Zozzoni

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Però anche goccia vi è evaporazione, con questo sistema no.
Poi io non ci capisco niente. Mi interessa in senso informativo. È già tanto che non riesca a far morire un potus.
ma l'evaporazione fa parte del ciclo dell'acqua, è normale, però specie negli ortaggi, viene messo un telo nero per non far crescere le erbacce e la goccia va diretta alla pianta, spreco minimo, qui lo usano - penso - da almeno 30 anni, proprio a causa della siccità estiva, per questo mi fa un po' sorridere chi parla di siccità adesso, come se fosse una novita, quando io ho sempre sentito parlare di questo problema d'estate
 

Brunetta

Utente di lunga data
ma l'evaporazione fa parte del ciclo dell'acqua, è normale, però specie negli ortaggi, viene messo un telo nero per non far crescere le erbacce e la goccia va diretta alla pianta, spreco minimo, qui lo usano - penso - da almeno 30 anni, proprio a causa della siccità estiva, per questo mi fa un po' sorridere chi parla di siccità adesso, come se fosse una novita, quando io ho sempre sentito parlare di questo problema d'estate
Ma certo. Però è interessante questo sistema perché non impoverisce il terreno.
Come per ogni cosa, l’esperienza individuale è irrilevante, sia come metodo, sia nel tempo. A memoria d’uomo è una cosa ridicola perché corrisponde al massimo a settant’anni. È un tempo irrilevante nei fenomeni complessi.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Ma certo. Però è interessante questo sistema perché non impoverisce il terreno.
Come per ogni cosa, l’esperienza individuale è irrilevante, sia come metodo, sia nel tempo. A memoria d’uomo è una cosa ridicola perché corrisponde al massimo a settant’anni. È un tempo irrilevante nei fenomeni complessi.
sicuro, mio babbo sostiene che quando era piccolo lui le estati fossero diverse, io le ricordo più o meno tutte così, magari a 70 anni parlerò come lui
sull'impoverimento del terreno... molte aziende agricole (non quelle a produzione industriale), che fanno agricoltura naturale utilizzano il vecchio concime organico, hanno rimesso in stalla le mucche e hanno scoperto (udite udite), che l'humus del terreno era molto migliorato rispetto al concime chimico :rolleyes: e avevano anche scoperto che le piante crescevano meglio, l'aratura in realtà, se fatta bene, sotterrando la parte superficiale del terreno, contribuisce a ridurre le erbe infestanti e a dare nutrimento alle nuove colture, se poi si vuole parlare di un risparmio di risorse è un altro discorso
 

Brunetta

Utente di lunga data
sicuro, mio babbo sostiene che quando era piccolo lui le estati fossero diverse, io le ricordo più o meno tutte così, magari a 70 anni parlerò come lui
sull'impoverimento del terreno... molte aziende agricole (non quelle a produzione industriale), che fanno agricoltura naturale utilizzano il vecchio concime organico, hanno rimesso in stalla le mucche e hanno scoperto (udite udite), che l'humus del terreno era molto migliorato rispetto al concime chimico :rolleyes: e avevano anche scoperto che le piante crescevano meglio, l'aratura in realtà, se fatta bene, sotterrando la parte superficiale del terreno, contribuisce a ridurre le erbe infestanti e a dare nutrimento alle nuove colture, se poi si vuole parlare di un risparmio di risorse è un altro discorso
Diciamo anche che quelli più tradizionali in agricoltura sono metodi che risalgono al monachesimo, dalle marcite nel nord Italia, alla rotazione delle colture. Certamente funzionano. Però se vengono trovati altri sistemi, non ho conoscenze che mi permettano di contrastare.


 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Diciamo anche che quelli più tradizionali in agricoltura sono metodi che risalgono al monachesimo, dalle marcite nel nord Italia, alla rotazione delle colture. Certamente funzionano. Però se vengono trovati altri sistemi, non ho conoscenze che mi permettano di contrastare.
la rotazione delle colture la studiavo alle elementari più di 30 anni fa, non hanno inventato niente, però se il progresso non ha portato miglioramenti, forse nel passato non sbagliavano, poi ovvio che non ho fatto studi specifici ma sono circondata da aziende agricole (il mio titolare ha anche un'azienda agricola) e per lavoro di cose ne vedo e ne sento, adesso grazie ai mezzi meccanici tante lavorazioni sono più veloci, per lavorare il terreno, seminare, battere, ecc...), alcune cose però hanno il loro tempo e questo va rispettato
il discorso dell'aratura non lo dico io cmq, ma uno dei responsabili della produzione di una grande azienda che addirittura controlla che la zolla sia più alta di 40cm
 

Brunetta

Utente di lunga data
la rotazione delle colture la studiavo alle elementari più di 30 anni fa, non hanno inventato niente, però se il progresso non ha portato miglioramenti, forse nel passato non sbagliavano, poi ovvio che non ho fatto studi specifici ma sono circondata da aziende agricole (il mio titolare ha anche un'azienda agricola) e per lavoro di cose ne vedo e ne sento, adesso grazie ai mezzi meccanici tante lavorazioni sono più veloci, per lavorare il terreno, seminare, battere, ecc...), alcune cose però hanno il loro tempo e questo va rispettato
il discorso dell'aratura non lo dico io cmq, ma uno dei responsabili della produzione di una grande azienda che addirittura controlla che la zolla sia più alta di 40cm
Certo che la rotazione delle colture non è una novità, visto che è stata diffusa dal monachesimo e perfezionata con la diffusione dell’allevamento. Sappiamo anche che la recinzione dei campi in Inghilterra ha favorito la prima rivoluzione industriale.
Poi ovviamente dipende dalla zona e dal tipo delle colture anche oggi.
 

spleen

utente ?
Eh si, belli i dissalatori, potrebbero risolvere non pochi problemi.

Ma con che energia (visto che ne richiedono molta) li facciamo funzionare? Quelli esistenti guarda caso sono per la maggioranza localizzati in medio oriente, dove petrolio e energia nucleare(Israele) non mancano di certo.

E noi con cosa li facciamo andare? Con l’energia delle centrali nucleari che non abbiamo? Con le centrali a gas che fra poco, di questo passo ci sarà razionato?

Idea, riapriamo e facciamo nuove centrali a carbone, che costa poco. Così aumentiamo l’effetto serra, che aumenta la crisi idrica, che richiede più acqua dissalata in una bella spirale verso la catastrofe.

E la salamoia che producono? E i fanghi che producono? Pure quelli avranno bisogno di essere trattati, lavorati, riciclati.

E le piantiamo vicine alle città costiere dove sarebbe più logico averle? E usiamo l’acqua marina inquinata dagli scarichi delle medesime città?

E mettere in funzione una serie di dissalatori quanto tempo comporta? Tre anni? Dieci? E nel frattempo?

Ma non sarebbe il caso, visto che l’Italia è un paese pieno di rilievi fare degli invasi? Mica tipo Vaiont, beninteso, dove si possono fare, che magari i posti ci sono e che da noi, a differenza del medio oriente, le piogge prima o dopo arrivano fin troppo copiose? (Così magari coi medesimi invasi riusciamo a proteggere un poco questo disgraziato paese anche dalle bombe d’acqua?).

La questione ambientale è una questione complessa, dove non esistono soluzioni mirabilanti e risolutive alla portata di un click su internet. Per avere soluzioni di un sistema complesso servono competenze specifiche, studi di anni. Quando @ipazia parla di sistemi complessi, di questo parla.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Eh si, belli i dissalatori, potrebbero risolvere non pochi problemi.

Ma con che energia (visto che ne richiedono molta) li facciamo funzionare? Quelli esistenti guarda caso sono per la maggioranza localizzati in medio oriente, dove petrolio e energia nucleare(Israele) non mancano di certo.

E noi con cosa li facciamo andare? Con l’energia delle centrali nucleari che non abbiamo? Con le centrali a gas che fra poco, di questo passo ci sarà razionato?
E pensare di utilizzare il moto delle onde come motore dell'energia elettrica per alimentare i dissalatori?
Eh troppo semplice. Tant'è che di soluzioni simili non ne vogliono sapere.
Peccato che le società che riescono a trasformare in energia elettrica da fonti tipo acqua ce ne siano...e vengano prontamente acquisite da certuni colossi che non mettono (giustamente) a disposizione di chiunque l'energia, ma la vendono.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Eh si, belli i dissalatori, potrebbero risolvere non pochi problemi.

Ma con che energia (visto che ne richiedono molta) li facciamo funzionare? Quelli esistenti guarda caso sono per la maggioranza localizzati in medio oriente, dove petrolio e energia nucleare(Israele) non mancano di certo.

E noi con cosa li facciamo andare? Con l’energia delle centrali nucleari che non abbiamo? Con le centrali a gas che fra poco, di questo passo ci sarà razionato?

Idea, riapriamo e facciamo nuove centrali a carbone, che costa poco. Così aumentiamo l’effetto serra, che aumenta la crisi idrica, che richiede più acqua dissalata in una bella spirale verso la catastrofe.

E la salamoia che producono? E i fanghi che producono? Pure quelli avranno bisogno di essere trattati, lavorati, riciclati.

E le piantiamo vicine alle città costiere dove sarebbe più logico averle? E usiamo l’acqua marina inquinata dagli scarichi delle medesime città?

E mettere in funzione una serie di dissalatori quanto tempo comporta? Tre anni? Dieci? E nel frattempo?

Ma non sarebbe il caso, visto che l’Italia è un paese pieno di rilievi fare degli invasi? Mica tipo Vaiont, beninteso, dove si possono fare, che magari i posti ci sono e che da noi, a differenza del medio oriente, le piogge prima o dopo arrivano fin troppo copiose? (Così magari coi medesimi invasi riusciamo a proteggere un poco questo disgraziato paese anche dalle bombe d’acqua?).

La questione ambientale è una questione complessa, dove non esistono soluzioni mirabilanti e risolutive alla portata di un click su internet. Per avere soluzioni di un sistema complesso servono competenze specifiche, studi di anni. Quando @ipazia parla di sistemi complessi, di questo parla.
l'impianto di depurazione delle acque reflue in uso nella striscia di Gaza è stato prodotto, trasferito, montato ed inizialmente gestito dalla Termomeccanica di Spezia. ne conosco uno che è stato parecchio tempo a Gaza a spiegare a sti qui come funzionava la defangatrice.

la Marina militare USA finanzia 3 diversi progetti di ricerca per l'utilizzo delle rinnovabili nel processo di potabilizzazione per gli usi irrigui e sanitari dell'acqua di mare. una alla Rochestwr University, una al MIT ed una in California non ricordo dove, forse quella di Sheldon Cooper.
Magari se Draghi tra un inchino e l'altro allo scoreggione provasse a chiedere conto di ste idee, ne azzeccherebbe finalmente una.

per quanto riguarda l'individuazione dei siti, direi che Oristano, Trapani, Ortona, Ravenna, Trieste, Imperia, Marina di Carrara, Gaeta e Vibo Valentia possano andare. bene. se poi a qualcuno non andasse bene, che si proceda col napalm, perdindibacco.

questo per ribadire che le cose, se si vogliono fare, si fanno. anche gli invasi. quello che conta davvero è la scorta di napalm e fosforo bianco
 

spleen

utente ?
E pensare di utilizzare il moto delle onde come motore dell'energia elettrica per alimentare i dissalatori?
Eh troppo semplice. Tant'è che di soluzioni simili non ne vogliono sapere.
Peccato che le società che riescono a trasformare in energia elettrica da fonti tipo acqua ce ne siano...e vengano prontamente acquisite da certuni colossi che non mettono (giustamente) a disposizione di chiunque l'energia, ma la vendono.
Certo, e infatti io non sono aprioristicamente contro i dissalatori. Dico che si fanno dove convene farli, qui da noi no, e non perchè non si vuole sfruttare il moto delle onde ma perchè da noi è immensamente più economico fare delle dighe.
Per chi ci capisce qualcosa.
 

spleen

utente ?
questo per ribadire che le cose, se si vogliono fare, si fanno. anche gli invasi. quello che conta davvero è la scorta di napalm e fosforo bianco
Il problema è sempre di convenienza.
Chi paga cosa.
Hai una vaga idea di cosa costi un litro di acqua dissalata in confronto di una di un invaso?
I dissalatori si fanno o dove non piove o dove si è talmente distanti dalle montagne che costi uno sproposito creare un bacino.
O dove l'energia ti costa un cazzo - Emirati Arabi.
 
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ologramma

Utente di lunga data
Il problema è sempre di convenienza.
Chi paga cosa.
Hai una vaga idea di cosa costi un litro di acqua dissalata in confronto di una di un invaso?
I dissalatori si fanno o dove non piove o dove si è talmente distanti dalle montagne che costi uno sproposito creare un bacino.
O dove l'energia ti costa un cazzo - Emirati Arabi.
Bravo ,ne discutevo con un amico che portava esempi ,ma io gli ho detto quello che ho sentito in TV stamattina che bisogna imbrigliare o cercare di catturare con bacini l'acqua piovana
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Il problema è sempre di convenienza.
Chi paga cosa.
Hai una vaga idea di cosa costi un litro di acqua dissalata in confronto di una di un invaso?
I dissalatori si fanno o dove non piove o dove si è talmente distanti dalle montagne che costi uno sproposito creare un bacino.
O dove l'energia ti costa un cazzo - Emirati Arabi.
In Sardegna dimmi dove faresti un invaso. sono persuaso anch'io che nelle regioni dell'arco alpino avrebbe più senso un invaso. infatti il mio era un discorso generale per ribadire che le soluzioni esistono, se le si vogliono perseguire. fermo restando che la priorità sarebbe riparare le perdite delle condotte. già così recuperi secco un 40% senza spendere poi eccessivamente. e scusami se ti pare poco.

il motivo o uno dei motivi principali del perchè in Italia l'energia costi una follia lo sappiamo. ed anche per questo suggerivo di fare scorta di napalm
 

spleen

utente ?
In Sardegna dimmi dove faresti un invaso. sono persuaso anch'io che nelle regioni dell'arco alpino avrebbe più senso un invaso. infatti il mio era un discorso generale per ribadire che le soluzioni esistono, se le si vogliono perseguire. fermo restando che la priorità sarebbe riparare le perdite delle condotte. già così recuperi secco un 40% senza spendere poi eccessivamente. e scusami se ti pare poco.

il motivo o uno dei motivi principali del perchè in Italia l'energia costi una follia lo sappiamo. ed anche per questo suggerivo di fare scorta di napalm
Siamo passati da tutta Italia alla Sardegna vedo, informati bene che conviene fare gli invasi anche lì, dal momento che quando piove piove sul serio e come ho già detto, potrebbe essere anche una occasione per sitemare idrogeologicamente il territorio.

Sul riparare gli acquedotti con me sfondi una porta aperta. L'efficentamento è la prima delle cose da fare, sempre.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Siamo passati da tutta Italia alla Sardegna vedo, informati bene che conviene fare gli invasi anche lì, dal momento che quando piove piove sul serio e come ho già detto, potrebbe essere anche una occasione per sitemare idrogeologicamente il territorio.

Sul riparare gli acquedotti con me sfondi una porta aperta. L'efficentamento è la prima delle cose da fare, sempre.
se avessi letto bene bene un paio di post fa, ho elencato una serie di località di mare quasi tutte lontane da aree montane. quello della Sardegna era un singolo esempio per dire che coi fiumi che ci sono in sardegna e con la pioggia che (non) viene, non è la prima opzione da valutare, l'invaso. altrove ovvio che sì. si tratta di diversificare le fonti basandosi appunto sulle opportunità date dal territorio.
 

spleen

utente ?
se avessi letto bene bene un paio di post fa, ho elencato una serie di località di mare quasi tutte lontane da aree montane. quello della Sardegna era un singolo esempio per dire che coi fiumi che ci sono in sardegna e con la pioggia che (non) viene, non è la prima opzione da valutare, l'invaso. altrove ovvio che sì. si tratta di diversificare le fonti basandosi appunto sulle opportunità date dal territorio.
L'ho letto il nome delle località, per portare l'acqua ci sono anche gli acquedotti.
Li costruivano già i romani.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il singolo semmai chiede responsabilità a chi ce l’ha
Perché adesso si passa da un’emergenza all’altra
Siamo passati dallo stare chiusi in casa al non lavarsi senza soluzione di continuità
Intanto però non hanno sistemato nulla e non pensano di sistemare nulla

Magari i committenti fossero tutti come tr
Anche io cagavo il cazzo
Gli altri vogliono solo poche rotture di palle
Poi si lamentano

Se il singolo funziona come la media dei committenti che descrivi (e parecchio bene), e direi che è proprio così, allora la lamentela è l'opzione principe per deresponsabilizzarsi.

Lamentandosi per il fatto che gli altri non si prendono la responsabilità.

Le emergenze diventano emergenze poichè in determinati frangenti emergono falle che non erano state definite emergenziali e che con accrocchi vari e diffusi venivano tamponate.

Si finisce in emergenza per il semplice motivo che la pezza non copre più il buco.
E questo non significa che prima il buco non ci fosse.

Significa che il buco era già bello che presente, che invece di metterci mano lo si è coperto e - ovviamente - ad un minimo cambio di variabile salta tutto per aria.

Il sistema sanitario si è semplicemente rivelato per quello che già era. Lo stress ha solo reso evidenti e insostenibili i malfunzionamenti pre esistenti.

Lo stesso vale per lo stare a casa.

Nella ditta di G. non sono stati a casa 1 giorno 1.
MA.

A marzo 2020 avevano riarredato uffici e spazi di produzione con le informazioni a disposizione in quel momento.
E hanno continuato per tutto il tempo ad implementare l'adattamento alla nuova situazione, anche sanitaria, ma non solo.

La manfrina del "tutto torna normale", per loro fortuna, non è mai rientrata nel loro vocabolario.
E mica perchè sono tanto buoni e bravi.

Hanno fatto utili che gli permetterebbero di vivere loro e le seguenti tre generazioni in questi anni e per quelli a venire.
Tenendo conto del fatto che un ampio 80% di fatturato viene sistematicamente reinvestito da quando esistono.

E questi mica sono una multinazionale bla bla bla....60 anni fa erano in un garage ad iniziare.

Nel frattempo hanno attivato un laboratorio interno per tamponi, dipendenti e famiglie dei dipendenti.
E attivato ulteriori canali per l'accesso alle strutture sanitarie ampliando le convenzioni.
Si sono quindi presi cura del welfare interno all'azienda.
E hanno in questi ultimi periodi erogato bonus e aumenti ad ogni singolo dipendente per attualizzare gli stipendi.

Per dire.

Perchè hanno potuto farlo?
Perchè erano già pronti. E non solo in termini economici, strumentali e organizzativi.
Ma soprattutto in termini culturali.

Sostenibilità è una parola che racchiude un significato ben più ampio della "semplice" sostenibilità ambientale.
In particolare se si sta parlando di aziende.

La sostenibilità del sistema sanitario, delle aziende (pensa soltanto al welfare interno), dell'efficienza abitativa e dei piani di costruzione sui territori , e via discorrendo sono in agenda da decenni.

Bellamente ignorati ad ogni livello.

Detto questo...se ti lamenti e non vuoi rotture di coglioni - ossia assunzione diretta della propria parte di responsabilità che fra l'altro coincide con un proprio utile (e questo rende bene l'idea del perchè un deficiente non può esser chiamato che deficiente) - allora paghi e non rompi i coglioni.

Da me si dice...mal che sa vol nol dol. (mal che si vuole, non duole).
 
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spleen

utente ?
Se il singolo funziona come la media dei committenti che descrivi (e parecchio bene), e direi che è proprio così, allora la lamentela è l'opzione principe per deresponsabilizzarsi.

Lamentandosi per il fatto che gli altri non si prendono la responsabilità.

Le emergenze diventano emergenze poichè in determinati frangenti emergono falle che non erano state definite emergenziali e che con accrocchi vari e diffusi venivano tamponate.

Si finisce in emergenza per il semplice motivo che la pezza non copre più il buco.
E questo non significa che prima il buco non ci fosse.

Significa che il buco era già bello che presente, che invece di metterci mano lo si è coperto e - ovviamente - ad un minimo cambio di variabile salta tutto per aria.

Il sistema sanitario si è semplicemente rivelato per quello che già era. Lo stress ha solo reso evidenti e insostenibili i malfunzionamenti pre esistenti.

Lo stesso vale per lo stare a casa.

Nella ditta di G. non sono stati a casa 1 giorno 1.
MA.

A marzo 2020 avevano riarredato uffici e spazi di produzione con le informazioni a disposizione in quel momento.
E hanno continuato per tutto il tempo ad implementare l'adattamento alla nuova situazione, anche sanitaria, ma non solo.

La manfrina del "tutto torna normale", per loro fortuna, non è mai rientrata nel loro vocabolario.
E mica perchè sono tanto buoni e bravi.

Hanno fatto utili che gli permetterebbero di vivere loro e le seguenti tre generazioni in questi anni e per quelli a venire.
Tenendo conto del fatto che un ampio 80% di fatturato viene sistematicamente reinvestito da quando esistono.

E questi mica sono una multinazionale bla bla bla....60 anni fa erano in un garage ad iniziare.

Nel frattempo hanno attivato un laboratorio interno per tamponi, dipendenti e famiglie dei dipendenti.
E attivato ulteriori canali per l'accesso alle strutture sanitarie ampliando le convenzioni.
Si sono quindi presi cura del welfare interno all'azienda.
E hanno in questi ultimi periodi erogato bonus e aumenti ad ogni singolo dipendente per attualizzare gli stipendi.

Per dire.

Perchè hanno potuto farlo?
Perchè erano già pronti. E non solo in termini economici, strumentali e organizzativi.
Ma soprattutto in termini culturali.

Sostenibilità è una parola che racchiude un significato ben più ampio della "semplice" sostenibilità ambientale.
In particolare se si sta parlando di aziende.

La sostenibilità del sistema sanitario, delle aziende (pensa soltanto al welfare interno), dell'efficienza abitativa e dei piani di costruzione sui territori , e via discorrendo sono in agenda da decenni.

Bellamente ignorati ad ogni livello.

Detto questo...se ti lamenti e non vuoi rotture di coglioni - ossia assunzione diretta della propria parte di responsabilità che fra l'altro coincide con un proprio utile (e questo rende bene l'idea del perchè un deficiente non può esser chiamato che deficiente) - allora paghi e non rompi i coglioni.

Da me si dice...mal che sa vol nol dol. (mal che si vuole, non duole).
Giusto due esempi di reponsabilità diretta facilmente comprensibili...
Poi è chiaro che il Tevere non è il Gange, ma se nel 2022 in Italia siamo messi ancora con gente che lo considera una pattumiera, che cazzo vuoi sperare nel futuro?
E qui siamo a cosette semplici semplici, e parlare di responsabilità diretta in quanto a pressione per scelte di competenza, roba lunare...
 
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