri vegana... e chi l'avrebbe mai detto?

Ed eri esagerata: e se una (vabbeh: ex...) vegana si dice da sola che era esagerata, allora dovevi essere veramente una scassacazzo a livello di olimpiadi galattiche!

Di quelle che ti ispirano l'isolamento sociale anche senza coronavirus!
Cioè: eri talmente rompiballe che... ti sei rotta le balle da sola, al punto di mollare di botto!!!
Della serie: prima ero schizofrenica, ora siamo guarite...
Non ero una vegana etica.
Sono stata violentata intorno ai 20 anni. La mia prima reazione è stata smettere di mangiare. Per qualche mese.
Poi mi sono accorta che mi stavo facendo del male e ho ripreso a mangiare usando il cibo come forma di controllo.
Essere rigida e disciplinata era l'aspetto fondamentale per mangiare. Mi davo tot quantità, tot orari. E rispettavo tutto rigidamente.
Quindi prima sono passata al mangiare vegetariano.
La carne non mi è mai piaciuta. In quel periodo mi dava proprio nausea. Mi infastidiva alla masticazione, mi infastidiva la consistenza e la sensazione di strappo. (cosa che non mi piace neppure adesso).
Ricordo di aver provato una volta cucinare un pollo ripieno. L'ho fatto piangendo. Non per il pollo. Ma le associazioni mi erano incomprensibili in quel momento e sentivo solo tristezza e dolore.
Poi, circa 15 anni fa (quando non era di moda la questione vegana e anche reperire informazioni non era lineare) ho iniziato ad eliminare anche tutti gli altri prodotti di origine animale.
Ma non era una scelta etica.
Era una forma di controllo in reazione.
Seguire una dieta rigida mi aiutava a sentirmi padrona del mio corpo.
Tanto che non mi ero improvvisata. Studio, stesura di tabelle e confronto con un nutrizionista.
E, proprio perchè era una reazione difensiva, nascondevo quasi il mio modo di mangiare.
Piuttosto che rompere i coglioni saltavo il pasto.
Fra l'altro, anche adesso, preferisco la sensazione di pancia vuota che di pancia piena.
Quindi saltare il pasto non era un problema.
Ma è un problema fisico saltare il pasto quindi facevo attenzione a non farlo troppo spesso.
Il che ha semplicemente significato che uscivo il meno possibile a mangiare
Se te la devo dire tutta non ho mai avuto molta simpatia per i vegani etici. Fra l'altro sono figlia di un cacciatore.
E quando mio padre era in chemio io lo accompagnavo a caccia e lo aiutavo. Visto che lui era troppo debole per fare cose.
A parte l'ignoranza diffusa che li accomuna di media - i vegani etici intendo, sembrano una setta - e di conseguenza le cazzate in termini di equilibrio nutrizionale.
Ma poi non ho mai tollerato la parte economica che gira attorno alla questione vegana.
Vedi tofu e cazzate affini.
Non mi piacciono gli imbrogli.
Non mangi carne e poi ti mangi gli hamburger di soia?
(lasciam stare la coltivazione di soia che impatto ha in termini di impronta ecologica).
io mi ero strutturata una dieta con l'amico nutrizionista di cui parlavo andando a recuperare modalità di alimentazione di inizio secolo. Quindi avevo studiato. Sono disciplinata quando faccio cose.
Quindi avevo ribilanciato la mia dieta con legumi e cereali. per farla semplice.
E poi la cosa è culminata quando ho iniziato a vedere che oltre al giro economico intorno al cibo vegano per umani (dal seitan alle alghe) hanno iniziato a smerciare crocchette per gatti vegane.
e mi è salita la nausea e la rabbia.
I gatti sono carnivori costretti, cosa è se non vessazione togliergli la carne?
Oltre alle spinte estremiste degli animalisti convinti.
Ho girovagato parecchi gruppi. Poco pensiero e molta azione impulsiva.
Oltre che una umanizzazione eccessiva degli animali.
fondamentalmente non mi piace appartenere a gruppi che si identificano in un credo.
E non mi piace portare avanti un credo che non sia mio.
Che poi in fondo non mi interessa portare avanti nel senso di convincere.
Ma desidero poter dire senza rotture di coglioni.
Se mi rompi i coglioni allora divento cattiva.
Ma questo è al di là di essere vegana.
Io non voglio convincere, ma non voglio neanche essere convinta.
Ognuno al suo posto e va tutto bene.
Se mi pesti i piedi, no. non va più tutto bene.
E propri per la mia storia di violenza, non ho grosse remore sulla violenza.