Io le persone con cui scopo le chiamo per nome, più spesso per soprannome. Mi piace nominare l'altro a modo mio.
Uso amante nel significato sociale del termine. Che va più che bene, significa tutto e niente.
Quindi serve solo per intendersi sul fatto che quella persona con cui scopo è una persona extra rispetto ad una relazione preesistente.
Ma è semplice adattamento all'accezione sociale.
Che non è neanche esatta nel significato della parola, ma vabbè....mica si può fare le pulci a tutto.
Serve intendersi. Obiettivo - risultato.
Ed è questa la funzione delle etichette.
Intendersi velocemente su qualcosa senza indagarne nel particolare il significato.
A livello di comunicazione sociale ci si ferma al significante.
Ossia la forma della parola.
Il significato...qua dentro si legge parecchio di gente che si presenta come amante, e poi fa un gran casino su quel che c'è dentro.
E si confondono anche in coppia :rotfl::rotfl:
L'etichetta è comoda.
Ma è un po' la stessa differenza che corre fra uno che per strada chiama narcisista qualcuno e chi diagnostica con strumenti qualitativi e quantitivi, con riferimenti di significato particolare e calato sulla situazione e sull'individuo. Con cognizione.
Tendo ad essere d'accordo con @
Cattivik e @
Skorpio...G. è il mio amante. Per dire.
E io sono la sua zoccola del cuore.
Ma fuori, pubblicamente, ci chiamiamo compagni.
Gli altri capiscono quello che hanno in mente loro, e tendenzialmente a noi interessa poco spiegare quello che c'è fra noi.
Ma spesso e volentieri uso le parole della gente che mi evito mille menate...e poi mi dicono che penso troppo

:rotfl: