stessa cosa al funerale dei miei genitori , amici miei , conoscenti e parenti erano una moltitudine , io preso non ricordo molto delle persone che si avvicinavano per le condoglianze
Ai funerali dei miei suoceri c'era la chiesa strapiena.
Ho un buon ricordo, malgrado tutto.
La comunità di quel quartiere all'epoca era molto legata, un caso quasi unico a Milano.
Fu molto confortante.
Terribile invece il funerale della madre di mia cognata.
Lei in vita era una persona molto elegante, con un ruolo importante.
Alla chiusura della cassa eravamo in 4.
Non un figlio. Non un parente di sangue.
Il corpo restò esposto in totale solitudine.
Peggio fu per un'altra mia cognata, morta improvvisamente. Ho un pessimo ricordo dell'ambiente ospedaliero di Genova e del cinismo di quei giorni.
Diciamo che il modo in cui alcune persone si approcciano alla morte mostra la loro aridita'.
Aridità che col passare del tempo disprezzo sempre più.
Da ragazzo nel cortile ogni funerale era collettivo. Veniva parato l'ingresso, per tornare a casa passavo tra velluto e ceri.
C'era comunque una formalità che faceva sentire meno soli.
Poi il giorno del funerale partiva il corteo a passo d'uomo fino alla chiesa.
La morte era una questione che riguardava tutti, anche perché tocca tutti.
Poi gradualmente è divenuta sempre più un fattore privato, come le nascite, qualcosa da nascondere, qualcosa che riguarda solo l'individuo e non più la collettività.
Da noi non espongono nemmeno più un fiocco quando nasce un bambino.
D'altronde, ciò che conta soprattutto oggi è non dare troppo fastidio.