Finita

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
la decisione è saggia... xò tutti dimenticano lui !
io ci sono passato e so quali immensi sforzi ha dovuto fare per accettare e come lei stessa dice rimettersi in piedi...bè due anni non sono 2 settimane, o due mesi...
lei dice che lo ha supportato nella sua debolezza... si ma con fughe etc, mi chiedo se lui ha messo 2 anni per arrivare a questa scelta più o meno condivisa è dipeso proprio da questa via crucis... magari avrebbe sofferto meno accettando in poche settimane o comunque pochi mesi la dipartita di lei.
Certo la fine è lieta, ma siete sicuri che l'amore per entrambe era proprio finito o che invece è stato così dilaniato da bisogni di lei non soddisfatti prima, ricerca di altro altrove... e dopo dal marito, che in più era sicuramente ferito nell'orgoglio nella sua virilità e chissà cos'altro... mentre il tutto continuava a ripetersi...
insomma è la fine della storia?
conosco molte persone separate... ci vuole pochissimo ad apprezzare tutte le libertà che uscire da un matrimonio comporta... ma pian pianino ci si ricorda anche di tutto ciò che di buono invece si è perso... si trova una persona e per quanto interessante, bella, affascinante o ciò che volete ci si aspetta dentro ci sia anche tutto ciò che si è perduto... peccato che era frutto di esperienze, a volte prime esperienze, frutto di anni di convivenza, di crescita assieme.
E questo non credete sarebbe un ulteriore disturbo a qualsiasi rapporto si tenta di ricreare... insomma... non c'e' mai la parola fine e non si finisce mai di pentirsi... cmq la scelta è leggittima anche se tardiva.
Grande...grande sto post
Non so come ringraziarti per queste testimonianza.
Perchè hai delineato il vero perchè, molte persone ricostruiscono.
E appunto non è nè per convenienza nè per vigliaccheria.
Ma perchè tutto sommato credono ancora in loro due.
Io sono molto frenato da uno scritto di Seneca.
Dovunque vai, porti con te te stesso.
Questo post lo bloggo.:up::up::up::up::up:
 
Ecco il testo...

Seneca saluta il suo Lucilio

Credi che questo sia capitato soltanto a te e ti meravigli come di una cosa straordinaria che, nonostante le tue preregrinazioni così lunghe e tanti cambiamenti di località, non ti sei scrollato di dosso la tristezza e il peso che opprimono la tua mente? Devi cambiare d’animo, non di cielo. Puoi anche attraversare il mare,

Terre e città retrocedano pure

come dice il nostro Virgilio: ebbene, i tuoi difetti ti seguiranno ovunque andrai. A un tale che esprimeva questa stessa lamentela Socrate disse: “Perché ti stupisci, se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso? Ti incalza il medesimo motivo che ti ha spinto fuori di casa, lontano”. A che può giovare vedere nuovi paesi? A che serve conoscere città e luoghi diversi? E’ uno sballottamento che sfocia nel vuoto. Domandi come mai questa fuga non ti è utile? Tu fuggi con te stesso. Devi deporre il fardello che grava sul tuo animo, altrimenti prima non ti piacerà alcun luogo. Ora il tuo stato d’animo è identico, pensaci bene, a quello della veggente che Virgilio ci presenta già sconvolta e stimolata da un pungolo, invasa da uno spirito estraneo:

La veggente delira e cerca di scacciare dal petto

il grande dio.

Vai di qua e di là per scuotere il peso che ti sta addosso e che diventa ancor più fastidioso in conseguenza della tua stessa agitazione. Analogamente su una nave i pesi ben stabili premono di meno, mentre i carichi che si spostano, rollando in modo diseguale, mandano più rapidamente a fondo quella parte su cui essi gravano. Qualunque cosa tu faccia, la fai contro di te e con lo stesso movimento ti arrechi un danno: infatti stai scuotendo un ammalato. Ma quando ti sarai liberato da questo male, qualsiasi cambiamento di località diverrà un piacere. Ti releghino pure nelle terre più lontane; ebbene, in qualsivoglia cantuccio di terra barbara in cui ti troverai per forza ad abitare, quella sede, qualche che sia, ti sarà ospitale. Più che la meta del tuo viaggio importa lo spirito con cui l’hai raggiunta, e pertanto non dobbiamo subordinare il nostro animo ad alcun luogo. Bisogna vivere con questa convinzione: “Non sono nato per un solo cantuccio di terra, la mia patria è l’universo intero”. Se questo concetto ti fosse trasparente, non ti meraviglieresti di non trovare alcun conforto nella varietà delle regioni in cui di bel nuovo di rechi per la noia delle precedenti. Infatti ti sarebbe piaciuta la prima in cui saresti capitato, e poi anche di volta in volta avresti gradito le successive, se avessi considerato ciascuna come interamente tua. Ora non viaggi, ma erri e ti lasci trasportare, passi da una località all’altra, benché ciò che cerchi, il vivere secondo virtù, si trovi in altro luogo. Ci può essere qualcosa di più caotico del Foro? Eppure persino qui si potrebbe vivere in pace, se questa scelta fosse assolutamente necessaria. Ma se ci fosse consentito di acquartierarci dove si vuole, io fuggirei anche la vista e le vicinanze del Foro. Infatti, come i luoghi con un clima pestilenziale intaccano perfino la salute più solida, così anche per una sana disposizione mentale – tuttavia non ancora perfetta e in fase di rinvigorimento – alcune situazione producono effetti poco salutari. Non sono d’accordo con quelli che si gettano in mezzo ai marosi e con quelli che, apprezzando una vita esagitata, lottano ogni giorno con grande coraggio contro difficoltà concrete. Il saggio sopporterà questa situazione, non la sceglierà, e preferirà essere in pace piuttosto che in battaglia: non si ricava granché dall’avere liquidato i propri vizi, se poi ci si vede costretti a scontrarsi con quelli degli altri. “Trenta tiranni” tu dici “si piazzarono intorno a Socrate, ma non riuscirono a spezzare il suo animo”. Che importa quanti sono i padroni. La schiavitù è una sola: chi ha saputo disprezzarla è libero, per quanto grande sia lo stuolo dei tiranni.

E’ il momento di finire, ma non prima di avere pagato il pedaggio. “Inizio di salute è la consapevolezza dell’errore commesso”. Mi sembra che Epicuro abbia espresso in modo egregio questo pensiero; infatti, chi non sa di sbagliare, non vuole neppure correggersi; conviene dunque che tu ti sorprenda in errore prima di cominciare a correggerti. Alcuni si vantano dei propri difetti: pensi che abbia in mente qualche rimedio chi annovera i suoi difetti tra le virtù? Orbene, per quanto tu puoi, metti te stesso in stato di accusa, inquisisciti, sostieni prima il ruolo di accusatore, poi di giudice, e da ultimo, di difensore. Talvolta sii duro con te stesso. Stammi bene.

tratto dalle Epistulae morales ad Lucilium, Liber Tertius, epistula XXVIII, Seneca; la traduzione in italiano è di Fernando Solinas
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Seneca saluta il suo Lucilio

Credi che questo sia capitato soltanto a te e ti meravigli come di una cosa straordinaria che, nonostante le tue preregrinazioni così lunghe e tanti cambiamenti di località, non ti sei scrollato di dosso la tristezza e il peso che opprimono la tua mente? Devi cambiare d’animo, non di cielo. Puoi anche attraversare il mare,

Terre e città retrocedano pure

come dice il nostro Virgilio: ebbene, i tuoi difetti ti seguiranno ovunque andrai. A un tale che esprimeva questa stessa lamentela Socrate disse: “Perché ti stupisci, se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso? Ti incalza il medesimo motivo che ti ha spinto fuori di casa, lontano”. A che può giovare vedere nuovi paesi? A che serve conoscere città e luoghi diversi? E’ uno sballottamento che sfocia nel vuoto. Domandi come mai questa fuga non ti è utile? Tu fuggi con te stesso. Devi deporre il fardello che grava sul tuo animo, altrimenti prima non ti piacerà alcun luogo. Ora il tuo stato d’animo è identico, pensaci bene, a quello della veggente che Virgilio ci presenta già sconvolta e stimolata da un pungolo, invasa da uno spirito estraneo:

La veggente delira e cerca di scacciare dal petto

il grande dio.

Vai di qua e di là per scuotere il peso che ti sta addosso e che diventa ancor più fastidioso in conseguenza della tua stessa agitazione. Analogamente su una nave i pesi ben stabili premono di meno, mentre i carichi che si spostano, rollando in modo diseguale, mandano più rapidamente a fondo quella parte su cui essi gravano. Qualunque cosa tu faccia, la fai contro di te e con lo stesso movimento ti arrechi un danno: infatti stai scuotendo un ammalato. Ma quando ti sarai liberato da questo male, qualsiasi cambiamento di località diverrà un piacere. Ti releghino pure nelle terre più lontane; ebbene, in qualsivoglia cantuccio di terra barbara in cui ti troverai per forza ad abitare, quella sede, qualche che sia, ti sarà ospitale. Più che la meta del tuo viaggio importa lo spirito con cui l’hai raggiunta, e pertanto non dobbiamo subordinare il nostro animo ad alcun luogo. Bisogna vivere con questa convinzione: “Non sono nato per un solo cantuccio di terra, la mia patria è l’universo intero”. Se questo concetto ti fosse trasparente, non ti meraviglieresti di non trovare alcun conforto nella varietà delle regioni in cui di bel nuovo di rechi per la noia delle precedenti. Infatti ti sarebbe piaciuta la prima in cui saresti capitato, e poi anche di volta in volta avresti gradito le successive, se avessi considerato ciascuna come interamente tua. Ora non viaggi, ma erri e ti lasci trasportare, passi da una località all’altra, benché ciò che cerchi, il vivere secondo virtù, si trovi in altro luogo. Ci può essere qualcosa di più caotico del Foro? Eppure persino qui si potrebbe vivere in pace, se questa scelta fosse assolutamente necessaria. Ma se ci fosse consentito di acquartierarci dove si vuole, io fuggirei anche la vista e le vicinanze del Foro. Infatti, come i luoghi con un clima pestilenziale intaccano perfino la salute più solida, così anche per una sana disposizione mentale – tuttavia non ancora perfetta e in fase di rinvigorimento – alcune situazione producono effetti poco salutari. Non sono d’accordo con quelli che si gettano in mezzo ai marosi e con quelli che, apprezzando una vita esagitata, lottano ogni giorno con grande coraggio contro difficoltà concrete. Il saggio sopporterà questa situazione, non la sceglierà, e preferirà essere in pace piuttosto che in battaglia: non si ricava granché dall’avere liquidato i propri vizi, se poi ci si vede costretti a scontrarsi con quelli degli altri. “Trenta tiranni” tu dici “si piazzarono intorno a Socrate, ma non riuscirono a spezzare il suo animo”. Che importa quanti sono i padroni. La schiavitù è una sola: chi ha saputo disprezzarla è libero, per quanto grande sia lo stuolo dei tiranni.

E’ il momento di finire, ma non prima di avere pagato il pedaggio. “Inizio di salute è la consapevolezza dell’errore commesso”. Mi sembra che Epicuro abbia espresso in modo egregio questo pensiero; infatti, chi non sa di sbagliare, non vuole neppure correggersi; conviene dunque che tu ti sorprenda in errore prima di cominciare a correggerti. Alcuni si vantano dei propri difetti: pensi che abbia in mente qualche rimedio chi annovera i suoi difetti tra le virtù? Orbene, per quanto tu puoi, metti te stesso in stato di accusa, inquisisciti, sostieni prima il ruolo di accusatore, poi di giudice, e da ultimo, di difensore. Talvolta sii duro con te stesso. Stammi bene.

tratto dalle Epistulae morales ad Lucilium, Liber Tertius, epistula XXVIII, Seneca; la traduzione in italiano è di Fernando Solinas
è la massima per eccellenza :up:
 
E

elena_

Guest
Grande...grande sto post
Non so come ringraziarti per queste testimonianza.
Perchè hai delineato il vero perchè, molte persone ricostruiscono.
E appunto non è nè per convenienza nè per vigliaccheria.
Ma perchè tutto sommato credono ancora in loro due.
Io sono molto frenato da uno scritto di Seneca.
Dovunque vai, porti con te te stesso.
Questo post lo bloggo.:up::up::up::up::up:
sarà il mio memento
 

Leda

utente Olimpi(c)a
la decisione è saggia... xò tutti dimenticano lui !
io ci sono passato e so quali immensi sforzi ha dovuto fare per accettare e come lei stessa dice rimettersi in piedi...bè due anni non sono 2 settimane, o due mesi...
lei dice che lo ha supportato nella sua debolezza... si ma con fughe etc, mi chiedo se lui ha messo 2 anni per arrivare a questa scelta più o meno condivisa è dipeso proprio da questa via crucis... magari avrebbe sofferto meno accettando in poche settimane o comunque pochi mesi la dipartita di lei.
Certo la fine è lieta, ma siete sicuri che l'amore per entrambe era proprio finito o che invece è stato così dilaniato da bisogni di lei non soddisfatti prima, ricerca di altro altrove... e dopo dal marito, che in più era sicuramente ferito nell'orgoglio nella sua virilità e chissà cos'altro... mentre il tutto continuava a ripetersi...
insomma è la fine della storia?
conosco molte persone separate... ci vuole pochissimo ad apprezzare tutte le libertà che uscire da un matrimonio comporta... ma pian pianino ci si ricorda anche di tutto ciò che di buono invece si è perso... si trova una persona e per quanto interessante, bella, affascinante o ciò che volete ci si aspetta dentro ci sia anche tutto ciò che si è perduto... peccato che era frutto di esperienze, a volte prime esperienze, frutto di anni di convivenza, di crescita assieme.
E questo non credete sarebbe un ulteriore disturbo a qualsiasi rapporto si tenta di ricreare... insomma... non c'e' mai la parola fine e non si finisce mai di pentirsi... cmq la scelta è leggittima anche se tardiva.
Grande...grande sto post
Non so come ringraziarti per queste testimonianza.
Perchè hai delineato il vero perchè, molte persone ricostruiscono.
E appunto non è nè per convenienza nè per vigliaccheria.
Ma perchè tutto sommato credono ancora in loro due.
Io sono molto frenato da uno scritto di Seneca.
Dovunque vai, porti con te te stesso.
Questo post lo bloggo.:up::up::up::up::up:

Io invece non sono d'accordo.

I bei ricordi, e i rimpianti, ci sono sempre quando una storia di lunga durata finisce (non vale solo per il matrimonio).
Ciononostante, se una relazione si interrompe, a meno che questa separazione non sia il frutto di un colpo di testa o dettata dalla rabbia (e nel caso di Sole dubito proprio che sia così, altrimenti non ci avrebbe messo due anni per capirlo) significa che ricordi e rimpianti vengono considerati un 'prezzo' equo da pagare per salvaguardare un benessere che con quella persona non si ritiene più perseguibile.

Questo non equivale ovviamente ad affermare che chi se la sente di proseguire e recuperare un rapporto di coppia lo faccia solo per convenienza o paura della solitudine o per mantenere una facciata socialmente accettabile. Se lo fa perchè crede ancora in un sè all'interno di quel 'noi' fa benissimo a tenere duro e ha tutto il mio rispetto e la mia considerazione.

Ma ne ha altrettanto chi invece si rende conto che una fase della sua vita si è conclusa, non si vede più compagno o compagna di chi lo era stato fino a quel momento e decide per la solitudine o per una nuova relazione nella quale crede, per motivi che saranno ovviamente diversi in parte, più che nella precedente.
 

lunaiena

Scemo chi legge
Io invece non sono d'accordo.

I bei ricordi, e i rimpianti, ci sono sempre quando una storia di lunga durata finisce (non vale solo per il matrimonio).
Ciononostante, se una relazione si interrompe, a meno che questa separazione non sia il frutto di un colpo di testa o dettata dalla rabbia (e nel caso di Sole dubito proprio che sia così, altrimenti non ci avrebbe messo due anni per capirlo) significa che ricordi e rimpianti vengono considerati un 'prezzo' equo da pagare per salvaguardare un benessere che con quella persona non si ritiene più perseguibile.

Questo non equivale ovviamente ad affermare che chi se la sente di proseguire e recuperare un rapporto di coppia lo faccia solo per convenienza o paura della solitudine o per mantenere una facciata socialmente accettabile. Se lo fa perchè crede ancora in un sè all'interno di quel 'noi' fa benissimo a tenere duro e ha tutto il mio rispetto e la mia considerazione.

Ma ne ha altrettanto chi invece si rende conto che una fase della sua vita si è conclusa, non si vede più compagno o compagna di chi lo era stato fino a quel momento e decide per la solitudine o per una nuova relazione nella quale crede, per motivi che saranno ovviamente diversi in parte, più che nella precedente.


Ma non intendeva questo jdeep ... Almeno io ho capito altro ..
 

lunaiena

Scemo chi legge
Tu cos'hai capito? :confused:

Jdeep è mettiamo l'altra campana o almeno ha vissuto forse una separazione non
completamente condivisa ma accettata perchè era giusto così...ha visto (dico quello che ho capito io)la moglie o compagna tastare la libertà dopo errori commessi e senza voce in capitolo ha accettato magari le scelte di lei ...
per poi scoprire tempo dopo di aver sbagliato ma ormai è troppo tardi nessuno torna sui suoi passi e quello che rimane
saranno solo i ricordi e un amore che internamente ancora c'è...
Non so se mi spiego ma almeno io ho capito qualcosa del genere..
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Jdeep è mettiamo l'altra campana o almeno ha vissuto forse una separazione non
completamente condivisa ma accettata perchè era giusto così...ha visto (dico quello che ho capito io)la moglie o compagna tastare la libertà dopo errori commessi e senza voce in capitolo ha accettato magari le scelte di lei ...
per poi scoprire tempo dopo di aver sbagliato ma ormai è troppo tardi nessuno torna sui suoi passi e quello che rimane
saranno solo i ricordi e un amore che internamente ancora c'è...
Non so se mi spiego ma almeno io ho capito qualcosa del genere..
Perchè non tornare sui propri passi, se ci si rende conto di averli mossi nella direzione sbagliata?

O magari questa è l'illusione che ha lui, che l'amore di chi se ne è andato internamente ci sia ancora. E ci sarà sicuramente, ma non nel modo in cui lui spererebbe, altrimenti davvero non credo che si rimarrebbe separati 'perchè tanto ormai è fatta'.

Però forse l'autore del post potrebbe illuminarci meglio in proposito.
 
Perchè non tornare sui propri passi, se ci si rende conto di averli mossi nella direzione sbagliata?

O magari questa è l'illusione che ha lui, che l'amore di chi se ne è andato internamente ci sia ancora. E ci sarà sicuramente, ma non nel modo in cui lui spererebbe, altrimenti davvero non credo che si rimarrebbe separati 'perchè tanto ormai è fatta'.

Però forse l'autore del post potrebbe illuminarci meglio in proposito.
Forse non sempre è possibile tornare sui propri passi.
Nel caso della separazione.
Vediamo.
Due persone di comune accordo decidono di separarsi per un periodo e di ritrovarsi dopo un anno e tirare le somme.

E' ben diverso il caso in cui uno dei due decide e impone la sua decisione.
L'altro poi si rassegna e subisce.
Poi capita che quello che ha imposto la decisione si pente e vuole tornare indietro.
Ed è lì che scopre che non c'è più nessuno ad attedenderlo a braccia aperte.
Perchè la vita è girata altrove.

Quanti finiscono dalla padella alla brace?
Quanti poi rimpiangono quello che hanno gettato alle ortiche?

E credimi Leda, proprio stasera io e mia moglie abbiamo parlato di "certe" cose...
Vero può capitare di incontrare chi in prima istanza ci sembra il parnaso degli dei.
Ma come fare quando poi magari troppo tardi si capisce che quel parnaso era un inferno mascherato?

Ok io ho fallito un rapporto d'amore o di coppia.
Ok ho fallito.
Come faccio a non avere il sospetto di non portare in un nuovo rapporto proprio i germi che hanno fatto fallire il precedente?
Non devo tener opportunamente conto delle mie caratteristiche che hanno inevitalmente contribuito a portare in una situazione di conflitto?

Vediamo magari sono stati i miei silenzi.
E io silenzioso.
Diventerò loquace in un nuovo rapporto?
Naaaaaaaaaaaaaaaaa...

MI conosco.
Anzi la vita di coppia è uno specchio impietoso di chi siamo e di come siamo.
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...

Mi separo e vado a convivere con un'altra?
Tempo sei mesi...
Ricominciano le danze...

E che faccio se la nuova lei...
Non la vede affatto come la precedente?

Che faccio quando scopro che la precedente mi ha amato e questa invece no?
Ma magari mi usa?

Allora mi sono persuaso e mi sono detto.
Ok se mi devo separare mi separerò.
Ma non per condividere ancora la mia casa con una donna.
Troppo rischioso e pericoloso.

Poi come fare?
Guardo la mia casa...
Vero che è MIA.
Ma questa casa è pregna dei segni che sono lei.

Mi spiace sai
CI penso...
Non riuscirei mai a vedere un'altra donna che mette le sue cose nel comodino che ha usato lei.

Magari si sta solo assieme perchè è così.
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Forse non sempre è possibile tornare sui propri passi.
Nel caso della separazione.
Vediamo.
Due persone di comune accordo decidono di separarsi per un periodo e di ritrovarsi dopo un anno e tirare le somme.

E' ben diverso il caso in cui uno dei due decide e impone la sua decisione.
L'altro poi si rassegna e subisce.
Poi capita che quello che ha imposto la decisione si pente e vuole tornare indietro.
Ed è lì che scopre che non c'è più nessuno ad attedenderlo a braccia aperte.
Perchè la vita è girata altrove.

Quanti finiscono dalla padella alla brace?
Quanti poi rimpiangono quello che hanno gettato alle ortiche?

E credimi Leda, proprio stasera io e mia moglie abbiamo parlato di "certe" cose...
Vero può capitare di incontrare chi in prima istanza ci sembra il parnaso degli dei.
Ma come fare quando poi magari troppo tardi si capisce che quel parnaso era un inferno mascherato?

Ok io ho fallito un rapporto d'amore o di coppia.
Ok ho fallito.
Come faccio a non avere il sospetto di non portare in un nuovo rapporto proprio i germi che hanno fatto fallire il precedente?
Non devo tener opportunamente conto delle mie caratteristiche che hanno inevitalmente contribuito a portare in una situazione di conflitto?

Vediamo magari sono stati i miei silenzi.
E io silenzioso.
Diventerò loquace in un nuovo rapporto?
Naaaaaaaaaaaaaaaaa...

MI conosco.
Anzi la vita di coppia è uno specchio impietoso di chi siamo e di come siamo.
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...

Mi separo e vado a convivere con un'altra?
Tempo sei mesi...
Ricominciano le danze...

E che faccio se la nuova lei...
Non la vede affatto come la precedente?

Che faccio quando scopro che la precedente mi ha amato e questa invece no?
Ma magari mi usa?

Allora mi sono persuaso e mi sono detto.
Ok se mi devo separare mi separerò.
Ma non per condividere ancora la mia casa con una donna.
Troppo rischioso e pericoloso.

Poi come fare?
Guardo la mia casa...
Vero che è MIA.
Ma questa casa è pregna dei segni che sono lei.

Mi spiace sai
CI penso...
Non riuscirei mai a vedere un'altra donna che mette le sue cose nel comodino che ha usato lei.

Magari si sta solo assieme perchè è così.

Conte, è vero che non lo sai se con una nuova persona le cose potranno andare bene oppure no, però se senti che con quella con cui stavi prima non ci puoi rimanere, non è che ti devi autoflagellare per forza solo perchè l'altro o l'altra ti vorrebbero ancora accanto.

Non ha neanche senso ipotizzare che i legami finiscano perchè uno ripete sempre gli stessi errori o mancanze.

In coppia si è in due, e la relazione è un terzo, cocostruito da entrambi.

Se ragioni come ragioni è solo perchè tu sai di voler stare con tua moglie. Ma pensa a quando hai voluto troncare con qualcuna. Sapevi che dopo sarebbe andata meglio? Potevi esserne certo? Ovviamente no, così come non puoi essere sicuro che tua moglie non ti molli tra un tot di tempo. E allora cos'è che ti fa decidere, considerato che la sfera di cristallo non ce l'hai? Il fatto che tu senta di voler stare con tua moglie. E' quello che vuoi.

Quando questo qualcosa che si sente non lo si sente più, rimanere insieme è una violenza senza senso.

Un po' come questo discorso :)
 

Sole

Escluso
Conte, è vero che non lo sai se con una nuova persona le cose potranno andare bene oppure no, però se senti che con quella con cui stavi prima non ci puoi rimanere, non è che ti devi autoflagellare per forza solo perchè l'altro o l'altra ti vorrebbero ancora accanto.

Non ha neanche senso ipotizzare che i legami finiscano perchè uno ripete sempre gli stessi errori o mancanze.

In coppia si è in due, e la relazione è un terzo, cocostruito da entrambi.

Se ragioni come ragioni è solo perchè tu sai di voler stare con tua moglie. Ma pensa a quando hai voluto troncare con qualcuna. Sapevi che dopo sarebbe andata meglio? Potevi esserne certo? Ovviamente no, così come non puoi essere sicuro che tua moglie non ti molli tra un tot di tempo. E allora cos'è che ti fa decidere, considerato che la sfera di cristallo non ce l'hai? Il fatto che tu senta di voler stare con tua moglie. E' quello che vuoi.

Quando questo qualcosa che si sente non lo si sente più, rimanere insieme è una violenza senza senso.

Un po' come questo discorso :)
Invece io concordo con tutto ciò che hai scritto fino ad ora (anche se purtroppo non riesco ancora ad approvarti). E reputo questo tuo discorso molto sensato.

La relazione è il risultato dell'incontro tra due persone uniche e irripetibili. Per questa ragione è unica e a sè.

Vero che in una nuova storia io posso tendere a ripetere le stesse vecchie dinamiche ma 1) bisogna vedere come reagisce la nuova persona che sta con te davanti a queste dinamiche, e 2) bisogna vedere in che modo hai rielaborato le vicende sentimentali che ti hanno portato alla separazione, con quale grado di consapevolezza.

Nel mio caso, i tradimenti di mio marito mi hanno costretta a prendere atto di una crisi del nostro rapporto, ma anche del modo in cui io stavo dentro il nostro rapporto, del modo in cui ci stava lui e del perchè. Tutte cose che ho affrontato in terapia e di cui ho preso coscienza poco a poco.

Questa consapevolezza l'avevo da un bel po' a livello razionale. Mi mancava quel 'sentire' di cui parli tu. Tanto che in una vecchia discussione (http://www.tradimento.net/51-divorz...di-dirsi-addio?p=859099&viewfull=1#post859099), quando ero nel pieno degli alti e bassi del mio matrimonio, mi chiedevo come si arrivasse a percepire la sensazione di doversi lasciare. Alla fine ho capito che questa domanda me la ponevo proprio perchè questo 'sentire' non era ancora arrivato.

Nel momento in cui arriva, nel momento in cui 'senti', capisci che stare insieme è una forzatura. E allora non c'è più niente da fare.

Fermo restando che l'esperienza di una lunga vita di coppia, com'è stata la mia, rimane in qualche modo dentro di te, è qualcosa che contribuisce a definirti e a fare di te ciò che sei.

In questo senso niente viene perduto, anche se finisce.
 

Sbriciolata

Escluso
Invece io concordo con tutto ciò che hai scritto fino ad ora (anche se purtroppo non riesco ancora ad approvarti). E reputo questo tuo discorso molto sensato.

La relazione è il risultato dell'incontro tra due persone uniche e irripetibili. Per questa ragione è unica e a sè.

Vero che in una nuova storia io posso tendere a ripetere le stesse vecchie dinamiche ma 1) bisogna vedere come reagisce la nuova persona che sta con te davanti a queste dinamiche, e 2) bisogna vedere in che modo hai rielaborato le vicende sentimentali che ti hanno portato alla separazione, con quale grado di consapevolezza.

Nel mio caso, i tradimenti di mio marito mi hanno costretta a prendere atto di una crisi del nostro rapporto, ma anche del modo in cui io stavo dentro il nostro rapporto, del modo in cui ci stava lui e del perchè. Tutte cose che ho affrontato in terapia e di cui ho preso coscienza poco a poco.

Questa consapevolezza l'avevo da un bel po' a livello razionale. Mi mancava quel 'sentire' di cui parli tu. Tanto che in una vecchia discussione (http://www.tradimento.net/51-divorz...di-dirsi-addio?p=859099&viewfull=1#post859099), quando ero nel pieno degli alti e bassi del mio matrimonio, mi chiedevo come si arrivasse a percepire la sensazione di doversi lasciare. Alla fine ho capito che questa domanda me la ponevo proprio perchè questo 'sentire' non era ancora arrivato.

Nel momento in cui arriva, nel momento in cui 'senti', capisci che stare insieme è una forzatura. E allora non c'è più niente da fare.

Fermo restando che l'esperienza di una lunga vita di coppia, com'è stata la mia, rimane in qualche modo dentro di te, è qualcosa che contribuisce a definirti e a fare di te ciò che sei.

In questo senso niente viene perduto, anche se finisce.
Giustissimo... il rapporto può modificarsi, la vita di coppia finire. Ma nessuno potrà mai toglierci quello che abbiamo vissuto, nel bene e nel male, a meno che non siamo noi stessi a rinnegarlo.
 

lunaiena

Scemo chi legge
Perchè non tornare sui propri passi, se ci si rende conto di averli mossi nella direzione sbagliata?

O magari questa è l'illusione che ha lui, che l'amore di chi se ne è andato internamente ci sia ancora. E ci sarà sicuramente, ma non nel modo in cui lui spererebbe, altrimenti davvero non credo che si rimarrebbe separati 'perchè tanto ormai è fatta'.

Però forse l'autore del post potrebbe illuminarci meglio in proposito.

Semplice ... Perchè ci sono passi da cui non puoi tornare indietro...
non ti resta che andare avanti e tenerti stretto quello che era..
 
Conte, è vero che non lo sai se con una nuova persona le cose potranno andare bene oppure no, però se senti che con quella con cui stavi prima non ci puoi rimanere, non è che ti devi autoflagellare per forza solo perchè l'altro o l'altra ti vorrebbero ancora accanto.

Non ha neanche senso ipotizzare che i legami finiscano perchè uno ripete sempre gli stessi errori o mancanze.

In coppia si è in due, e la relazione è un terzo, cocostruito da entrambi.

Se ragioni come ragioni è solo perchè tu sai di voler stare con tua moglie. Ma pensa a quando hai voluto troncare con qualcuna. Sapevi che dopo sarebbe andata meglio? Potevi esserne certo? Ovviamente no, così come non puoi essere sicuro che tua moglie non ti molli tra un tot di tempo. E allora cos'è che ti fa decidere, considerato che la sfera di cristallo non ce l'hai? Il fatto che tu senta di voler stare con tua moglie. E' quello che vuoi.

Quando questo qualcosa che si sente non lo si sente più, rimanere insieme è una violenza senza senso.

Un po' come questo discorso :)
Allora quando ho troncato ero sicuro che sarebbe andata meglio.
Perchè io arrivo a troncare quando proprio non ne posso più e sto sbarellando.
Io penso che il rubino che ho preso sul mio post sia ingiusto, comunque sia quello che mi fa decidere è quella cosa che ti dici, ma si tutto sommato meglio sta minestra che non saltare la finestra.
Posso apparire rassegnato invece il mio atteggiamento è: non si può aver tutto dalla vita, stiamo bene attenti a non scambiare lucciole per lanterne, e men che meno stiamo attenti a non finire come le falene che vanno a sbattere sulla luce...

Ovvio che se un giorno saltare la finestra è più vantaggioso che mangiare la minestra...ci metto un nano secondo a saltare...

Cioè io mi chiedo...
Ok separiamoci: e dopo?

Non è questione di volontà per me, ma questione di desiderio.
Io desidero stare con mia moglie fin tanto che le condizioni che regolano il nostro rapporto ci fanno stare bene entrambe. Non capisco perchè devo distruggere un equilibrio raggiunto negli anni e non con poca fatica, incomprensioni ecc..ecc..ecc..
 
E

elena_

Guest
Forse non sempre è possibile tornare sui propri passi.
eppure proprio tu, conte, ne sei l'esempio

ricordo bene le cose che scrivevi quando sono entrata qui

e ora scrivi cose del tutto diverse

ergo le cose, per te, sono cambiate
quindi è possibile tornare sui propri passi
 
eppure proprio tu, conte, ne sei l'esempio

ricordo bene le cose che scrivevi quando sono entrata qui

e ora scrivi cose del tutto diverse

ergo le cose, per te, sono cambiate
quindi è possibile tornare sui propri passi
Punto primo io non sono uno che va per partiti presi o convinzioni.
SOno piuttosto dadaista.
Quello che ve bene oggi, domani può essere rivisto e revisionato alla luce di nuovi fatti ed esperienze.
Mi sono reso conto che
in certi casi è possibile tornare sui propri passi, in altri no.

Ti faccio un esempio pratico.
Un uomo abbandona sua moglie.
Poi cerca di tornare chiedendo perdono.

Magari io mi dico...ma si daiiiiiiiiii...perdonalo.
Ma cosa faccio?

Prendo e parto con il brainstorm...
Sottopongo la causa a tutte le donne che conosco...partendo da mia moglie.

Ebbene non ne ho trovata una che mi dicesse:
Si lo riprenderei in casa.

Così ho appurato che il trauma da abbandono non è una cosa che si possa lasciar correre o ricucire.

Ne avessi trovata una...avrei detto in certi casi si può perdonare...
Ma il dato del campo dice...
Che i frutti di un abbandono sono questi: Non voglio più avere niente a che fare con te, in nessun senso.

Scrivo cose diverse...
Perchè mi sono arrichito di nuove esperienze no?
Certo quando sono entrato qui ero in condizioni particolarissime...
Poi ho capito e assunto determinate cose no?

Ripeto io no dogmatico, io no aristotelico, ma molto, schopenhueriano no?

Le cose sono così in sè stesse...
O sono così perchè NOI ci ostiniamo a vederle così?

Per me la separazione è giusta quando ci si separa perchè non si trovano più motivi buoni per stare assieme no?
Separarsi per andare con un'altra persona è come firmare un assegno in bianco...può andarte ben, ma anche andarti male...

Perchè come tutti noi scopriamo molte cose del nostro partner dopo che siamo andati a conviverci così sarà con la nuova persona no?

E infatti conosco storie di persone che sono andate in meglio, vedi mio zio, o persone che sono finite con un pugno di mosche...perchè magari hanno lasciato una moglie dicendo che aveva troppe pretese, e senza accorgersene si sono messi con una che ne ha cento di più...

Poi ovvio l'orgoglio umano fa dire tante cose che fanno solo sorridere.
 
E

elena_

Guest
Allora quando ho troncato ero sicuro che sarebbe andata meglio.
Perchè io arrivo a troncare quando proprio non ne posso più e sto sbarellando.
Io penso che il rubino che ho preso sul mio post sia ingiusto, comunque sia quello che mi fa decidere è quella cosa che ti dici, ma si tutto sommato meglio sta minestra che non saltare la finestra.
Posso apparire rassegnato invece il mio atteggiamento è: non si può aver tutto dalla vita, stiamo bene attenti a non scambiare lucciole per lanterne, e men che meno stiamo attenti a non finire come le falene che vanno a sbattere sulla luce...

Ovvio che se un giorno saltare la finestra è più vantaggioso che mangiare la minestra...ci metto un nano secondo a saltare...

Cioè io mi chiedo...
Ok separiamoci: e dopo?

Non è questione di volontà per me, ma questione di desiderio.
Io desidero stare con mia moglie fin tanto che le condizioni che regolano il nostro rapporto ci fanno stare bene entrambe. Non capisco perchè devo distruggere un equilibrio raggiunto negli anni e non con poca fatica, incomprensioni ecc..ecc..ecc..
approfitto per spiegare meglio il mio post precedente
ricordi, conte, quando scrivevamo di voli nel vuoto e di paracaduti?
ho sempre pensato che ti saresti deciso a saltare la finestra solo se ti fossi assicurato un bel paracadute a proteggerti dall'impatto
c'è stato un periodo in cui, a leggerti, sembrava che lo avessi trovato
ed eri tutto fuorché rassegnato

nemmeno ora ti leggo rassegnato
semmai ben corazzato
ma sereno

ti leggo sereno
 
Stato
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